Accadde oggi: 5 settembre 1938, il re firma le leggi razziali. Per gli ebrei italiani inizia la persecuzione

La famiglia reale è in vacanza a San Rossore quando il monarca, Vittorio Emanuele III, appone la sua firma sulle leggi discriminatorie volute da Mussolini. Sette anni più tardi 8mila ebrei italiani saranno periti nei campi di sterminio e negli eccidi nazi-fascisti.
La famiglia reale è in vacanza a San Rossore quando il monarca appone la sua firma sulle leggi discriminatorie volute da Mussolini. Sette anni più tardi 8mila ebrei italiani saranno periti nei campi di sterminio e negli eccidi nazi-fascisti.
Il primo atto, firmato dal re, è l’espulsione degli insegnanti e degli studenti ebrei dalle scuole di ogni ordine e grado. Solo a chi è già iscritto all’università viene concesso di laurearsi. Un’altra firma, invece, dà vita agli istituti preposti alla politica razziale che Mussolini ha preteso per farsi bello con l’alleata Germania, che i provvedimenti antisemiti li ha varati molti anni prima. L’Italia è in ritardo nella marcia dell’orrore e bisogna recuperare il tempo perso: il 7 settembre viene emanato il testo sui “Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri“. Il 18 settembre, a Trieste, Benito Mussolini davanti a una folla giubilante annuncia i provvedimenti. A ottobre il Gran consiglio del fascismo emette una “dichiarazione sulla razza“, che diventa regio decreto di legge il 17 novembre 1938. Gli ebrei sono ufficialmente “razza nemica“.

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