Il sushi sbarca in Ogliastra. Mercoledì 1 agosto all’Acquachiara un gustoso incontro con l’Oriente
Mercoledì 1 agosto, dalle 19 alle 24, nella splendida terrazza dell'Acquachiara, affacciata sulla Baia di Porto Frailis, sarà possibile gustare due tipologie di menù a base di sushi e sashimi.
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Buone nuove per gli appassionati di sushi della zona. Il Giappone e l’Ogliastra si incontreranno e il loro matrimonio si celebrerà a Tortolì, mercoledì 1 agosto.

L’Acquachiara di Porto Frailis aprirà le porte alla cucina orientale
Dall’intesa tra il noto locale cagliaritano Sushi Niwa guidato da Luca Wang e specializzato in cucina giapponese e l’Acquachiara di Porto Frailis, è infatti nato un progetto che renderà felici tutti gli amanti della cucina del Sol Levante e la farà apprezzare a chi non ha ancora avuto il piacere di incontrala sulla propria tavola.
Mercoledì 1 agosto, dalle 19 alle 24, nella splendida terrazza dell’Acquachiara, affacciata sulla Baia di Porto Frailis, sarà possibile gustare due tipologie di menù a base di sushi e sashimi.
Due esperti sushimen giapponesi prepareranno i piatti sul momento ( e già questo è uno spettacolo da non perdere!) e la location verrà allestita a tema dallo staff di Acquachiara, capitanato da Michele Fanni, per questa speciale e gustosa occasione.

Immaginate: dopo una giornata al lavoro o dopo un pomeriggio passato al mare, potrete prendere posto negli eleganti salottini vista mare di Acquachiara. Chiacchierare con i vostri amici, rilassarvi, concedervi un buon aperitivo e gustare un menù che ormai a livello mondiale è tra i più apprezzati e gettonati. Esiste forse un modo migliore per concludere una calda giornata estiva?
Si partirà con un aperitivo dalle 19 alle 20.30. Durante l’aperitivo sarà possibile ordinare il menù barca e dividerlo con gli amici gustando un drink o un calice di prosecco o champagne.
La serata proseguirà poi con la cena vera e propria, durante la quale ogni persona ordinerà uno dei due menù. Saranno due i turni di ristorazione dedicati al re della serata: il sushi. Il primo turno avrà inizio alle 20.30/20.45 ( perfetto per chi dopo una bella giornata di mare desidera subito rilassarsi e gustare un menù appetitoso), mentre il secondo turno partirà dalle 22.00/22.15 e sarà dedicato a chi ama cenare più tardi.

Il re della tavola giapponese: il sashimi. In questo caso misto: salmone e tonno
Vediamo nel dettaglio cosa sarà possibile gustare mercoledì:
Primo menù, 25 euro
Barca da 38 pezzi con uramaki ( un grande classico: l’alga nori si trovi al centro per contenere i diversi ingredienti, mentre il riso si trova all’esterno, da solo o ricoperto da semi di sesamo), osomaki ( riso avvolto in alga, con all’interno ingredienti come salmone, tonno, cetriolo, gambero, avocado), gunkan (una sorta di sushi-bignè con ingredienti morbidi come uova di salmone o di pesce volante oppure tartare o riccio di mare), nigiri (polpettine di riso ricoperte da fettine di pesce crudo) e un assaggio di sashimi ( il piatto forte della cucina giapponese: pesce o molluschi freschissimi da consumare crudi).

I mitici uramaki, che non possono mancare in una barca che si rispetti!

I nigiri, tra i piatti più apprezzati dei sushi bar
Secondo menù 30 euro
Barca da 38 pezzi con uramaki, osomaki, gunkan, nigiricon. Porzione grande sashimi misto, tartare di tonno, tartare di salmone, carpaccio tonno, carpaccio salmone, carpaccio branzino.

Barca completa di sushi e sashimi per tutti i gusti

Forse il più conosciuto e apprezzato per il sapore delicato, il Gunkan al salmone è indubbiamente uno dei piatti entry level più diffusi
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Intervista all’artista osinese Virginia Brescia: «L’arte è libertà, senza vincoli né compromessi»

