«Cara Jennifer, Cagliari è la città perfetta che cerchi», Truzzu scrive alla Lopez
Jennifer Lopez ha dichiarato a Vanity Fair di volersi trasferire in Italia, alla ricerca di una vita più tranquilla. In men che non si dica Paolo Truzzu risponde alla cantante: «Ho io la soluzione che fa per te, la città perfetta che cerchi!»
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Il sindaco di Cagliari scrive a Jennifer Lopez: vieni a vivere da noi, in “risposta” alla pubblicazione di un’intervista della cantante in cui ha dichiarato di essere alla ricerca di una vita più tranquilla, magari in Italia.
«Cara Jennifer, ho letto una tua intervista su Vanity Fair nella quale dici di essere alla ricerca di una piccola città italiana dove vivere con tempi rilassati, mangiare cose buone, godersi il ritmo lento delle giornate, a contatto con la natura e in un clima decisamente propizio.
Ho io la soluzione che fa per te, la città perfetta che cerchi!
Cagliari non è proprio piccola ma ti invito a venire a vivere qui, troverai tutto ciò che ti serve: la possibilità di riprendere gli spazi della propria vita, camminare per le vie del centro senza improbabili scocciatori, a contattato con gente discreta e attenta a non oltrepassare la privacy altrui, proprio come siamo noi sardi e cagliaritani.
C’è sempre un aeroporto efficiente che permette di spostarsi tranquillamente ovunque, e luoghi dove, invece, nascondersi, riposarsi, dedicarsi a se stessi evitando i ritmi frenetici delle grandi città. Potrai frequentare splendide spiagge, apprezzare tramonti mozzafiato, vivere la straordinaria nidificazione dei fenicotteri rosa, gustare una splendida cucina e scoprire la storia e la cultura di una terra che è stata la culla di una antica civiltà e di una città capitale del Regno. Quest’anno Cagliari sarà ricca di eventi di ogni tipo. Dalle gare dell’America’s Cup alle mostre, sarà un anno ricco da vivere con molta tranquillità. Siamo qui… noi ti aspettiamo e siamo pronti ad ospitarti magari già il 1 Maggio, per la sagra di Sant’Efisio, una esperienza unica di fede e tradizione!»
Paolo Truzzu
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La storia di Ilham Mounssif, la ricercatrice ogliastrino-marocchina che ha conquistato il mondo partendo da Bari Sardo

