All’interno del progetto d’incontri formativi promossi dalla parrocchia di Jerzu, il 7 dicembre è stato ospite della comunità ogliastrina il dottor Mario Angelo Sette, Psicologo e Psicoterapeuta e già dirigente psicologo al Centro di Salute Mentale.
Si è parlato del concetto di libertà, di che cosa significa essere liberi. Essere liberi significa responsabilità, significa avere un’idea, un’opinione, significa identità, autostima ma anche creatività intesa come la capacità dell’intelligenza di esprimere il suo talento. Si è discusso poi di ciò che è di ostacolo alla libertà, di ciò che la limita e che la impoverisce. Al contrario di quanto si può pensare, ciò che impedisce realmente di essere persone veramente libere e capaci di autodeterminarsi in società è la non conoscenza che c’impedisce di vedere e di svincolarci dalla nostra chiusura mentale.
Altri limiti alla libertà sono le mode e la violenza. Le mode quando tendono ad omologare ad una mentalità standardizzata privando il singolo della propria individualità e la violenza che non rispetta la libertà dell’uomo. Infine sono di ostacolo alla libertà le dipendenze, cioè l’uso e l’abuso di determinate sostanze od oggetti che hanno il potere di creare una reazione mentale nel nostro cervello che funziona solo in virtù di quell’oggetto o di quella sostanza.
In merito a queste considerazioni, circa 12 anni fa è stata effettuata in Ogliastra un’indagine conoscitiva sui comportamenti a rischio in adolescenza effettuata nel marzo del 2004 e centrata sulla percezione da parte dei servizi socio sanitari operanti nel territorio dell’Ogliastra, del disagio minorile nei contesti di vita.
Ultimamente, nel 2017 è stata effettuata una terza indagine che non si differenzia dai dati nazionali e dall’indagine di dieci anni prima. Dai dati effettuati su un campione di ragazzi di 16/17 anni è emerso che non c’è stato un abuso di sostanze ma un diverso uso strumentale della sostanza.
Inoltre, all’ultima indagine, è emerso che è aumentata la percentuale di donne che si sono avvicinate all’alcool. Situazione in linea con la tendenza nazionale.
Sono in continua evoluzione le problematiche legate al disagio in età adolescenziale. Negli ultimi anni, come afferma il dottor Giuseppe Ruggiu, Neuropsichiatra Infantile presso l’U.O. Consultorio – NPIA di Lanusei, si è assistito ad una diffusione sempre più ampia di forme di autolesionismo non suicidario e di violenze legate ad atti di bullismo, amplificati dall’uso pervasivo dei social network che ormai ha assunto un suolo fondamentale nella creazione, nel mantenimento e nella gestione delle relazioni interpersonali.
I dati riferiti ad un campione di ragazzi dai 16/17 anni, cioè un’età inferiore, fa ritenere che nel corso degli anni ci sia stata una riduzione del numero dei ripetenti probabilmente grazie all’intervento della scuola e delle istituzioni sociali sul fenomeno della dispersione scolastica. Per quanto riguarda le scale di rischio psichiatrico e di instabilità emotiva i dati si riconfermano come quelli riportati in letteratura, con una maggiore incidenza delle femmine.
Per quanto riguarda l’uso di sostanze si rileva una diminuzione rispetto all’uso di alcol e tabacco. Si rileva invece l’aumento dell’utilizzo di internet e dei videogiochi che stanno creando nuovi modelli di funzionamento cognitivo e relazionale. Inoltre di segnalano nuovi fenomeni di dipendenza e di devianza che sono internet addiction e bullismo.
Questi dati riflettono quindi una situazione sulla quale è necessario intervenire, inducendo l’adulto a riflettere su quale contesto di vita l’adolescente si ritrova a crescere: uno scenario critico e scarsamente comunicativo. Occorre trovare nuovi canali di ascolto e di accoglienza vicina ai loro contesti di vita.
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