(VIDEO) Su Netflix il documentario sulla Sardegna di Zac Efron. Ecco IL TRAILER
In questo trailer pubblicato sui social da Netflix Efron intervista l'arzillo 97enne di Aritzo Francesco Paba. Il suo segreto della longevità? Camminare e un buon bicchiere di vino.
È disponibile in streaming sulla piattaforma Netflix la puntata girata in Sardegna della Serie Tv “Con i piedi per terra” in cui il popolarissimo divo americano Zac Efron va in giro per il mondo a scoprire i suoi angoli più remoti.
Tra questi Efron ha scelto appunto l’Isola, dove, come sappiamo, è custodito il segreto della Longevità.
In questo trailer pubblicato sui social da Netflix Efron intervista l’arzillo 97enne di Aritzo Francesco Paba. Il suo segreto della longevità? Camminare e un buon bicchiere di vino.
Con i piedi per terra – Zac Efron in Sardegna
Zac Efron è andato in Sardegna per scoprire il segreto della longevità e, spoiler, bere vino c’entra qualcosa.
Gepostet von Netflix am Donnerstag, 16. Juli 2020
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“Su Casteddu” di Monte Baranta, uno dei più straordinari e imponenti insediamenti del III millennio a.C. di tutto il Mediterraneo
Un insediamento prenuragico della Nurra, nell’estremo nord-ovest della Sardegna, che racchiude singolari vestigia, tra cui un’invalicabile fortezza.
Massi enormi formano una cinta invalicabile, lunga quasi cento metri e alta tre. È la muraglia della fortezza eretta da popoli prenuragici a difesa di un’ampia valle, uno dei più straordinari e imponenti insediamenti del III millennio a.C. di tutto il Mediterraneo. È incastonata nelle pendici del monte Baranta, a tre chilometri da Olmedo, importante centro agricolo e industriale nel cuore della Nurra.
Conosciuta anche come su Casteddu, la fortezza risale all’età del Rame (2500-2000 a.C.) eretta con poderose strutture megalitiche seguendo le fattezze naturali del terreno. Protetti dalla muraglia, alcuni edifici caratterizzano la fortezza: un recinto-torre e un gruppo di capanne rettangolari. In questo luogo tutto è possente, costruito con pietre maestose: anche la torre è gigante, realizzata a forma di ‘ferro di cavallo’, spessa sei metri e mezzo e alta nove. Con la sua mole, domina uno sperone roccioso di trachite a strapiombo sulla valle.
All’esterno delle mura troverai un’area sacra, con un circolo megalitico, luogo di culto e di sacrifici, formato da circa 80 lastroni ortostatici disposti a cerchio del diametro di dieci metri. Tra i lastroni spiccano caratteristici menhir: uno spezzato in due tronconi, un altro intero adagiato su un piano roccioso e perfettamente levigato. A oriente della muraglia, voltando lo sguardo, scorgerai anche i resti di un piccolo villaggio. Le capanne individuate al momento sono sette, rettangolari, di grandi dimensioni, e composte da più ambienti.
Il complesso megalitico di monte Baranta, dunque, era un luogo ‘vissuto’ sotto tutti gli aspetti – civili, militari e religiosi – dalle comunità prenuragiche che lo abitarono. Si respira anche l’aria di insicurezza (per eventuali attacchi esterni) che spingeva le genti della cultura di monte Claro a proteggersi dentro a un’imponente costruzione.
Nella sua prima parte di vita, Su Casteddu è stato abitato per un periodo piuttosto breve, come dimostrerebbero la scarsa quantità di materiali rinvenuti e il fatto che l’area sacra sia incompiuta. Il sito fu ripopolato ed ebbe maggior splendore durante il Bronzo Antico e, in misura più sporadica, in età nuragica e romana. Una vitalità e una densità di popolazione che si riscontra anche tutt’intorno, nel territorio olmedese, che conta oltre venti nuraghi, tra cui spiccano quelli di monte Ortolu (‘a corridoio’), Masala (a tholos) e sa Femina, particolare perché sorge dentro l’abitato.
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