Ha solo trent’anni, ma alle spalle ha già vissuto in quattro continenti. Ilham Mounssif, ricercatrice italo-marocchina nata e cresciuta in Ogliastra, oggi lavora a Cagliari, ma il suo percorso l’ha portata tra Marocco, Russia, Cina, Brasile e Colombia, alla scoperta di come il mondo si racconta e si organizza oltre gli schemi occidentali. Conosciamola meglio
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Ha solo trent’anni, ma alle spalle ha già vissuto in quattro continenti. Ilham Mounssif, ricercatrice italo-marocchina nata e cresciuta in Ogliastra, ha trasformato la curiosità e l’apertura che le derivano dalle sue radici doppie in una carriera accademica cosmopolita. Oggi studia a Cagliari, ma il suo percorso l’ha portata tra Marocco, Russia, Cina, Brasile e Colombia, alla scoperta di come il mondo si racconta e si organizza oltre gli schemi occidentali.
“Ogni esperienza mi ha cambiata,” racconta. “Il Marocco, dove ho fatto cooperazione allo sviluppo, mi ha aiutata a capire chi sono e da dove arrivo, sia culturalmente che politicamente. Era il 2017, un anno segnato da forti tensioni nel Paese, e quelle rivolte mi hanno spinta ad approfondire la sua storia etnica, religiosa e coloniale.”
Dalla vivacità di Rabat alla rigidità del clima russo, il salto è stato grande. A Mosca, dove ha studiato i rapporti tra la Russia e il mondo arabo-islamico, Ilham ha cominciato a interrogarsi sui limiti del pensiero occidentale: “Lì ho capito che la mia formazione era piena di filtri eurocentrici. La Russia mi ha dato la spinta per cercare nuove chiavi di lettura, capaci di unire politica, economia e cultura.”
Dopo un periodo alle Nazioni Unite a Vienna, la rotta l’ha portata verso Est. “Mi mancava la Cina,” racconta. “Non potevo ignorarla. Ci sono andata in piena pandemia, e quell’esperienza ha cambiato tutto. Avevo una visione distorta di quel Paese e ho scoperto un mondo aperto, dove si discuteva liberamente di temi come i BRICS, la governance globale e il futuro post-occidentale.”
È lì che nasce l’idea del suo dottorato sul regionalismo nel Sud Globale e sui BRICS, una prospettiva accademica che unisce i suoi studi e le sue esperienze sul campo. “In Cina, e in generale in Eurasia, c’è un grande fermento su questi temi, mentre in Europa sono spesso confinati a una nicchia. Quegli anni mi hanno insegnato a leggere la geopolitica da punti di vista diversi.”
Dopo la pandemia, Ilham sceglie di tornare in Italia. “Riprendere il progetto di dottorato è stato emozionante. Avevo bisogno di casa, e casa per me è la Sardegna.” Il rientro, però, non è stato semplice: “All’inizio è stato uno shock culturale al contrario. Mi pesavano il contante ovunque, i mezzi pubblici lenti, la burocrazia. Ma poi ho ritrovato la socialità, il cibo, la bellezza dei nostri paesaggi. Mi hanno rimessa in equilibrio.”
Dietro la sua determinazione, c’è una famiglia che l’ha sempre sostenuta. “I miei genitori, in Ogliastra, mi hanno lasciata libera di inseguire i miei sogni. Non è scontato, soprattutto per chi, come me, è cresciuta tra due culture. Mi hanno insegnato che le radici non sono una zavorra, ma un punto di forza.”
Tra una conferenza e un viaggio, Ilham ha imparato a rendere accessibili temi complessi. “Il mio lavoro nei media e sui social mi ha aiutata a parlare chiaro, a non chiudermi in linguaggi troppo accademici. Voglio che la mia ricerca serva anche fuori dall’università.”
La recente missione di ricerca tra Brasile e Colombia ha segnato un nuovo capitolo. “Essere a Rio durante la presidenza brasiliana dei BRICS è stato incredibile. Ho incontrato studiosi che leggevo da anni, e ho visto da vicino come il Sud Globale stia costruendo una propria narrazione. Poi la Colombia mi ha sorpresa, con il suo dinamismo e la voglia di confronto.”
A breve, Ilham volerà in Armenia, dove presenterà un paper alla conferenza euroasiatica. “Analizzerò la strategia cinese tra Eurasia e Sud Globale. I BRICS sono il ponte tra queste due dimensioni: una geografica, l’altra identitaria e storica. È il cuore del mio lavoro.”
La vita da ricercatrice, però, non è solo entusiasmo. “Ci sono momenti di solitudine, ma il confronto con altri studiosi è fondamentale. In Brasile l’ho capito davvero: discutere, ricevere feedback, cambiare prospettiva. È così che si cresce.”
Nel suo percorso, Ilham vede un filo rosso che lega la Sardegna al Sud Globale. “L’Ogliastra è una periferia dentro il Nord Globale, e in questo somiglia a molti Paesi del Sud del mondo. Le dinamiche di marginalità, di distanza dai centri di potere, sono simili.”
Sul futuro non ha certezze, ma molte possibilità. “Il mondo accademico mi piace, ma potrei anche lavorare nella diplomazia o nei media. Alla fine finirò dove il mio potenziale troverà spazio. Intanto continuo a studiare, perché nello studio ho trovato la mia libertà.”

Ilham Mounssif

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