Nata a Osini, piccolo borgo incastonato tra le montagne ogliastrine, Virginia parla con orgoglio della sua identità, delle sue radici e del suo modo, particolarissimo, di intendere l'arte
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Virginia Brescia è sempre al centro delle sue opere — e di quelle del collega Roberto Cau. Professionalmente insieme da dieci anni, i due artisti condividono un’intesa profonda, fatta di pensiero, sensibilità e visione. La loro è una collaborazione rara nel mondo dell’arte, dove spesso prevalgono individualismo e competizione. «Con Roberto c’è un grande feeling artistico e umano — racconta Virginia — siamo complementari, due parti di un unico sguardo».
Virginia Brescia e Roberto Cau sono due artigiani e artisti che lavorano il vetro. Roberto è originario di Lanusei, Virginia di Osini. La loro collaborazione è nata per caso, ma fin da subito si è rivelata l’unione di due anime artisticamente affini e complementari. Da quasi dieci anni, questa sinergia ha dato vita a splendide opere d’arte realizzate con i materiali più disparati: sughero, tessuti, vetro. Le loro creazioni, firmate con il marchio B&C, stanno pian piano conquistando spazio e attenzione nel mondo dell’arte contemporanea, imponendosi per originalità e raffinatezza.
L’incontro con Roberto è stato per Virginia un passaggio fondamentale, una svolta che ha rafforzato la sua visione artistica e l’ha spinta verso nuove forme espressive. Le visioni tra i due sono sempre condivise, frutto di dialogo, fiducia e rispetto reciproco. Per entrambi, l’arte è contemplazione della bellezza, ma anche ricerca di equilibrio tra eleganza, onestà e valori umani. «In un mondo competitivo come quello dell’arte — spiega Virginia — è importante che tra colleghi ci siano sincerità e collaborazione: solo così si cresce davvero».
Nata a Osini, piccolo borgo incastonato tra le montagne ogliastrine, Virginia parla con orgoglio della sua identità e delle sue radici. Il legame con il paese natale è fortissimo: molte delle sue opere le ha dedicate o donate proprio a Osini, in segno di riconoscenza e amore per la sua comunità. Anche Roberto Cau condivide lo stesso sentimento verso la sua Lanusei, a cui ha dedicato più di un lavoro. Entrambi si considerano profondamente legati alle proprie origini, custodi di un’eredità che nutre la loro creatività.
La donna è il cuore pulsante della ricerca estetica di Virginia: protagonista, simbolo, specchio della realtà che ci circonda. In ogni opera, le fattezze femminili diventano veicolo di bellezza e riflessione, incarnazione di un ideale che unisce sensibilità e rigore estetico. «Abbiamo il culto del bello — racconta — e il corpo femminile, con la sua armonia naturale, si presta perfettamente a raccontarlo».
L’arte, per Virginia, è il mezzo più autentico per esprimere se stessa: un linguaggio libero, personale, capace di trasformare emozioni in materia e colore. Il suo inizio con il riciclo artistico non è stato soltanto una scelta creativa, ma anche simbolica: ridare dignità a ciò che viene scartato, preservare la bellezza e il valore nascosto nelle cose dimenticate. Un gesto poetico e insieme etico, che racconta la sua sensibilità e la sua visione del mondo.
Virginia nasce come artista del riciclo, ma negli ultimi anni il suo percorso è andato oltre, avvicinandosi sempre di più alla scultura. La materia, nelle sue mani, si fa espressione di forza e poesia, un equilibrio tra forma, luce e profondità.
L’amore per l’arte di Virginia nasce presto: «Ho iniziato alle scuole medie, tre anni straordinari con un professore eccellente, grazie al quale ho appreso le tecniche fondamentali. Ho amato da subito l’arte e la storia dell’arte, con estrema passione. Il resto è stata pura sperimentazione, un autodidattismo allo stato puro. Le scuole e i corsi ti danno la tecnica e gli strumenti, ma non la creatività e la capacità espressiva. Il saper comunicare il tuo messaggio personale, regalare emozioni e sensazioni è altra cosa».
Virginia ama definirsi «artista osinese», un appellativo che porta con orgoglio: «Per elogiare questa meravigliosa terra dovrei rispondere “sarda”, ma un’artista non può isolarsi, né ghettizzarsi e ritagliarsi un angolo di paradiso. Deve essere di mente aperta e varcare i confini, per cui dico che mi sento anche molto “cosmopolita”».
La sua più grande soddisfazione è il calore della gente: «Leggere i loro commenti, percepire la considerazione e l’affetto che mi riservano, entrare nel loro cuore. Poi l’essere invitata alle manifestazioni culturali, parlare d’arte con colleghi e appassionati, tutto in modo spontaneo, semplice, mai costruito volutamente. Il mio è un cammino lento, difficile, ma ricco di colpi di scena e adrenalinico. E la cosa più bella è che, oltre al talento, vengano riconosciute anche le doti umane».
Per Virginia Brescia, l’arte è libertà, contemplazione, materia viva e sguardo autentico sul mondo. Insieme a Roberto Cau, continua a plasmare emozioni in forma di luce e colore, dando voce a una Sardegna che crea, innova e incanta.
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