Un uomo si è presentato presso la Stazione di Campu Omu, a Burcei, per denunciare di essere stato fermato, mentre si dirigeva a bordo del suo fuoristrada verso la propria zona di caccia in località Codoleddu, da un’auto ferma nella carreggiata. All’esterno della macchina si trovava un 34enne di Sinnai, che pretendeva di non fare passare l’interessato, affermando che fosse in corsa una battuta di caccia grossa.

Il giovane si è poi avvicinato con fare minaccioso al cacciatore e ha distrutto con un pugno il finestrino del suo fuoristrada, ferendolo al volto con le schegge e lo ha infine minacciato anche brandendo delle grosse pietre. Il malcapitato, per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente, ha raccontato di aver subito lasciato la zona.

Lo stesso giorno, un’analoga violenza è stata denunciata ai Forestali pure da parte di un altro cacciatore, che passava a piedi nella stessa località e che è stato minacciato con un fucile.

A seguito delle due denunce, gli uomini della Stazione Forestale di Campu Omu hanno quindi raccolto tutte le fonti di prova e il Giudice delle indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero, ha riconosciuto a carico del giovane di Sinnai gravi indizi di colpevolezza per i reati di violenza privata, lesioni personali e danneggiamento. Per la violenza privata è prevista una pena massima di quattro anni di arresto.

Per ora la misura cautelare dell’obbligo di dimora a Sinnai, comune di residenza.

Nel 208 sono stati 64, l’anno appena concluso ne ha contati 76. 27 gli interventi di trapianto di fegato, 46 di rene 3 di cuore. Altro dato positivo, “le segnalazioni” cioè 61 le persone per le quali è stato autorizzato l’espianto, anche se poi solo 44 sono risultati idonei alla donazione.

Sono invece 63 gli organi che sono stati utilizzati fuori dai confini dell’isola. Questi i dati forniti dall’Assessore alla Sanità Mario Nieddu che ha annunciato di voler intraprendere nuove campagne di sensibilizzazione per migliorare ulteriormente questi risultati.

Mentre Lorenzo D’Antonio, coordinatore del Centro Regionale Trapianti, ha rimarcato che un problema su cui occorre concentrarsi è l’alta percentuale di opposizioni al trapianto, quasi il 24 percento dei potenziali donatori non lo diventano, per il rifiuto dei familiari all’espianto.