Decreto firmato: chiusa la Lombardia. Ieri fuga dalla zona a rischio alle seconde case, anche nell’Isola

Firmato da Conte, stanotte, il decreto: si potrà uscire o entrare dalla Lombardia e dalle province di Parma, Piacenza, Rimini, Reggio-Emilia, Modena, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria, Verbano-Cusio-Ossola, Novara, Vercelli e Asti solo per motivi gravi e conclamati.
Firmato da Conte, stanotte, il decreto: si potrà uscire o entrare dalla Lombardia e dalle province di Parma, Piacenza, Rimini, Reggio-Emilia, Modena, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria, Verbano-Cusio-Ossola, Novara, Vercelli e Asti solo per motivi gravi e conclamati.
Già ieri si sentiva il clima di panico: molte persone, prima dell’entrata in vigore del decreto, hanno tentato di mettersi in viaggio verso il Sud Italia e le proprie famiglie. Alcuni, senza biglietto. «Siamo disposti a pagare la multa» hanno dichiarato.
Alcuni sono partiti in auto. Direzione? Come ha sottolineato ieri Emiliano Deiana – che chiedeva più controlli in porti e aeroporti –, verso le seconde case qui in Sardegna. Ad ogni buon conto, hanno lasciato la Lombardia e le province a rischio migliaia di persone. Sparpagliandosi nello stivale. Senza controlli adeguati, senza sicurezze.
«In Sardegna esistono un gran numero di “seconde case” di proprietà di nostri concittadini residenti in altre regioni che, così come segnalano i sindaci dei comuni costieri, si stanno trasferendo in gran numero in Sardegna anche dalle regioni fin’ora più esposte alla malattia oppure arrivano per motivi di lavoro. Un mancato controllo – associato a una possibile moltiplicazione esponenziale dei contagi – potrebbe mandare in tilt il sistema sanitario regionale “tarato” (neanche troppo accuratamente) sui soli residenti in Sardegna e con un numero largamente insufficiente di posti di terapia intensiva. Un’insufficienza che potrebbe non tutelare né chi risiede in maniera stabile né chi vi risiede temporaneamente nel momento acuto della crisi sanitaria» sono le parole di Deiana. «Ad oggi sussistono delle problematiche circa i controlli negli aeroporti di Cagliari, Alghero e Olbia (alla riapertura) e quelli da attivare nei porti di Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Santa Teresa Gallura (collegamento con il porto di un altro Stato: la Francia), Arbatax, Oristano e Cagliari nonché con le nostre isole minori di La Maddalena e dell’Isola di San Pietro. Anci Sardegna e tutti i sindaci sardi chiedono l’immediata risoluzione delle problematiche che non permettono, nel momento di massima crisi, un controllo accurato – con le tecnologie più appropriate e con una mappatura totale di chi entra e di chi esce dall’Isola, i motivi del viaggio e i suoi spostamenti recenti – negli aeroporti e soprattuto nei porti della Sardegna. Alla comunità sarda poco importano i conflitti di attribuzione e di competenze fra Stato e Regione: Vi chiediamo di sederVi tutti intorno a un tavolo e trovare una soluzione a partire dalle prossime ore».

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