Il Conte di Quirra e la fanciulla di Perdasdefogu: la leggenda (non a lieto fine) de “Sa scala ‘e sa Contissa”
Questa leggenda narra di un conte perfido e brutto che viveva nel castello di Quirra....
Altra leggenda, sempre raccontata da Agugliastra, narra di un conte perfido e brutto che viveva nel castello di Quirra. Be’, forse, in effetti, la sua natura cattiva era strettamente collegata al suo essere, sì, insomma, veramente orrendo. Ma torniamo a noi.
L’amore colpisce quando meno ce ne si accorge e la freccia di Cupido si abbatté su di lui: il conte si innamorò di una giovane ragazza di Perdasdefogu. Nonostante a lei l’uomo non interessasse, quest’ultimo non si perse d’animo e le chiese non di uscire a fare aperitivo o per una passeggiata. No, signori, lui le chiese la mano.
Ma lei non si fece intimorire. «Se riuscirai a venirmi a prendere sotto casa in carrozza io diventerò la tua posa» gli disse, certa di averlo imbrogliato visto che non esisteva una strada e l’unica via praticabile era molto impervia e grossi massi impedivano il cammino nell’ultima parte del tragitto.
Ecco, lui che, oltre ad essere stato dimenticato da Madre Natura era anche estremamente tenace, non si perse d’animo: lui quella fanciulla doveva sposarla a tutti i costi. Mandò uomini a radunare persone dai paesi vicini: in molti risposero vogliosi di vedere incoronato un bel sogno d’amore – meno per la fanciulla, ma questa è un’altra storia. Abitanti di Tertenia, Bari Sardo, Arzana, Lanusei, Villagrande, Osini e Loceri, armati di pochi utensili, riuscirono a spianare il cammino alla carrozza del marchese fino a lei.
Non ha un lieto fine, questa storia: la ragazza, non potendo venire meno alla parola, si uccise lanciandosi nel dirupo sottostante.
Ma il marchese per ricompensa agli uomini che erano stati così generosi da aiutarlo donò terreni del Salto di Quirra fino a Sarrala, ai paesi di Bari Sardo, Arzana, Lanusei, Villagrande, Osini e Loceri, mentre a Tertenia diede dei territori a monte. Ancora oggi, si narra, esiste quella strada spianata nella roccia: viene chiamata Sa scala ‘e sa Contissa.
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