Desolazione e disperazione. Il mondo delle campagne del sud Sardegna inizia oggi ha quantificare la grave situazione lasciata dalla pioggia, da quei 500 millimetri caduti in 24 ore che hanno stravolto il paesaggio, mandato in rovina centinaia di aziende, distrutto strade e ponti, eliminato recinzioni.
Milioni di euro di danni immediati, e ancora la stima si va affinando, ma il danno è già quantificabile in queste proporzioni, in una conta che sta tenendo conto solo dei danni materiali immediati, che andranno ad aggiungersi a partire da subito alle mancate produzioni, ai mancati guadagni, al dover ricostruire realtà che ora sono solo sulla carta.
Nel Sarrabus tante le aziende ancora isolate. Sono numerosi i pastori, e gli allevatori di bovini, che non sono ancora riusciti ad arrivare nelle proprie aziende. Molte strade sono state completamente cancellate rendendo impossibile il transito nei punti dove l’acqua con la sua forza ha portato via ogni cosa. Di contro sono diversi pastori che hanno iniziato la conta dei danni. Alcuni animali sono morti altri dispersi. Ancora poi non si hanno notizie del povero servo pastore nelle campagne di Muravera che stava portando al riparo il bestiame e che risulta disperso. Manca la corrente elettrica in diverse zone, dal momento che la furia delle acque ha divelto la rete di distribuzione, mentre non ci sono più le recinzioni in diversi pascoli. Un capitolo a parte meritano invece gli agrumeti distrutti dalla pioggia e dall’acqua che è scesa a valle travolgendo tutto. Alle porte della stagione di raccolta, per diverse aziende sono migliaia gli alberi di arance e mandarini che non hanno retto alla potenza delle correnti. Impossibile per ora stabilire la portata invece dei danni nei campi di cereali e degli ortaggi che sembrano delle vere e proprie risaie e sui quali ancora oggi è impossibile entrare. Ettari di coltivazioni andate, in alcuni casi, letteralmente a mare, campi dilavati e ortive di cui non si sa il destino della produzione. Ad essere danneggiati oltre a strutture irrigue anche pozzi e sistemi elettronici di distribuzione. Così come in alcune serreche sono state allagate e si rischia la perdita di tutta la produzione pronta per invadere i mercati autunnali. Situazione grave anche per gli apicoltori che avevano posizionato le arnie nei territori interessati dalla alluvione. Anche per loro una perdita stimabile non solo nella mancata produzione di miele e derivati, ma proprio nella perdita di tutto ciò che riguarda i materiali di lavorazione. Anche diversi agriturismo vivono il disagio di questa alluvione. Per loro è in corso la stima ei danni.
«Immediatamente occorre istituire un coordinamento che porti aiuto ai pastori che non riescono ad arrivare in azienda» spiega Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna. «Non possiamo aspettare un minuto di più, soprattutto per quegli allevatori che hanno speranza di trovare qualcosa. La portata dei danni di questa alluvione va arginata sin da subito, con interventi e una task force che diano aiuti immediati».
«Perché ancora una volta le aziende non possono rimboccarsi le maniche e lottare contro sistemi complicati» gli fa eco Battista Cualbu presidente di Coldiretti Sardegna «occorre facilitare le operazioni di riconoscimento dei danni, intervenire subito dove quei danni riguardano infrastrutture pubbliche ripristinandole, e facilitare il lavoro delle imprese agricole senza ulteriormente aggravare questo bilancio di distruzione che impone a tutti di prendersi le proprie responsabilità e agire».
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