Barbara Figus, classe 1988, è una scrittrice ogliastrina, precisamente di Arzana.
La sua opera “Il viaggio di Elàu, alla scoperta del popolo dei nuragici”, che ha vinto il concorso Faraglioni d’Ogliastra 2018, è stata pubblicata dalla casa editrice Ars Artium.
In tasca, una laurea triennale in Servizio Sociale e un Master biennale in Mediazione familiare.
Quando e come si è manifestata la passione per la scrittura?
Mi è sempre piaciuto scrivere, da piccola ad esempio avevo un diario. Quando ero studentessa facevo i riassunti di tutto perché scrivere a mano mi rilassa, oppure inventavo storie e poi stracciavo i fogli. Qualche anno fa però ho iniziato a conservare le cose che scrivevo, così il cassetto è pieno di quaderni. Due anni fa ho iniziato ad interessarmi ai concorsi letterari e ne ho vinti due, uno per una raccolta di racconti di Historica Edizioni, l’altro per con Ars Artium.
Parliamo de “Il viaggio di Elàu, alla scoperta del popolo dei nuragici”. Come ti è venuta l’idea per dare vita a un libro game basato su un periodo affascinante? Ci spieghi di cosa si tratta e come sei riuscita a realizzarlo?
L’idea di scrivere un libro sui nuragici è nato tre anni fa, quando ritrovai il mio libro di Storia delle elementari. Sfogliandolo, notai quanto poco spazio era stato dedicato alla civiltà nuragica, così ho pensato di creare un libro didattico che racconti ai piccoli lettori la bellezza della civiltà che ha abitato la mia terra. Allo stesso tempo, però, non volevo creare un libricino che spiegasse l’argomento in modo noioso, una sorta di manuale di storia per bambini, perciò ho avuto l’idea di usare il genere libro game, unendo ad una storia fantastica i giochi da eseguire attraverso le illustrazioni, allegando in più tutte le notizie storiche relative all’argomento. Leggere “Il viaggio di Elàu” significa fare un gioco attraverso la lettura, perché in base ai risultati dei giochi si hanno diversi finali.
Realizzare questo libro non è stato facile, ha richiesto parecchio tempo. La parte più facile è stata creare la storia di Elàu, una storia di fantasia in cui il personaggio fa un viaggio per svolgere il suo rito di passaggio dall’età infantile a quella adulta. Creare i personaggi, i luoghi, gli avvenimenti e i “giochi” è stata la parte più divertente. Più complicato invece è stato adattate le spiegazioni storiche ad un linguaggio per bambini: tutti i concetti storici sono spiegati alla fine del libro con le parole chiave: ha richiesto molto tempo scriverle, primo perché c’è una ricerca dietro, e poi perché ho dovuto semplificare il tutto usando termini adatti ai bimbi. Per farti un esempio: la tecnica della cera persa per lavorare il bronzo non è un concetto di mia fantasia, perciò prima l’ho dovuto studiare, poi riscrivere per i bimbi.
E poi c’era la parte dei giochi, che richiedeva le illustrazioni, e dato che io non so disegnare, ho fatto fare i disegni ad un mio amico molto talentuoso, Emanuele Sagheddu. Lui ha dapprima letto il racconto, poi gli ho spiegato come volevo ogni singolo disegno e lui ha fatto tutte le tavole esattamente nello stile che piace a me, il disegno tipico dei manga, disegni molto adatti per il tipo di racconto. Ovviamente per realizzare la storia e i disegni, ho visitato i siti archeologici citati, sia per fare foto utili alla realizzazione dei disegni che per sentire la spiegazione della guida archeologica.
Perché i genitori dovrebbero farlo leggere ai propri figli?
Che cosa impari? Semplice, la storia della civiltà nuragica: quando è vissuto questo popolo, cosa ha costruito, come lavorava il bronzo, come lavorava la ceramica, si apprende del commercio con altri popoli del Mediterraneo , cosa costruivano, i culti.
Leggendo “Il viaggio di Elàu” si impara a conoscere una delle civiltà più misteriose e affascinanti della storia, si impara a conoscere quali costruzioni e quali reperti ci hanno lasciato, cosa e come lavoravano, quali culti erano presenti. Insomma è un tuffo nel Passato per conoscere una civiltà che ha vissuto nello stesso periodo dei grandi egizi, dei greci, dei fenici ma purtroppo nei libri di storia non è valorizzata come questi ultimi.
