“Sa Mama e su sole”: la leggenda sarda ( inquietante) raccontata ai bambini per evitare le insolazioni
Non sempre in passato si usavano con i bambini spiegazioni razionali: le leggende nascevano spesso per scongiurare i pericoli. È questo il caso de “Sa mama e su sole”
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Non sempre in passato si usavano con i bambini spiegazioni razionali: le leggende nascevano spesso per scongiurare i pericoli. È questo il caso de “Sa mama e su sole”. Alla base di molte delle leggende della nostra bellissima isola pare esserci l’assunto per il quale per parlare con i bambini spesso è necessario parlare “come loro”, alimentando credenze anche un po’ spaventose – certo, non troppo – purché esse siano utili a tenerli fuori dai guai.
Questo è il caso de “Sa Mama e su sole”, figura nata per convincere i bambini, nei mesi più caldi, a stare dentro casa da mezzogiorno alle cinque del pomeriggio, contrastando così il rischio dell’insolazione.
La leggendaria donna, coperta dalla testa ai piedi, aveva il brutto vizio di aggirarsi per i vicoli dei nostri paesi durante le ore più calde della giornata. Ecco perché i bambini dovevano – senza se e senza ma – stare dentro, magari addirittura a fare una pennichella – benché questa prospettiva potesse essere persino peggiore di finire tra le grinfie della misteriosa donna, perlomeno agli occhi dei piccini – Quando “Sa mama e su sole” trovava un bambino che aveva eluso la sorveglianza dei suoi genitori e, ignaro del pericolo, stava fuori a giocare, lo sfiorava in viso lasciando un segno e provocando un febbrone da cavallo – ricordato come “halentura” –.
Quasi tutte le versioni concordano nell’affermare il fascino della donna la quale appariva bella e dannata, insomma.
Certo, qualcuno potrebbe avanzare l’ipotesi che questo metodo d’insegnamento sia assimilabile al “terrorismo psicologico“, tuttavia altri ritengono le favole e le leggende di questo tipo un modo semplice e efficace – con un po’ d’immaginazione si possono focalizzare nella propria mente i bambini che, naso al vetro per scrutare l’orizzonte alla ricerca de “Sa Mama e su sole”, stavano dentro casa senza troppi piagnistei – per evitare i pericoli.
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Tra le varie festività, quella attesa con più gioia e trepidazione è sicuramente il Natale.
Durante sa miss’è pudda, la leggenda narra che indispensabile fosse la presenza delle donne in gravidanza. Nel caso in cui il bambino, ancora nel grembo materno, avesse presentato eventuali cerebrolesioni o malformazioni, la messa avrebbe curato ogni problema. Questa notte di preghiera aveva infatti anche un forte potere esorcizzante, come si può intuire dal detto che, in merito alla “cura del feto malato”, dice che durante la messa “sa bestia si furrìada in cristianu”. Secondo la leggenda inoltre, le donne in stato di gravidanza che avessero scelto di non partecipare alla funzione religiosa, rischiavano seriamente di dare alla luce una creatura mostruosa: numerosi racconti in merito narrano di bambini nati con strane forme animalesche, che spesso assumevano i tratti di grandi uccelli neri.
Tra le creature fantastiche più conosciute legate alla tradizione natalizia vi è Maria Puntaborru. Secondo antichi racconti, dopo la cena della vigilia di Natale, neanche una briciola di pane sarebbe dovuta rimanere sulla tavola a fine pasto, o sarebbe presto arrivata Maria.