Sagra de s’Anzone a Bidonì, gli animalisti insorgono: “Una strage”

La Pasqua e la strage degli agnelli: “Terribile contraddizione tra gli ideali cristiani e l’opera di sterminio terrena”.
Gli animalisti continuano la loro battaglia in difesa della vita, qualunque essa sia: in questo caso si parla di quella degli agnelli, letteralmente sterminati per i banchetti pasquali. Ecco la denuncia che arriva dalla penisola e riguarda una delle sagre sarde, quella de s’anzone, a Bidonì, Oristano.
“Il 22 aprile a Bidonì si svolgerà la tradizionale “Sagra de S’Anzone” col patrocinio di Comune di Bidonì, Associazione Turistica Pro Loco Bidonì, Agnello di Sardegna I.G.P., Regione Autonoma della Sardegna, Provincia di Oristano, Unione dei Comuni Barigadu, Borghi autentici d’Italia. In Sardegna le sagre degli agnelli rientrano nella “normalità”, sempre che si possa definire “normale” spargere sangue e morte facendo addirittura festa. A Bidonì la sagra ha un valore aggiunto perché gli organizzatori, oltre a preparare il “normale” menù a base di agnelli, mettono a frutto la loro vena artistica proponendo una vera e propria scenografia dell’orrore. Quel girotondo di agnelli infilzati, oltre a essere il frutto di una strage di esseri senzienti, è uno squarcio al cuore di quella parte di umanità che crede possa ancora esistere una speranza di riscatto. Ogni anno si assiste a uno spettacolo agghiacciante, ovviamente alla presenza di bambini e bambine a cui viene trasmessa l’idea che tutto ciò sia naturale, normale e necessario; sono loro gli allevatori e le allevatrici del futuro, in una Regione che soffre per un’economia sempre più in crisi ma che continua a battere la stessa strada grondante di sangue e di fallimento.
Ecco cosa scrive Lorenzo Guadagnucci in “Restiamo animali”: «Tutti gli anni, nei giorni intorno a Pasqua, si ripete un brutale cortocircuito. I buoni sentimenti e gli ideali di fratellanza associati alla festa che ricorda la resurrezione di Gesù Cristo, cozzano fragorosamente con la brutale pratica di sterminare milioni di agnelli per imbandire le tavole di innumerevoli famiglie, più o meno timorate di Dio. L’indifferenza per la sorte altrui e il culto tetragono della tradizione si combinano con un apparato industriale e consumistico che fa scorrere fiumi di sangue nei mattatoi, senza che si colga il terribile contrasto fra l’amore universale proclamato dagli altari e la terrena opera di sterminio praticata lontano dagli occhi e dai cuori, ma assai vicino alle forchette. L’orrore pasquale è una potente rappresentazione di come le contraddizioni morali più acute siano accettate e vissute con serena indifferenza dalla maggioranza delle persone e – ovviamente – dall’istituzione-Chiesa (…) E’ un’indifferenza che spaventa. Pupazzetti che riempiono camerette, disegni riprodotti su cappellini, pigiamini e album da colorare: c’è un’iconografia dell’innocenzalegata alla figura dell’agnello alla quale nessuno di noi è sfuggito nel corso della sua vita. Nei giorni di Pasqua c’è il ribaltamento. L’agnello diventa, o torna a essere, pura materia prima per che meschini banchetti religiosi e pseudo-religiosi. La tradizione, è noto, ormai procede per conto proprio e il massacro pasquale degli agnelli è alimentato non solo da una moltitudine di cattolici osservanti a anche da milioni di famiglie di atei e refrattari alla religione»”.

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La video-ricetta di Vistanet: Coccoi cun s’ou, il pane della tradizione pasquale

Tra le tante ricette da proporre durante il periodo di Pasqua c'è sicuramente quella del Coccoi cun s'ou. Il pane della tradizione sarda dalle varie forme, uccellini, gallinelle, bamboline che aveva però sempre un tratto distintivo: l'uovo inserito nell'impasto lievitato. Qui la ricetta.
Il pane, un elemento fondamentale nelle tavole italiane, assume, durante il periodo pasquale forme e significati particolari. In Sardegna è tradizione, durante la festa dedicata alla resurrezione di Cristo, preparare su “Coccoi cun s’ ou“ , detto anche su “Pani cun s’ ou” o “S’ anguli“, un pane lievitato che all’interno del suo impasto contiene un uovo.
Curiosità sul Coccoi cun s’ou
In passato, la preparazione del pane era una pratica prevalentemente delle donne che tramandavano le loro ricette di madre in figlia e che durante la cosiddetta Pasca Manna, preparavano oltre ai dolci come pirichittus e pardulas anche su coccoi cun s’ou. Il pane poteva assumere diverse forme, soprattutto ispirate al mondo della natura: uccellini, pavoncelle, gallinelle, ma anche composizioni con fiori e foglie. Essenziali nella composizione del pane l’uovo (sodo, già cotto prima di essere inserito dentro l’impasto) e i pitzicorrus , le decorazioni a forma di code di rondine.
Prima dell’avvento delle uova al cioccolato oppure di quelle di plastica contenenti i giocattoli, ai bambini si regalava proprio su coccoi cun s’onu, da mangiare durante il giorno di Pasqua oppure a Pasquetta, quando si era soliti fare una gita insieme a tutta la famiglia e andare in campagna. Ad oggi rimane l’usanza di preparare questo tipo di pane, magari proprio insieme ai più piccoli che trovano divertente cimentarsi nell’impasto e nelle decorazioni e il coccoi si può mangiare oppure utilizzare come segnaposto per accogliere gli ospiti in modo speciale, infatti grazie alla simbologia legata all’uovo, simbolo di rinascita, regalarlo è segno di affetto, ma anche di buon auspicio per il futuro.
La ricetta del Coccoi cun s’ou
Se volete preparare anche voi il Coccoi cun s’ou vi serviranno: semola (250 grammi), farina (250 grammi), 1 panetto di lievito di birra, acqua tiepida, sale fino e 2 uova.
Prima di tutto ci si occupa dell’impasto: bisogna unire semola e farina, aggiungendo l’acqua tiepida leggermente salata, quindi si scioglie il lievito sempre in poca acqua tiepida e si mescola e si lavora l’impasto con energia fino ad ottenere un composto omogeneo.
Una volta data una forma tondeggiante all’impasto si copre e si lascia lievitare almeno un’ora in modo che raddoppi il suo volume. Infine, con il mattarello, si stende la pasta e si sceglie la forma da dare al pane. Per aiutarsi con le decorazioni è possibile utilizzare delle forbici piccole oppure la rotella e si intaglia circa ogni 2 cm.
Al centro viene disposto l’uovo e per favorire la doratura si spennella il pane utilizzando un tuorlo. A piacimento si possono aggiungere i diavoletti, come ulteriore decorazione. A questo punto si informa su coccoi per circa mezz’ora a 180 gradi.

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