Un ex carabiniere in congedo di 45 anni ha dato fuoco ieri sera alle auto dei propri familiari dopo una accesa discussione.

Come riporta l’Ansa, l’uomo, seccato per i rimproveri ricevuti dal padre e dal fratello che lo accusavano di stare troppo in casa e di non lavorare, non ci ha visto più dalla rabbia, è andato nel box dove erano parcheggiate le loro auto ed ha appiccato il rogo.

Subito dopo l’ex militare è andato in caserma per autodenunciarsi. I carabinieri lo hanno arrestato. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco del distaccamento di Iglesias che hanno evitato la propagazione delle fiamme alla struttura dell’abitazione adiacente.

Un’altra autovettura parcheggiata in strada era stata coinvolta parzialmente dalle fiamme, che sono state tempestivamente spente dagli operatori. Sul posto è intervenuta in supporto anche un’autobotte della sede centrale del Comando di Cagliari.

I Vigili del fuoco hanno provveduto alla messa in sicurezza delle aree coinvolte e avviato gli accertamenti per stabilire le cause dei due roghi.

La leggenda narra che nel paese di Perdasdefogu fosse severamente vietato svolgere qualsiasi attività lavorativa il 29 giugno, giorno di San Pietro patrono oggi come allora del piccolo villaggio.

La credenza racconta di una punizione atroce per i trasgressori: essere ingoiati dalla terra. Ma giugno è il mese della trebbiatura e per alcune famiglie non c’era spazio per la festa e tanto meno per le superstizioni. Il lavoro nei campi era troppo importante per ricordarsi di santificare le feste. In quel giorno di fine giugno una famiglia intera si recò, come di consueto, al proprio appezzamento di terra, lontano dal centro abitato nella località oggi conosciuta col nome di “Is Corcorigasa”.

Mentre il paese si preparava a onorare il Santo, cominciava per la sfortunata famiglia il lavoro della trebbiatura. Lontano dai balli e dalle voci festanti, la terra sotto i piedi dei contadini “peccatori” iniziò a tremare, la fatica del lavoro lasciò spazio solo al terrore, la terra si aprì ingoiò i malcapitati e si richiuse sopra di loro. Ci si accorse ben presto della mancanza della famiglia e si iniziò a cercarli ovunque, spariti senza lasciare traccia. Gli abitanti pensarono al peggio, a quel peggio che tutti conoscevano e che non osavano violare. Si racconta, ancora oggi, che se ci si reca nelle vicinanze del possedimento nel quale avvenne la scomparsa, nel giorno del macabro anniversario, si possano udire le voci le urla e i pianti provenire dal sottosuolo.