di Carlo Stocchi

La primavera è ormai alle porte, le effusioni di San Valentino sono ormai superate e l’estate, periodo dei colpi di fulmine e di sole per antonomasia, non è mai sembrata così vicina. Questo è forse il periodo più difficile per le giovani coppie.  Separarsi e attivare la modalità “spirito libero” oppure tenere duro? Perché, in fondo, sai quello che lasci ma non quello che trovi. “Lo vedo che guarda le altre” si sente in una tavolata di amiche al bar. “Due anni e mezzo sono già troppi, torna in libertà che ci divertiamo” – suggerisce l’amico single.

Inseparabili coppie si sciolgono, altre cercano di mantenere i propri equilibri, come un trapezista ormai al suo ennesimo show.

Ma quali sono le tipologie di personaggi e archetipi di coppie giovani nel 2019?

CONVIVIAMO Sono una bella coppia: solida, felice e affiatata. I sorrisi non mancano e le dimostrazioni di affetto neanche. Qualche sana discussione ogni tanto c’è, ma sono quelle che fortificano il rapporto. Tutto funziona, fino a quando non prendono la comune decisione di vivere insieme. Le prime settimane vanno alla grande: “è proprio bello dormire ogni notte insieme”. Poi il continuo dimenticarsi il dentifricio aperto e i capelli nel lavandino iniziano irreversibilmente ad alterare gli umori nella coppia “Amore, come mai non senti i tuoi amici e vi fate un giro stasera? perché sta notte non ceni fuori?”… “stasera le altre organizzano una cena tutte insieme a casa nostra, che ne pensi?”. Suggerimento: dalla terza settimana potrebbe iniziare ad essere il caso di nascondere gli oggetti appuntiti.

IO TE E LE ALTRE 3 Questa è la tipologia di coppia più moderna nel 2019. A cosa serve accontentarsi del/la proprio/a fidanzato/a, quando puoi passare il tempo con altri/e ragazzi/e.
Le bugie sono all’ordine del giorno “oggi dormo dal mio amico” “ho troppo mal di testa per uscire con te oggi, perdonami sono a vortici”, ma non solo verso la propria fidanzata/o ma anche nei confronti delle potenziali amanti “tranquilla, la lascerò per te” o “lui non mi ha mai trattata come mi tratti tu”. Delle volte, questo approccio è valido per entrambi i componenti della coppia “Amore, oggi non ci possiamo vedere sono a cena da Marco, guardiamo la partita!” – “Ma come scusa, Marco è qui nel divano con me con me ora!” – Come??

500 Km, ME, TE E I 100 GIORNI INSIEME Anche oggi, le storie a distanza continuano ad esistere con tutti i loro pregi e i difetti, nonostante la tecnologia adesso sia più di supporto che in precedenza. Si è passati dalle infinite chiamate notturne al computer su skype, dove già al decimo minuto finivi a parlare del nulla alle videochiamate dal cellulare che ormai hanno sdoganato orari e luoghi. Purtroppo i chilometri si fanno sentire e i primi dubbi iniziano a sorgere “Dove sei?” – “Ti manco?” – “Non è che per caso mi tradisci con quella tua collega carina” “Quanto vorrei essere con te oggi”. Alla fine sono 265 i giorni che ti guardo nello schermo e 100 quelli in cui sei accanto a me.

TRUE DETECTIVE Assieme alle relazioni multiple questa è una delle altre tipologie di personaggi in una coppia che con la sempre maggior diffusione dei social si può incontrare. “Perché hai messo mi piace a quella ragazza?” “Cosa ci facevi online, fino all’una di notte?” – queste sono le domande all’ordine del giorno. Ogni mossa che fai è sotto una lente di ingrandimento, ieri avevi 249 follower, oggi hai 251 – “mi vuoi dire subito chi ti ha aggiunto?” – “Amore dai, sono gli amici del calcetto”. In fondo questa è un pochino un’esagerazione, non è mica mai successo che qualcuno abbia tradito il proprio partner usando instagram! Mmhh…..

TI LASCIO, CAMBIO VITA Lasciare qualcuno non è mai facile, non si è mai in grado di trovare le parole giuste, non se ne è mai pienamente convinti. Come fare? Ci viene in aiuto google, basta digitare: “come lasciare il proprio fidanzato” e subito un elenco di frasi pronte si prospetta dinnanzi a noi. “Io ci ho provato, davvero ti amo, ma continuando così rischierei di ferirti – ed è l’ultima cosa che voglio” oppure “siamo diversi, lo sapevo fin dall’inizio – scusa ma non riesco ad andare avanti” o ancora “non sono dell’umore giusto per continuare con te, noi non siamo compatibili, forse è giusto che ci prendiamo una pausa” e infine la migliore “guarda, attraverso un periodo difficile: mi è morto il gatto, i miei continuano a dirmi che devo decidere cosa fare nella vita e forse è meglio che io stia solo e non faccia cadere su di te le mie frustrazioni”. La mia domanda è: perché non gli dici che ti piace un’altra? Falla semplice.

