Arrampicata a misura di bambino: in Sardegna nascono le vie adatte anche ai piccoli climber

Accompagnati da un adulto e con l'attrezzatura adeguata anche i più piccoli possono cimentarsi nell'arrampicata. Le ultime vie sono state realizzate ad agosto a San Nicolò nel territorio di Fluminimaggiore, ma se ne trovano anche a Cala Fighera a Cagliari e in giro per la Sardegna. Questo tipo di turismo sportivo è poco valorizzato, mentre potrebbe portare nuovi posti di lavoro.
Giampaolo Mocci è un esperto arrampicatore, conosce approfonditamente il mondo del climbing, collabora con numerose aziende del settore e scrive per riviste specializzate, ma soprattutto è un grandissimo appassionato di arrampicata. A lui si deve la realizzazione di quasi un quinto delle vie, i percorsi su cui arrampicarsi, che ci sono nell’Isola. Quelle di San Nicolò studiate perché possano essere affrontate anche dai bambini, sono opera sua. «In Sardegna ci sono moltissimi fondi demaniali- spiega Giampaolo- terreni di proprietà pubblica, nei quali si possono attrezzare vie per l’arrampicata. Le vie possono essere più o meno semplici, queste di San Nicolò sono fatte in modo che anche i bambini possano arrampicarsi. Naturalmente i bambini non posso mai salire da soli, occorre che ci sia con loro un adulto e che i piccoli siano dotati di casco e di tutte le attrezzature necessarie».
La Sardegna è ricchissima di montagne, grandi rocce, spazi su cui realizzare interi settori di arrampicata, offre panorami mozzafiato, un clima che consente di praticare questa disciplina sportiva per quasi tutto l’anno. Senza contare che all’arrampicata si possono associare visite ai siti archeologi, pernottamenti in zone di mare, tappe nei ristoranti e agriturismi. Promuovere questo sport significherebbe creare nuovi posti di lavoro. Quello che manca sono le guide specializzate, e la proposta di legge che dovrebbe istituirle giace in un cassetto di chissà quale ufficio regionale. «Molte di queste vie per l’arrampicata- racconta Giampaolo- sono segnate nelle guide o nei siti specializzati, ma le indicazioni non sono sufficienti per garantire al turista che viene in Sardegna, di godere appieno dell’esperienza».
Molte vie si trovano infatti in terreni demaniali aperti e condivisi, che vengono utilizzati anche per altre attività, sentieri di trekking, zone in cui si può praticare la caccia, ci si può incrociare con cercatori di funghi, di asparagi, può capitare che un turista da solo si avventuri in uno di questi terreni, ma se non è sufficientemente informato potrebbe invadere spazi che sono di tutti e disturbare le attività altrui. Il turismo sostenibile non consiste solo nel non sporcare e rispettare l’ambiente, ma anche nell’impegnarsi a rispettare e condividere spazi comuni. Inoltre alle persone che non sono del posto possono sfuggire piccoli, ma bellissimi particolari, non è certo raro in Sardegna passare accanto a una Domus de Janas senza accorgersene. «In Italia gli unici che possono accompagnare le persone su sentieri che per essere percorsi hanno bisogno dell’ausilio di attrezzi, sono le guide alpine – prosegue Giampaolo- ma qui in Sardegna ce n’è solo una. Circa 15 anni fa insieme con altre persone, abbiamo proposto un progetto chiamato “Giuda di media montagna”, una proposta di legge per la Sardegna, con la quale istituire una figura professionale riconosciuta, che accompagnasse i turisti e più in generale chi desiderasse arrampicarsi. Le istituzioni sulla base delle indicazioni delle stesse guide alpine e in collaborazione con loro avrebbero dovuto determinare i criteri e requisiti necessari per diventare una “guida di media montagna”. Purtroppo però è ancora tutto fermo».
Un vero peccato, perché in questi ultimi anni in Sardegna si sta espandendo una nuova forma di turismo naturalistico e sportivo insieme, legato al territorio, come i cammini quelli a carattere religioso e quelli laici, e gli sport velici. Istituire e formare guide esperte oltre che incentivare il turismo, servirebbe a creare nuovi posti di lavoro e ad arginare un fenomeno, quello delle guide abusive, che nell’Isola sta dilagando con ripercussioni negative sull’opinione che può riportare un turista quando va via dalla Sardegna, a scapito delle guide serie e preparate. Ancora più urgente istituire delle guide professioniste, quando si parla di arrampicata, non bisogna infatti dimenticare che si parla di uno sport estremo per definizione.

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