(Video) Omicidio dei fratelli Mirabello: decisivo per le indagini il lavoro del Ris
Grazie all'attento esame di tutti i reperti rinvenuti durante le indagini è stato possibile trovare le prove del coinvolgimento degli indagati nel delitto, mentre i corpi delle vittime sono stati ritrovati grazie alla confessione di uno di loro
«L’attività del R.I.S si è svolta in fasi distinte – spiega il Tenente Colonnello Cesare Vecchio, Comandante del Ris di Cagliari – la prima mirava a isolare il Dna dei due fratelli scomparsi, successivamente sono stati analizzati i mezzi sequestrati, e i reperti trovati al loro interno. Fondamentale una traccia di sangue rinvenuta sullo sportello che apparteneva a uno dei due fratelli, mentre nei guanti rinvenuti nell’auto bruciata è stato riconosciuto il Dna dell’altro fratello».
«Determinate è stato il fatto di aver ritrovato – prosegue il Comandante Vecchio- una traccia organica appartenente al profilo genetico di un altra persona. Inizialmente attribuito a persona ignota, una volta individuati i presunti colpevoli, il loro Dna è stato comparato con quello trovato nei guanti, e i Ris hanno scoperto che corrispondeva a quello di uno dei due indagati, fornendo la prova del loro coinvolgimento nel delitto».
Per il ritrovamento dei corpi delle vittime sono state invece utili le indicazioni fornite da uno degli indagati: «Le ricerche dei corpi dei due fratelli – racconta il Tenente Colonnello Michele Lastella, Comandante del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cagliari – si sono estese a una zona periferica di Dolianova distante 4 o 5 chilometri dal luogo dell’omicidio, In quella zona sono stati ritrovati i corpi dei fratelli Mirabello, tra la vegetazione in avanzato stato di decomposizione. Le ricerche sono state orientate dalla confessione di Joselito Marras, uno dei due indagati che ha fornito alcune informazioni generiche sul luogo in cui si trovavano i corpi»
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