L’ambasciatrice culturale ogliastrina Ilham Mounssif in Cina: “Come sto tornando alla normalità”

La situazione Covid-19 in Cina è da osservare facendo distinzione tra le varie province. Oggi Ilham Mounssif, l'ambasciatrice culturale marocchina e ogliastrina, che trasferitasi in Cina per lavoro si è trovata bloccata nel campus dove insegna nel bel mezzo dell'emergenza sanitaria, ci racconta come va nello Zhejiang, la provincia orientale dove abita e dove lentamente si sta tornando alla normalità.
La situazione Covid-19 in Cina è da osservare facendo distinzione tra le varie province. Oggi Ilham Mounssif, l’ambasciatrice culturale marocchina e ogliastrina, che trasferitasi in Cina per lavoro si è trovata bloccata nel campus dove insegna nel bel mezzo dell’emergenza sanitaria, ci racconta come va nello Zhejiang, la provincia orientale dove abita e dove lentamente si sta tornando alla normalità.
«Qui a Quzhou e le sue contee, la vita è ripresa quasi alla normalità – spiega Ilham – È presto per abbassare la guardia e parlare di ritorno all’era pre epidemia, forse non la avremo neanche più. Certo è che dalla seconda metà di marzo le attività hanno riaperto progressivamente e le persone sono tornare ad uscire. È stato bellissimo poter fare una pedalata in centro, rivedere le strade riempirsi e le persone godersi le belle giornate all’aperto.
Dopo circa due mesi abbiamo potuto ritrovare la socialità che lockdown e quarantena avevano messo in standby. Come riporto nelle mie stories sui social, le piazze della mia contea son tornate ad ospitare gruppi di aerobica e balli, i ristoranti riaccolgono all’interno dei locali e persino le parrucchieri ed estetiste hanno ripreso a lavorare. Restano chiusi invece cinema, teatri, vietati i grandi eventi pubblici, pub e discoteche. Anche i grandi bar.
Queste riaperture sono state possibili grazie alla chiusura nei confronti dell’esterno: dalla città infatti non si può uscire liberamente e, dove necessario, al proprio ritorno ci si aspettava l’isolamento per 14 giorni. Pertanto permangono i limiti alla mobilità anche interna alla provincia, per quanto i blocchi siano stati levati. Soprattutto per me che sono docente: il nostro istituto prevede che il personale non varchi il confine del nostro distretto amministrativo. Diversamente si deve adempiere all’ obbligo di isolamento con decurtazione dello stipendio per quelle settimane di stop.
A proposito di scuola, sono stati riaperti gli istituti il lunedì di Pasquetta. Quindi ho potuto finalmente rivedere il campus ripopolarsi di studenti e colleghi. Tuttavia, solo gli studenti delle classi superiori sono tornati, perché la riammissione in classe sarà graduale fino a maggio, quando riapriranno pure gli asili.
Le mascherine sono obbligatorie e nella mensa ci si per siede al massimo in due in ogni tavolo (generalmente sono a 4 posti). Resta dunque molto alta l’attenzione sull’epidemia e sullo stato di salute delle persone che frequentano l’istituto, tanto che all’ingresso è installato uno scanner della temperatura e porte scorrevoli da aprire scannerizzando il proprio bollino di salute (che usiamo ovunque anche al supermercato). Le mascherine continuano ad esser usate per la stragrande maggioranza, negli spazi chiusi è obbligatoria come sul luogo di lavoro, supermercati, uffici ecc.
Una normalità parziale dunque, dove resta alta la preoccupazione per i casi asintomatici e i nuovi focolai al nord e centro della Cina. Ma dalle nostre parti per ora va tutto bene e spero di trasmettere speranza con le immagini che vi propongo. So come una semplice pedalata e uno scatto di piazzette frequentate da anziani che giocano a carte possano emozionare oggi. Perché ci manca proprio quella serena e spensierata quotidianità».

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L’ogliastrina Ilham Mounssif ambasciatrice culturale in Cina lancia un appello ai sardi: “Quel che fa la differenza è il comportamento dei singoli”

In Cina, grazie allo shut down generale, l'epidemia inizia a sembrare sotto controllo. L'ambasciatrice culturale italo-marocchina, in Cina per lavoro, lancia un appello ai sardi: "È importante in queste settimane stare a casa. Proteggere deboli e anziani, che non devono esporsi sapendo delle conseguenze che questo virus comporta, perché sappiamo bene che non è una semplice influenza. Seguire le norme di igiene è fondamentale. È unico modo per scongiurare il peggio soprattutto sapendo che le strutture ospedaliere locali non sarebbero in grado di reggere l'urto che un'orda di malati di Covid19 porterebbe. E non bisogna mai pensare che certe cose accadano solo agli altri, lontano da noi. Purtroppo, come questa epidemia dimostra, nessuno è escluso"
Ilhan Mounssif, 25enne di Bari Sardo e originaria del Marocco, da un mese e mezzo si trova chiusa in casa nella provincia dello Zheijian, perchè in Cina – dove due mesi fa si era trasferita per il suo lavoro di ambasciatrice culturale – è scattata la terribile emergenza sanitaria provocata dal misterioso Coronavirus. Oggi ci aggiorna su come i cinesi stanno vivendo queste settimane di panico tra controlli serrati, prevenzione e stretta alla mobilità e lancia un appello agli italiani e ai sardi in particolare, ora che tutta la nazione è stata definita Zona Rossa.
«Lo scenario che mai avrei voluto divenisse realtà purtroppo è diventato tale: il nuovo #coronavirus è giunto nella mia cara isola, così vicino alla mia famiglia e ai miei amici – racconta l’ambasciatrice italo-marocchina dalla sua stanza in Cina – Avrei voluto che non si espandesse in lungo e in largo per il mondo. Mail mondo, purtroppo, è rimasto a guardare e commentare la vicenda cinese invece di prepararsi per ciò che era normale accadesse, considerata l’alta mobilità internazionale dalla Cina e dall’Asia nelle prime settimane di diffusione del virus.

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