È utile anche per gli adulti, giusto?
Il lettori ideali sono i bambini, ma niente vieta all’adulto di trovare piacevole ed interessante la lettura di questo libro, non solo per la storia, ma perché dopo aver letto il libro può andare a visitare tutti i siti archeologici presenti in Ogliastra, villaggi nuragici, tombe dei giganti, pozzi sacri e menhir. Infatti, per stimolare la gente a conoscere la civiltà nuragica, non mi sono limitata a scrivere una storia, ma ho voluto indicare i luoghi precisi che io stessa ho visitato per trovare ispirazione. Di ogni luogo ho voluto dare una brevissima descrizione e un’accurata indicazione stradale, in modo che il lettore possa vedere realmente i luoghi dove Elàu e tutti i personaggi vivono la loro storia. Molte persone ogliastrine, io ne ero un esempio, non hanno visitato mai in vita loro un sito che magari è a pochi chilometri da casa loro, perciò è un modo per far conoscere i tesori che abbiamo.
Parliamo del concorso che ti ha portato alla pubblicazione. Che effetto ti ha fatto sapere di essere arrivata prima?
Quando ho terminato il racconto, ho contattato due case editrici, ma entrambe mi risposero che il libro game non era il loro genere; lasciai quindi il libro nel cassetto, insieme a tutti gli altri progetti che ancora non avevano trovato la loro strada. A marzo 2018 sì è presentata l’opportunità del concorso letterario, così ho partecipato con la convinzione che non avrei mai vinto proprio perché era un libro game, destinato ai bimbi, insomma. Ma al contrario è stato premiato: ciò che mi ha sorpreso è che la giuria abbia dato un valore didattico al libro, lo stesso che io gli avevo attribuito. Per la prima volta, delle persone avevano visto la mia opera esattamente per quello che è, ossia un libro che attraverso il gioco racconta la magnificenza della mia terra, dell’isola nell’Isola, l’Ogliastra e i suoi nuraghi.
Vincere quel concorso mi ha dato felicità e soddisfazione: c’è stato un grande lavoro dietro, inoltre, come già detto, non me lo aspettavo.
Dall’idea al libro: che processo è per te? Come ci si arriva? In questo libro in particolare, intendo, ma anche in generale. Dove trai la tua ispirazione?
Dall’idea al libro: è un processo molto lungo, ha richiesto due anni. Io scrivo ancora a mano, se metto le mani sulla tastiera le idee si perdono, invece con la penna butto giù le idee ed escono le parole in modo molto fluido. La cosa che richiede tempo poi è ricopiare al PC: nel momento in cui batto le dita su una tastiera cambio molte cose, dunque è lì che poi nasce il vero libro. Sarà buffo, ma io trovo ispirazione quando vado a visitare i siti archeologici, visito un nuraghe e rimango talmente colpita dalla sua struttura, dalla sua complessità e dalla bellezza che mi domando «Come facevano a costruirlo? Per cosa lo usavano? Come fa ad essere ancora in piedi?» Di conseguenza trovo le risposte inventando storie che hanno dato vita al libro di Elàu, al racconto fantastico di “Entu e la maledizione di ruinas” (il racconto pubblicato per historica edizioni) e altri romanzi che sono ancora dentro il cassetto, e che spero di tirar fuori a breve.
Cosa bolle in pentola? Hai altri progetti in corso, finiti o in mente?
Non voglio dire niente di dettagliato, ma ho due romanzi che hanno come protagonisti i nuragici e spero di riuscire a pubblicarli. In ogni caso ho un desiderio, e spero di riuscire a vederlo presto realizzato: se avrà successo il libro “Il viaggio di Elàu”, mi piacerebbe creare per i giovani lettori altri libri game che raccontino tutte le epoche della storia della Sardegna, insomma vorrei fare un libro game per la Sardegna punica, romana, medievale, ecc, perché credo sia giusto che i bimbi, che sono il futuro della Sardegna, conoscano la storia della loro Isola, perché è fondamentale conoscere la propria identità storica. Il modo per farlo è creare storie divertenti, illustrate, che facciano conoscere personaggi storici e luoghi che ancora oggi si possono visitare.
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