L’HO PRESA BENE Spesso la decisione di interrompere una relazione non è consensuale o ancor di più semplicemente c’è chi la prende bene e chi meno. Chi non la prende bene passa le sue giornate ascoltando playlist di musica triste come “inconsolabile pop”, esce con gli amici e non fa altro che parlare della sua ex fidanzata. L’errore è quello di ascoltare i consigli di tutti gli amici che però hanno opinioni differenti. Un giorno il mood è “era proprio una bella ragazza, dove la trovo una così”, in un altro cerca di auto convincersi “lo so, posso trovare di meglio – era solo una situazione temporanea”. Passa le giornate a ricordare quanto era bello tutto quanto e gioisce nel rivivere le emozioni nelle foto e negli oggetti “oggi ho trovato un suo capello nella mia macchina” “quello era il posto dove io e lei andavamo insieme”. Basta pensare al passato, è il momento di andare avanti! Ci saranno altre ragazze che dovrai ancora conoscere, con le quali ti fidanzerai, passerai del bel tempo assieme, ti presenteranno i propri genitori e quando proprio sei la persona più felice del mondo ……ti lasceranno come quest’ultima.

Probabilmente delle volte ci siamo ritrovati o imbattuti in qualcuno di questi personaggi e adesso pensarci ci fa sorridere. Dobbiamo tenere a mente però che non tutto va esattamente come vogliamo nelle relazioni e non sempre le cose vanno come abbiamo immaginato. Ci saranno degli alti e ci saranno dei bassi, ma dobbiamo vivere tutte le situazioni con serenità. C’è chi dice che l’amore è qualcosa di semplice e forse è effettivamente così. Spesso pensiamo troppo e non ci godiamo quelli che sono i momenti più belli delle nostre vite e preferiamo starcene soli.

Tutto va così veloce e le promesse e i “per sempre” delle volte caratterizzano i testi dei nostri messaggi, ma nella realtà trovano sempre meno riscontro. La speranza è che si torni a concepire la relazione amorosa come una foto destinata ad essere appesa e non come una temporanea storia su Instagram.

In Francia nell’ospedale parigino Beaujon, centro di riferimento delle patologie e dei trapianti addominali a livello mondiale, svolge da qualche mese un dottorato di ricerca, un giovane medico ogliastrino. Giuseppe Corrias da Arzana, classe ’87, specializzato in radiologia, oggi sta conseguendo una sotto- specializzazione in radiologia addominale. Il dottore arzanese è un’eccellenza nel panorama della medicina: oltre a vantare una brillante carriera, con una notevole esperienza internazionale, ha conseguito prestigiosi premi per le sue ricerche.

Tanto impegno e dedizione al lavoro, la volontà di migliorarsi sempre, caratteristiche apprese dalla sua famiglia, ma anche il dover affrontare un notevole sacrificio nella sua attuale permanenza a Parigi: la distanza da suo figlio Tommaso, rimasto in Sardegna, che riesce a vedere una decina di giorni ogni mese. Conosciamo meglio il dottor Giuseppe Corrias, al quale abbiamo posto alcune domande.

Come ha avuto inizio la sua carriera?

Ho conseguito la laurea in medicina nel 2013, in seguito sono entrato nella Scuola di Specializzazione in Radiologia, e dopo i primi tre anni a Cagliari, tra il quarto e il quinto anno, nel 2017, sono partito per un anno a New York, presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center, prestigioso istituto nel quale vengono studiati i tumori. Qui ho fatto prevalentemente Ricerca, con il prof. Mannelli, in particolare applicandomi sulle metodiche dell’imaging nella risonanza, Tac e Pet, concentrandomi in particolare sulle patologie tumorali che colpiscono il fegato e il pancreas. Rientrato in Sardegna, nell’agosto del 2018, ho conseguito la specializzazione in radiologia. 

È stata la tua prima esperienza formativa all’estero?

No, sono stato precedentemente in Polonia per un anno, grazie al programma di mobilità studentesca Erasmus, durante il mio corso di studi nella Facoltà di Medicina e Chirurgia a Cagliari, e ho svolto un tirocinio di quattro mesi a Londra, prima di sostenere l’esame di laurea. Ma posso affermare che l’esperienza newyorkese oltre ad essere determinante a livello professionale, è stata molto importante in quanto mi ha “aperto” la mente. 

Ora Parigi, cosa l’ha portata a intraprendere questa esperienza?

