(FOTO) Mauro Urru, giovanissimo Maistu de Pedde, racconta la riscoperta di un antico mestiere

Ventisettenne di Samugheo, Mauro Urru è un giovanissimo "Maistu de Pedde". Questa sua passione nel realizzare oggetti dalla lavorazione del cuoio e della pelle è nata per caso o per meglio dire per necessità. Circa una decina di anni fa cercava degli scarponi fatti a mano e una cintura per il suo abito tradizionale del gruppo folk ma a Samugheo nessuno lavorava più la pelle, tranne alcuni anziani.
Ventisettenne di Samugheo, Mauro Urru è un giovanissimo “Maistu de Pedde”. Questa sua passione nel realizzare oggetti dalla lavorazione del cuoio e della pelle è nata per caso o per meglio dire per necessità. Circa una decina di anni fa cercava degli scarponi fatti a mano e una cintura per il suo abito tradizionale del gruppo folk ma a Samugheo nessuno lavorava più la pelle, tranne alcuni anziani.
Chiese a Tziu Boriccu Tatti, uno dei Maistos Mannos allora in vita, di mostrargli come potersi confezionare da solo quello che gli serviva.
L’anziano ormai piegato dal tempo e dalla poliomielite, non prendeva ago e filo da circa venti anni, ma aveva conservato tutti gli attrezzi da lavoro. Insegnò pazientemente tutto quello che sapeva al giovane apprendista ma Mauro voleva un piccolo aiuto in questa impresa e insieme al Gruppo Folk ProLoco di Samugheo acquistò una macchina da cucire per facilitare il lavoro.
Il talento scorre però nelle sue vene, considerato che il bisnonno, il nonno e alcuni prozii facevano i calzolai. Forse questa sua abilità è un dono ereditato e prezioso. Tra i suoi lavori ci sono bardature per cavalli, scarpe classiche di tutti i generi, cambales, piccola e grande pelletteria, ‘istias de pedde (il gilet d’agnello degli abiti tradizionali, ndr ) e cinture.
«Ora mi ritrovo a praticare quest’arte come hobby, sto cercando di farla diventare un lavoro ma non nego che le difficoltà siano parecchi – afferma Mauro – Non c’è “la moda” di farsi fare delle scarpe o delle borse fatte a mano, perché è quasi più importante la marca, non l’unicità e la qualità del pezzo. Ma comunque non mi arrenderò così facilmente».

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L’aspirante stilista baunese Giorgia Cabras presto a Milano per una sfilata

Grandi progetti per Giorgia Cabras, la baunese 21enne con il sogno della moda. Grazie all’Istituto Moda & Immagine a Nuoro, che sta frequentando da settembre, i progressi non si sono fatti attendere. Lavora e studia fin da subito, poi, a dicembre, una nuova opportunità si affaccia nel percorso suo e dei suoi colleghi.
Grandi progetti per Giorgia Cabras, la baunese 21enne con il sogno della moda.
Grazie all’Istituto Moda & Immagine a Nuoro, che sta frequentando da settembre, i progressi non si sono fatti attendere. Lavora e studia fin da subito, poi, a dicembre, una nuova opportunità si affaccia nel percorso suo e dei suoi colleghi.
«Siamo andati a vedere la mostra di Dario Fo a Nuoro» racconta la ventunenne «I nostri insegnanti hanno insistito affinché, partendo da una persona specifica, arrivassimo ad un progetto. Produrre cinque outfit, ecco il compito assegnatoci. Abbiamo quindi dato vita al cartellone, mettendo in esso anche un commento sulla mostra. La notizia è presto diventata virale. Siamo stati contattati da una delle organizzatrici, era stupita e molto contenta di quello che avevamo prodotto. Il nostro entusiasmo l’ha colpita. Ci ha proposto di esporre la nostra creazione alla mostra! Abbiamo anche prodotto uno dei cinque outfit in tela da prova.»
Ma non è solo questa la novità: «A maggio io e altri tre miei colleghi parteciperemo, a Milano, alla sfilata dell’Istituto Burgo – che è poi la sede centrale della nostra scuola –. Dovevamo consegnare le proposte e le nostre idee qualche giorno fa, adesso attendiamo risposta».
Questa sfilata è organizzata per chi, al termine dei due anni di scuola, dà l’esame finale – con annessa, appunto, sfilata. Cabras e altri hanno avuto l’opportunità di partecipare comunque, portando le proprie creazioni fino alla città della moda.
«La scuola» termina il suo racconto Cabras «è perfetta. Mi trovo benissimo, mi sento a casa. La consiglio certamente. I professori ti seguono in tutto, trasmettendoti voglia di fare, passione. Ti incoraggiano a seguire il tuo sogno, insomma. Non è da tutti».

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