Lo sapevate? In Sardegna censiti oltre 400 Alberi Monumentali: il record è nazionale e l’Ogliastra spicca
Lo sapevate? In Sardegna censiti oltre 400 Alberi Monumentali: il record è nazionale e l’Ogliastra spicca
Lo sapevate? In Sardegna censiti oltre 400 Alberi Monumentali: il record è nazionale e l’Ogliastra spicca
L’Isola è la Regione con il maggior numero di esemplari inseriti nell’Elenco nazionale degli alberi monumentali. L’Ogliastra è la zona con il maggior numero
La Sardegna si dimostra ancora una volta uno scrigno della botanica, capace di custodire al suo interno rari tesori naturali, in un tripudio di biodiversità.
Il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale qualche tempo fa, in collaborazione con Forestas, ha censito 400 “alberi monumentali” che possono essere definiti tali, secondo i criteri stabilito dal decreto interministeriale del 23 ottobre 2014, seguito alla legge n. 10 del 14 Gennaio 2013 che ne ha istituito l’Elenco nazionale. Un vero e proprio record nazionale, con inoltre 285 esemplari inseriti nella lista degli alberi monumentali d’Italia stilata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dove potrebbero ben presto trovare posto gli altri 115.
Possiamo definire quindi la nostra isola la “Terra degli Alberi Monumentali”, dove sono state censite 65 specie diverse, nelle quali prevalgono il leccio con 81 esemplari. L’Ogliastra vanta 116 alberi, oltre un quarto, ed è la zona con il maggior numero di questi monumenti naturali, rientranti nella lista per il particolare interesse: paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale.
Già nel libro di Siro Vannelli del 1989 “I grandi alberi della Sardegna”, era stato fatto uno studio in materia, nella cui copertina appariva maestoso “S’Iligi ‘e Canali”, il famoso leccio secolare di Seui.
Proprio il paese montano, risulta essere il Comune sardo con il maggior numero di esemplari presenti nell’Elenco nazionale degli alberi monumentali. Ogni anno l’Associazione Seuesi a Cagliari e nel Mondo Onlus, organizza l’escursione che ogni anno porta a “s’Iligi ‘e Canali”, il “patriarca” di oltre 600 anni, posto al confine della Foresta di Montarbu. Da anni organizzata dal sodalizio con sede a Cagliari, ha visto anche l’apposizione di una targa ai piedi del leccio seuese per antonomasia, dedicata alla guardia campestre Giuseppe Carboni che salvò l’albero dall’abbattimento abusivo negli anni ’40 ad opera di una ditta appaltatrice di deforestazione.
Una strenua e nobile difesa quella di Carboni, con nottate passate sotto le fronde del maestoso leccio alto oltre 30 metri, grazie alla quale possiamo ammirare ancora questo “gigante verde”.
(PHOTOGALLERY) Seui, due imprenditori bolognesi convolano a nozze di fronte al nuraghe di Ardasai
Due bolognesi, si sono sposati ai piedi del nuraghe Ardasai. Accolti calorosamente dalla comunità seuese, hanno potuto coronare il sogno di sposarsi nel loro luogo del cuore, vestiti con l’abito tradizionale di Seui, accompagnati dalle note di “No potho reposare”.
Un luogo misterioso e antichissimo, che da tanti millenni domina una delle zone più belle della Sardegna. Il nuraghe di Ardasai posto come un’eterna sentinella fra maestose montagne, a misurare il tempo osservando il passare delle stagioni, è stato designato da due imprenditori bolognesi, come luogo dove celebrare il proprio matrimonio.
I novelli sposi, Giovanni Pinna ( 57 anni) e Simona Gomaraschi (45), hanno privilegiato la località seuese perchè ammaliati dal fascino naturalistico e storico del luogo. Grazie al Trenino Verde otto anni fa circa, sono entrati in contatto con questa zona della Sardegna, e durante una sosta a Seui, hanno scoperto le peculiarità del paese di montagna.
Negli anni seguenti Giovanni e Simona si sono recati più volte a Seui, innamorandosi della foresta di Montarbu e delle falesie del Tonneri. Nel 2016 durante una visita al Nuraghe di Ardasai hanno conosciuto Pierino Minetto e Loredana Scampeddu, due professori in pensione di Bari Sardo, dalla quale è nata una fraterna e solida amicizia. Pierino originario del Piemonte, essendo anche un archeologo, ha raccontato la storia del nuraghe seuese, affascinando i due bolognesi.