Svolgendo un dottorato di Ricerca, presso l’Università di Cagliari, è obbligatorio un periodo di dodici mesi all’estero. Inoltre nell’ ospedale Beaujon ho la possibilità di specializzarmi ulteriormente nella radiologia addominale. Quindi due esigenze che convergono. Tra l’altro questo è un centro prestigioso a livello mondiale, dove lavorano e hanno lavorato, tra i migliori ricercatori del Mondo, dove posso migliorare ulteriormente alcuni aspetti della Ricerca che sto facendo a Cagliari, e avere una rete di connessioni accademiche internazionali di altissimo livello. Devo aggiungere inoltre che è stato determinante per poter accedere all’ospedale parigino, la mia esperienza maturata a New York. 

Di cosa si occupa all’ospedale Beaujon?

Svolgo la mia professione nel reparto di Radiologia. Mi sto occupando dell’assistenza ai pazienti e della Ricerca, perché qui in Francia le due cose, a differenza dell’Italia, vanno di pari passo.  Per quanto riguarda la Ricerca, sto lavorando sui tumori del fegato, con nuove tecnologie di imaging, quindi tac e risonanza, stiamo studiando se ci sono dei fattori di predizione nella risposta alla terapia negli HCC, che sarebbero i tumori tipici del fegato: carcinomi epatocellulari. Tra l’altro le metodologie che sto apprendendo in Francia, le applico alla Ricerca seguita a Cagliari, con gli stessi mezzi, anche se cambia il soggetto alla base dello studio della ricerca il tumore al colon.  

Come è stato l’impatto nella realtà francese?

Molto positivo, Parigi è una bella città, molto vivibile. In ospedale sono stato accolto benissimo, nell’ambiente di lavoro, c’è molta collaborazione tra colleghi, e tutti sono pronti a spiegarti qualsiasi cosa. Tra l’altro anche se all’inizio, non sapessi parlare molto bene il francese hanno apprezzato, il fatto che mi impegnassi molto per imparare rapidamente la loro Lingua. Oltre che a livello professionale, questa esperienza mi sta arricchendo anche umanamente. Anche se è molto impegnativa, perché sto lavorando molte ore al giorno al Beaujon per la Ricerca, portata avanti per conto dell’ospedale francese, così come altrettanto impegno richiede la settimana in cui rientro a Cagliari, e devo portare avanti la Ricerca per l’Università. 

Differenze tra la sanità francese e quella italiana?

Se prendiamo come riferimento il livello di preparazione si equivalgono, ho avuto la fortuna di avere “Maestri” a Cagliari, come il prof. Saba, che posso affermare di avermi insegnato tutto quello che dovevo sapere nel campo della Radiologia. Certo, nella sanità italiana mancano i fondi necessari per la Ricerca. Ad esempio le risorse economiche della Regione Sardegna che per metà, vengono utilizzate per la sanità, una parte andrebbero investite in Ricerca. Questa è fondamentale per poter creare una sanità efficiente, posso affermare che nei centri esteri in cui sono stato, porta ottimi risultati dal punto di vista dell’assistenza clinica. Perché? In questi centri, si discutono subito i risultati della Ricerca, e se dimostri che una terapia innovativa, è migliore della precedente, si cambia subito la pratica clinica. Viene attuato subito un cambiamento, che porta dei benefici per i pazienti. Questa si chiama: Medicina Traslazionale, che tra l’altro è il titolo del Dottorato che sto svolgendo. In parole povere, quando si ottengono risultati importanti, in Ricerca, fai una traslazione, cioè li applichi subito sulla pratica clinica.  

Un’ultima domanda: un auspicio per il suo futuro?

Un giorno possa raccogliere quanto sto seminando, i sacrifici fatti mi permettano di ritornare in Sardegna, al fianco di mio figlio Tommaso di tre anni e mezzo, al quale possa garantire il futuro più roseo e pieno di fiducia possibile.  Oggi riesco a vederlo una decina di giorni al mese, visto l’impegno lavorativo a Parigi. L’impegno profuso è tanto per migliorarmi il più possibile, anche perché la Medicina è in continuo cambiamento, le metodologie attuali, tra un lustro potrebbero essere obsolete, quindi avere un’ottima rete di connessioni accademiche internazionali, sicuramente mi consentirà di restare al passo coi tempi. Vorrei riuscire a lavorare, facendo Ricerca, nel contesto universitario nazionale. 

Giuseppe Corrias, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti in questi anni per le sue ricerche, tra i quali nel 2017 il premio dall’ ISSNAF (Italian Scientists and Scholars in North America Foundation), fondazione scientifica senza scopo di lucro costituita da specialisti italiani negli Stati Uniti, e nel 2018 ha ricevuto il premio ECR, dall’ European Congress of Radiology. Inoltre può vantare ben quindici pubblicazioni scientifiche, sul sito PubMed, punto di riferimento nella letteratura in materia.   

Un ogliastrino, con i suoi studi oncologici di eccellenza, oltre a rendere onore a tutta l’Isola, regala un grande servizio all’umanità. Nella speranza un giorno, di potersi fermare nella sua terra, portando in dono le esperienze, e le conoscenze apprese in giro per il Mondo.