(VIDEO) L’artista sardo Moses Concas incanta i giudici di “America’s got talent – The Champions”

Si è fatto decisamente valere Moses Concas sul palco dell'edizione "The Champions" di America's got talent. Dopo aver vinto l'edizione italiana, il musicista quartese ha sfidato artisti da tutto il mondo.
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Da Quartu agli States : Moses Concas, poliedrico artista quartese vincitore nel 2016 di Italia’s got talent, ha partecipato nei giorni scorsi all’edizione “The Champions” di America’s got talent.
Una sfida tra gli artisti vincitori delle diverse edizioni di tutto il mondo giudicati dalla supermodella Heidi Klum, dal produttore discografico britannico Simon Cowell, dalla cantante inglese Alesha Dixon, dal conduttore canadese Howie Mandel e dall’ex giocatore di football americano Terry Crews.
L’armonicista sardo ha stregato i giudici nella sua prima esibizione, in particolare Heidi Klum che gli ha tributato una standing ovation, ma non è riuscito a superare alla fase preliminare e ad accedere alle semifinali. I 50 superfan provenienti da tutto il mondo non gli hanno dato abbastanza voti.
Comunque è andata è stato un successo per Moses, che si è esibito in uno dei palcoscenici televisivi più prestigiosi di tutto il mondo. «Moses concas fa musica come nessun’altro abbiate mai sentito» si legge sulla pagina Facebook del tv show americano.
Ecco nel video la sua esibizione.
Moses Concas SHOCKS The Judges With Harmonica Beat-Boxing! – America's Got Talent: The Champions
This is not your grandfather's harmonica. ? Moses Concas makes music unlike anything you've ever heard!
Gepostet von America's Got Talent am Montag, 20. Januar 2020
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Sapevate che nell’800 venne progettato un porto nell’Isolotto d’Ogliastra?

Nel 1863 fu avviato un progetto che prevedeva la costruzione di un porto commerciale, finanziato dal Ministero dei Lavori Pubblici. L’idea era tanto ardita quanto affascinante...
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Davanti alla costa di Lotzorai e Santa Maria Navarrese si staglia l’Isolotto d’Ogliastra, che da secoli veglia sul mare e sulle comunità costiere. Oggi è meta ambita da diportisti e amanti della natura, ma per gli ogliastrini rappresenta soprattutto un luogo carico di memoria e tradizione, celebrato ogni anno con la suggestiva processione di Santa Maria.
Questo luogo non è mai stato soltanto un punto nel paesaggio: fin dai tempi più antichi è stato rifugio per pescatori e naviganti sorpresi dalle tempeste, come dimostrano i reperti che risalgono all’epoca fenicio-punica.
Alla metà dell’Ottocento, l’Isolotto entrò persino nei piani del Governo italiano. Nel 1863 fu avviato un progetto che prevedeva la costruzione di un porto commerciale, finanziato dal Ministero dei Lavori Pubblici. L’idea era tanto ardita quanto affascinante: unire i due isolotti maggiori con una scogliera artificiale, utilizzando il granito locale, e completare l’opera con due moli di attracco.
Ma il mare, con la sua forza inesorabile, rese tutto impossibile. Le mareggiate invernali distruggevano in pochi giorni i progressi di settimane di lavoro. Così, quando si decise di investire sulla realizzazione del porto di Arbatax, il sogno di trasformare l’Isolotto in un approdo commerciale svanì definitivamente.
La breve stagione del cantiere lasciò però dietro di sé storie e testimonianze. Si racconta che un operaio, durante i lavori, abbia rinvenuto nascosto tra le rocce un tesoro di circa 600 zecchini d’oro. Una leggenda che ancora oggi arricchisce il fascino dell’isola.
Più concreta, invece, è la piccola costruzione in muratura che resiste sull’isolotto maggiore. Secondo un rapporto del Genio Civile del 1866, era uno dei due casotti destinati agli assistenti del cantiere: l’altro sorgeva ad Arbatax.

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