Quest’anno la decisione di sposarsi nel nuraghe. Spiega Simona: «Ad agosto quando ci siamo incontrati con i nostri amici, visto che Pierino avrebbe compiuto ottant’anni, abbiamo espresso per un’occorrenza così importante, il desiderio di sposarci. Ovviamente il luogo doveva essere Ardasai, dove ci siamo conosciuti e loro ci avrebbero fatto da testimoni». Nei primi mesi dell’anno presi i contatti con il Comune di Seui e avviate le procedure, si è iniziato a programmare il matrimonio, celebrato il 5 maggio scorso.
«Ci tengo a ringraziare l’amministrazione e i dipendenti comunali – dice Simona – che hanno reso possibile la realizzazione del matrimonio ad Ardasai. Dove la location non ha avuto nessun costo». Una cerimonia molto intima con quattordici invitati, ma che ha avuto un regalo inaspettato per gli sposi: «L’accoglienza dei seuesi è stata davvero calorosa – racconta con emozione Simona – ci hanno accolto come se appartenessimo alla loro comunità. La signora Gianna Anedda ci ha permesso di indossare durante la celebrazione del matrimonio, l’abito tradizionale seuese, con l’affetto di una madre nei confronti di un figlio. Raimondo Mascia un giovane liceale, nonché ottimo musicista, ci ha omaggiato nelle fasi della cerimonia con l’organetto, sulle note della canzone sarda “No potho reposare”. E la signora Silvana Gaviano si è offerta di fare da fotografa, immortalando quel giorno con foto bellissime».
Un matrimonio che si è svolto partendo in corteo a piedi dall’ Agriturismo Carrighera al vicino nuraghe di Ardasai. A fare da cornice le peonie, il mughetto e tante altre specie vegetali in fiore, tra i profumi e le essenze della flora auctoctona. Dopo il matrimonio svoltosi con rito civile ai piedi del nuraghe, celebrato dal Sindaco di Seui Marcello Cannas, si è ritornati alla struttura recettiva di Angelo Dessi e Carmen Farci, dove è stato servito il pranzo nuziale.
«Un banchetto eccezionale – racconta Giovanni – dove abbiamo apprezzato cibi e bevande rari da trovare. Nei tre giorni che siamo stati nelle struttura, ho potuto osservare il lavoro di Angelo: sveglia all’alba e tanto sacrificio, ma allo stesso tempo si avverte la sua passione e la fortuna di vivere in quei luoghi». Non è mancata nemmeno un’altra sorpresa, racconta la sposa: «Tenevo a fare una passeggiata fino a Perd’e Liana (territorio di Gairo – n.d.r.-) dopo il matrimonio, e in serata dopo il banchetto siamo riusciti a fare anche quello, grazie al sindacos. E’ stato il nostro piccolo viaggio di nozze».
Oltre alla bellezza esteriore data dai luoghi, c’è una qualità trovata dagli sposi, nella gente del posto. «La Sardegna è bellissima in ogni territorio – spiega Simona – però la zona centro-orientale, soprattutto i paesi della montagna, conserva a nostro avviso la vera anima sarda. L’ospitalità qui è sacra, e le persone sono ancora genuine. Ci hanno fatto sentire a casa, abbiamo provato delle emozioni e dell’affetto difficili da descrivere».
Giovanni, trapiantato con la sua famiglia a Bologna in tenera età, madre di Sassari e padre di Castelsardo ha osservatoanche un altro aspetto: «L’appartenenza dei sardi alla loro terra. Ora capisco perché molti non vogliono andare via e chi è lontano soffre il distacco:hanno perfettamente ragione».
Il Sindaco Cannas sul primo matrimonio svolto ad Ardasai afferma: «Una bella vetrina per il paese: siamo orgogliosi che siano state apprezzate le nostre bellezze naturalistiche e archeologiche. Per quanto riguarda Simona e Giovanni, è stato naturale che la comunità accogliesse in tal modo persone così squisite».
Oggi che sono ritornati a Bologna, nell’ingresso della loro impresa svetta racchiusa in una bella cornice l’immagine del nuraghe Ardasai. «Un regalo ricevuto dal sindaco – spiegano gli sposi – che abbiamo apprezzato molto. Speriamo che il lavoro ci permetta di tornare il prima possibile a Seui».
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