Maurizio Maggi e Dina Lauricella vincitori del Premio Cambosu per narrativa e giornalismo

Definiti dalla giuria del premio “supervincitori”, a ribadire un rapporto di parità con gli altri autori finalisti, Maurizio Maggi e Dina Lauricella sono stati proclamati e premiati nel corso della cerimonia condotta dalla presidente della giuria Neria De Giovanni.
Maurizio Maggi con “La coda del diavolo” (Longanesi, 2018), per la sezione la Narrativa, e Dina Lauricella con “Il codice del disonore. Donne che fanno tremare la ‘ndrangheta” (Einaudi editore). Sono loro i vincitori della terza edizione del Premio “Salvatore Cambosu”, il concorso letterario promosso dalla Fondazione intitolata allo scrittore sardo che a Orotelli aveva le sue radici.
Definiti dalla giuria del premio “supervincitori”, a ribadire un rapporto di parità con gli altri autori finalisti, Maurizio Maggi e Dina Lauricella sono stati proclamati e premiati nel corso della cerimonia condotta dalla presidente della giuria Neria De Giovanni.
“Un libro intenso, audace, vero. Una storia che non lascia indifferenti. La Coda del Diavolo di Maurizio Maggi (Longanesi editore) è un noir sconvolgente. Una trama incalzante, che mette a nudo vite disordinate e personaggi verghiani, e che trascina il lettore in un vortice di miserie e nobiltà, dove alla fine a trionfare sarà la giustizia. E l’amore, inaspettato e poetico. L’eterna lotta del bene e del male. Il dolore di una madre (in realtà sono due, tre, quattro forse molte di più) che diventa universale. In una Sardegna selvaggia e autentica che fa da sfondo a vite sbagliate e voglia di riscatto.
Un’isola che Maggi percorre tutta e che conosce a fondo. Lo fa con Sante Moras, il protagonista. L’agente di polizia penitenziaria accusato dell’omicidio di un “mostro”, in fuga alla ricerca di verità e salvezza. Anche la sua. Una terra magica che conquista: i profumi della macchia mediterranea, i cieli stellati, le alture, il mare cristallino, le miniere e gli scempi del post industrializzazione. Dove la malavita trova complicità e coperture. Un romanzo struggente, uno spaccato di vita che inquieta e toglie il respiro. I mostri sono vicino a noi. Speriamo anche i Sante Moras”
Con questa dichiarazione congiunta la giuria presieduta da Neria De Giovanni (editrice, esperta dell’opera di Grazia Deledda) e composta da Simona De Francisci (vicedirettore di Videolina), Marco Frittella (conduttore Tg1), Vito Biolchini (giornalista e conduttore radiofonico) e Tiziana Grassi (giornalista Rai) ha rimarcato l’alto valore letterario de La coda del diavolo.
Il premio della sezione giornalismo/reportage è stato assegnato a ridosso della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre, istituita dalle Nazioni Unite per rimarcare che la violenza contro le donne è una gravissima violazione dei diritti umani. Il premio Cambosu si svolge anche in prossimità del decennale della morte di Lea Garofalo, assassinata dalla ‘ndrangheta per aver denunciato alla magistratura i crimini di cui è stata testimone. «La risonanza di queste date non ci lascia indifferenti – si legge nella motivazione della giuria – così come non ci ha lasciati niente affatto indifferenti “Il codice del disonore. Donne che hanno fatto tremare la ‘ndrangheta” della giornalista e reporter Dina Lauricella, uscito per Einaudi quest’anno». Lauricella è nota al grande pubblico per aver firmato grandi videoreportage per programmi di Michele Santoro, come Inferno atomico (Premio della critica Ilaria Alpi).
Per la sezione giornalismo è stata consegnata una menzione d’onore a Paolo Pillonca per aver scritto “O bella musa, ove sei tu” (Domus De Janas, 2018) un libro che, in maniera coinvolgente, ripercorre le gare poetiche in Sardegna. Attraverso una ricostruzione rigorosa, quanto appassionata, restituisce al lettore l’emozione di una produzione culturale allo stesso tempo colta e popolare. «L’opera di Pillonca – ha dichiarato la presidente De Giovanni – è importante anche perché è stata l’ultima fatica di un giornalista e di uno studioso che nel corso della sua lunga carriera è sempre stato nella parte dei sardi e della Sardegna».
La cerimonia si è conclusa con la consegna del Premio Speciale a Gianni Filippini, l’intellettuale, scrittore, giornalista e caro amico di Salvatore Cambosu.
Da www.fondazionecambosu.it

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