Attilio Melis, foghesino di 77 anni, ci conduce alla scoperta delle erbe spontanee commestibili, officinali, ma anche quelle dalle quali è meglio stare alla larga.

Attilio racconta che questa passione gli è stata trasmessa da sua madre perchè, fin da bambino, amava osservarla preparare gli infusi di erbe per il marito, necessarie ad alleviare dolori e vesciche dovute alle lunghe e faticose giornate lavorative in campagna. 

Nel corso della sua vita Attilio ha imparato, anche mediante l’aiuto dei libri, a riconoscere i vari tipi di erbe, a comprendere le loro proprietà terapeutiche e in quanti modi diversi potessero essere utilizzate per alleviare dolori fisici e le patologie non gravi come raffreddore, tosse, mal di gola, etc. Intorno al 1965, una volta terminato il servizio militare, riuscì a trovare il primo libro, “Dottor Natura” al cui interno è possibile trovare circa 450 ricette e preparazioni curative adatte a migliorare la qualità della vita. Dall’erba china, ad esempio, si può produrre il chinino che, in tempi antichi, veniva utilizzato per combattere la malaria.

Fino ad oggi Attilio ha trattato circa 500 tipi di erbe ed è ben felice quando qualche suo compaesano si rivolge a lui in cerca di consigli e prodotti. «Un uomo aveva dei piedi talmente rovinati che avvertivi la sensazione di dolore soltanto osservandoli – afferma Attilio – decisi dunque di rendermi utile, consigliandogli di posizionare le foglie fresche di iperico in mezzo alle dita. Dopo qualche giorno dolori e ferite erano scomparsi lasciando posto a una pelle risanata e morbida». Attilio dice che non tutti conoscono le preziose proprietà di molte piante che, in maniera spontanea, crescono nei prati, nei campi, nei boschi e che spesso vengono strappate, calpestate o buttate via.

L’uomo conosce bene la sua campagna e con fare tranquillo va alla ricerca delle varie erbe officinali che vuole mostrarci, spiegandone inoltre le proprietà: utilizzando l’olio di iperico è possibile alleviare il dolore dovuto alle scottature. Quando si ha mal di stomaco consiglia l’infuso di menta o di camomilla; per il mal di denti si può invece ricorrere all’infuso di verbena. Attilio conosce tantissimi altri rimedi e, all’interno della sua abitazione, ha riservato una stanza per la conservazione di erbe e prodotti finiti che emanano un profumo delizioso e quasi magico.

Anche nella nostra Isola si coltiva la spirulina, una microalga a forma di spirale da cui prende il nome, riconosciuta dalla FAO come “Alimento del Futuro”. Questo superfood naturale è ricco di proprietà nutrizionali e può essere consumato in molti modi: si può aggiungere a succhi freschi, smoothie, yogurt o essere utilizzato come ingrediente per preparare ricette sia dolci che salate.

Le qualità della spirulina sono ben note fin dai tempi degli Aztechi e oggi stanno tornando molto apprezzate in Europa e in Italia. È un prodotto ideale non solo per l’alimentazione, ma anche per la cosmesi e la produzione di integratori, grazie al suo alto valore nutrizionale.

In Sardegna la spirulina viene prodotta nella miniera di Monte Sinni, vicino a Nuraxi Figus, nel Sulcis-Iglesiente, sotto la gestione di Carbosulcis, una società controllata dall’assessorato regionale all’Industria. Questa miniera è stata l’ultima attiva in Italia fino al 2019, anno in cui è stata sospesa l’attività estrattiva, nonostante le ingenti riserve di carbone ancora presenti.

La produzione della spirulina sarda è affidata all’azienda Livegreen, che opera seguendo rigorosi standard di igiene e sicurezza e adottando principi di economia circolare: l’acqua utilizzata nella coltivazione viene infatti riciclata, evitando sprechi. Il prodotto è completamente naturale, privo di iodio, glutine e qualsiasi controindicazione. Il fiore all’occhiello di Livegreen è la spirulina pura in forma di spaghettini, ma l’azienda realizza anche compresse, vegburger, barrette e pasta senza glutine.