Come riporta l’Ansa, il deputato ed ex coordinatore regionale Fi, Ugo Cappellacci, ha lanciato una petizione on line su Change.org. Obiettivo? 500 firme per abrogazione immediata.
«La legge approvata il 2 agosto dal Consiglio regionale rischia di cancellare i piccoli allevamenti familiari di maialetti in Sardegna» ha detto l’ex governatore sardo «Non è una questione di sinistra, centro o destra ma di semplice buon senso. La politica non può essere un mondo a parte rispetto al nostro quotidiano, alla vita delle nostre comunità e non può calpestare le nostre tradizioni millenarie insieme a piccole attività».
Secondo Cappellacci è necessario che ci si renda conto che nella tradizione c’è non solo il presente ma anche il futuro. Non bisogna affannarsi a cercare giustificazioni ma dimostrare umiltà e correggere quello che ritiene un “clamoroso errore”.
Alessandra Zedda – capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale – ed Edoardo Tocco – vicepresidente della commissione Sanità – hanno invece affermato che non c’è bisogno di tutto questo allarmismo: «La legge tutela le aziende pastorali e agricole. Alla ripresa dei lavori in aula si lavorerà per perfezionare la norma, perché la norma non calpesti la tradizione e l’identità della Sardegna».
Come scrive Ansa, Zedda e Tocco hanno detto: «Il provvedimento, varato dall’assemblea di via Roma, è mirato a valorizzare il comparto suinicolo isolano nel rispetto della salute pubblica, viste le problematiche derivanti dalla peste suina africana ma non è realistico pregiudicare l’attività portata avanti da decenni da centinaia di aziende a carattere familiare, che potranno continuare ad allevare i maialetti all’interno del proprio podere. Il testo deve rappresentare un equilibrato processo delle problematiche in campo, andando a conformare le questioni sanitarie con la commercializzazione delle produzioni tipiche isolane. È nostro intendimento rilanciare il marchio del porcetto sardo, senza vincoli per gli allevamenti».
Gianni Lampis e Paolo Truzzu, consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, hanno presentato una proposta di legge per modificare l’articolo 4, comma 2, della legge regionale 28 sulla suinicoltura. Bisogna tutelare gli allevamenti familiari e la produzione del maialetto sardo. Fratelli d’Italia, dicono, è stato l’unico partito a non votare il provvedimento.
Truzzu ha ribadito l’importanza del maiale nella tradizione sarda. Il porceddu, ha detto, è sinonimo di sardità. I piccoli allevamenti insomma non sono solo un’integrazione al reddito ma un elemento antropologico ed esistenziale.
L’allevamento familiare non può superare le quattro unità, di cui massimo tre scrofe e un verro, fertili e in grado di riprodursi, e può generare una produzione massima annuale di 40 suinetti: è questa la proposta di modifica presentata da Fratelli d’Italia.
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