Mondiali Canottaggio, uno strepitoso Stefano Oppo conquista il pass per le Olimpiadi di Tokyo 2020 e vola in finale

«Un saluto e un ringraziamento a tutti coloro che mi hanno seguito e sostenuto fino a qui. Il vostro sostegno è molto importante e sabato lo sarà ancora di più. Grazie ancora e un saluto a tutta la Sardegna».
Una gara al cardiopalma quella disputata questa mattina da Stefano Oppo e Pietro Ruta. Nella semifinale di oggi, il doppio pesi leggeri azzurro ha conquistato non solo il primo posto, volando così in finale A, ma soprattutto il tanto sognato pass per le prossime Olimpiadi di Tokyo.
Con il tempo di 6:13:300, il campione sardo ha sbaragliato gli avversari in una gara combattuta letteralmente fino all’ultimo metro. La Spagna infatti è partita subito molto veloce, con un elevato numero di colpi, seguita dalla Cina e poi dall’equipaggio italiano, che è rimasto in terza posizione fino agli ultimi 150 metri.
In 150 metri, quattro erano gli equipaggi che si contendevano le tre posizioni per la finale e la qualificazione olimpica.
Quasi sul traguardo è iniziata la chiusura dell’Italia, chiamata fortemente da Stefano Oppo.
«Gli ultimi 150 metri abbiamo fatto una chiusura molto forte che mancava nelle precedenti gare internazionali. Questo ci ha permesso di spuntarla sugli avversari e guadagnare anche il miglior tempo in assoluto», queste le parole di Stefano Oppo, al termine di questa gara strepitosa.
Una grande soddisfazione per il campione sardo e tutto il suo team. Questo risultato ha infatti permesso la qualificazione ai prossimi giochi olimpici; solo i primi 7 equipaggi strappavano il pass e Stefano Oppo, volando in finale, ha perfettamente centrato l’obiettivo. Il doppio pesi leggeri maschile è l’unica specialità olimpica per questa categoria di peso e dunque questo risultato vale doppio.
Nuoro, donna perseguitata dall’ex marito da anni: «Non posso stare in silenzio, non è vivere»

Terribile storia, quella raccontata da La Nuova Sardegna e che ha, come protagonista, una donna nordafricana a Nuoro da 25 anni.
Terribile storia, quella raccontata da La Nuova Sardegna e che ha, come protagonista, una donna nordafricana a Nuoro da 25 anni.
Lunedì ha depositato l’ennesima denuncia nei confronti dell’ex marito che la perseguita da anni.
«Non voglio essere un’altra vittima» ha dichiarato alla Nuova. «Questo è un appello alla giustizia, prima che succeda l’irreparabile».
Dopo 13 anni, il matrimonio è finito – diversi anni fa – e da allora la situazione è tragica. Due figli, uno disabile. La donna – anch’essa disabile – ha raccontato al quotidiano il calvario iniziato con la separazione.
«Da maggio a oggi, almeno dieci volte la mia macchina è stata aperta, messa a soqquadro, in un caso è stata danneggiata la tappezzeria con un coltello, in un altro rovinato il cruscotto» ha detto. Ma non solo. « Mi lasciano la spazzatura e ogni genere di sporcizia davanti alla porta di casa. Ogni volta che chiedo a qualcuno se si è accorto di qualcosa, mi girano le spalle». Ma nessuno vede nulla, anche quando le cose accadono di fronte a casa. E le denunce finiscono sempre contro ignoti.
La donna ha paura, questo ha detto rimarcando il fatto che ci si preoccupi delle violenze sulle donne solo quando le donne muoiono. «Il mio ex marito mi ha spesso ripetuto che avrebbe fatto di tutto per vedermi cadavere».
«Non è facile per me espormi e denunciare. La mia paura è non essere creduta. Ma perché non posso vivere serenamente? L’ingiustizia è troppo amara» ha concluso, come scrive La Nuova . «Io non posso stare in silenzio, questo non è vivere».

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