Consorzio Bonifica Sardegna Centrale. Maccheronis potrà soddisfare solo il 50% del fabbisogno irriguo

Una situazione di deficit che in mancanza di apporti idrici importanti, rimarrà tale con la conseguenza che sarà necessario adottare ulteriori restrizioni.
Nell’invaso del Maccheronis attualmente ci sono 14 milioni di metri cubi d’acqua (l’invaso ne può contenere 22 milioni).
Una cifra che non potrà soddisfare le necessità del sistema produttivo agricolo delle zone interessate per la stagione irrigua, alla quale, sottratti i fabbisogni potabili, saranno destinati solamente 9 milioni di metri cubi, a fronte di un fabbisogno medio di 19 milioni di metri cubi, quindi meno del 50%.
Una situazione di deficit che in mancanza di apporti idrici importanti, rimarrà tale con la conseguenza che sarà necessario adottare ulteriori restrizioni. Attualmente infatti, dal 1 aprile 2020, c’è il divieto di utilizzo dell’acqua per fini irrigui durante la notte.
I dati che descrivono la situazione dell’invaso Maccheronis sono stati presentati ieri durante la riunione del Comitato Tecnico della Cabina di Regia (istituita con deliberazione n.1 del 21.01.2016 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Sardegna) alla quale hanno preso parte tutti i componenti il comitato: tra questi l’Assessorato regionale dei Lavori Pubblici e dell’Agricoltura, l’Agenzia di Distretto Regionale, il Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale, l’Ente Acque della Sardegna e Abbanoa.
“L’attuale carenza di risorse nell’invaso di Maccheronis – ha rimarcato durante la riunione il presidente del Consorzio di Bonifica Ambrogio Guiso – deriva anche dagli scarichi a mare operati d’inverno per l’esigenza di rispettare, ai fini di protezione civile, il Piano di Laminazione statica dell’invaso nonostante avessimo chiesto invano come Consorzio una disapplicazione, anche parziale, nei mesi scorsi. Per questo motivo l’Amministrazione Consortile, fin dal 1° aprile scorso, ha disposto il divieto di utilizzo di acqua nelle ore notturne. Sappiamo bene che queste misure appaiono assolutamente insufficienti a contenere, in maniera adeguata i prelievi, qualora non si verificassero apporti meteorici importanti, per questo convocheremo, nei prossimi giorni, il Consiglio di Amministrazione dell’Ente, per stabilire nuove misure restrittive. Qualora non si dovessero verificare apporti idrici consistenti e qualora non si adottassero severe misure di contenimento per gli utilizzi, soprattutto irrigui, l’acqua dell’invaso di Maccheronis verrebbe completamente a mancare, per l’agricoltura, già nei primi giorni del prossimo mese di agosto”.
Confidando per altro nella unica piena collaborazione degli agricoltori, perché l’acqua non si può mai chiudere, poiché le condotte consortili alimentano anche gli impianti di potabilizzazione di Abbanoa, “per cui il rispetto delle misure restrittive – ha spiegato ancora Guiso durante l’incontro – è lasciato alla buona volontà degli agricoltori, il cui corretto comportamento va, però, sempre verificato, con l’indispensabile ausilio di altri soggetti (componenti del Forestale, Compagnie barracellari, Vigili Urbani ecc.) essendo il numero del personale operaio attualmente alle dipendenze dell’Ente assolutamente insufficiente a tale scopo”.
Agricoltori che hanno sempre collaborato in maniera piena, e che se la situazione rimanesse tale, dovranno fare i conti con i danni dovuti alla mancanza di risorse idriche. “Eventuali danni arrecati al comparto agricolo a causa delle mancanza di adeguate risorse idriche dell’invaso di Maccheronis, non possono essere fatti ricadere solamente sui consorziati – ha concluso Guiso – i cui tributi (ruoli) andrebbero, in quella zona, ridotti, così come avvenuto in passato, grazie ai contributi concessi dall’Assessorato dell’Agricoltura per fronteggiare i danni causati dalla siccità”.
La Cabina di Regia ha concluso i propri lavori aggiornando la seduta alla settimana successiva, al fine di valutare – sulla base dello stato di effettivo riempimento che avrà allora il serbatoio di Maccheronis – quale saranno i volumi effettivamente disponibili per l’agricoltura e, quindi, se vi sarà la necessità o meno di adottare immediatamente severe restrizioni agli utilizzi irrigui.

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