Nuovo stadio della Roma: 9 gli arresti per associazione a delinquere. Molti i nomi celebri

Si ipotizza un'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Tra gli arrestati compaiono anche il vicepresidente del Consiglio Regionale del Lazio, Adriano Palozzi (FI), il presidente di Acea ed ex superconsulente della sindaca, Luca Lanzalone e lʼimprenditore Luca Parnasi
Blitz dei carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma: arrestate nove persone. Tra i fermati l’imprenditore Luca Parnasi, il vicepresidente del consiglio regionale del Lazio Adriano Palozzi (FI) e l’ex superconsulente della sindaca, attuale presidente di Acea, Luca Lanzalone.
Ipotizzata una associazione a delinquere finalizzata alla corruzione nell’ambito del progetto per l’impianto a Tor di Valle. Gli indagati avrebbero ricevuto, in cambio dei favori agli imprenditori, una serie di utilità, tra le quali anche l’assunzione di amici e parenti. I carabinieri hanno arrestato 9 persone (3 delle quali ai domiciliari) nell’ambito di un’indagine sulla costruzione del nuovo stadio della Roma. Tra gli arrestati compaiono anche il vicepresidente del Consiglio Regionale del Lazio, Adriano Palozzi (FI), il presidente di Acea, l’ex superconsulente della sindaca, attuale presidente di Acea, Luca Lanzalone, e l’imprenditore Luca Parnasi. Tra le persone raggiunte da provvedimento di custodia cautelare c’è inoltre anche l’ex assessore regionale, e attuale consigliere, Michele Civita del Pd.
I reati contestati – Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, hanno portato i militari a scoprire un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie di reati contro la Pubblica amministrazione nell’ambito delle procedure connesse alla realizzazione del progetto del nuovo stadio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Macabra scoperta in Alto Adige: feto di sei mesi trovato in un depuratore dell’acqua

Alto Adige, feto di sei mesi trovato in un depuratore. Per risalire alla madre, i carabinieri dei Nas di Trento hanno contattato i ginecologi e le cliniche della zona. Va chiarito come il feto sia finito nelle fognature
Un feto di sei mesi è stato rinvenuto nelle griglie del depuratore di Termeno. La macabra scoperta è stata fatta il 7 giugno dagli operatori della Ecocenter, che hanno subito allertato i carabinieri.
Come riporta il quotidiano Alto Adige, un’inchiesta è stata aperta dalla Procura di Bolzano, che ha anche disposto l’autopsia sul corpicino, già eseguita. Sulla base delle risultanze gli investigatori si sono detti convinti che il feto sia stato espulso spontaneamente e che si sia trattato quindi di un aborto il che significa che probabilmente non vi sia reato.
Intanto però la vicenda va chiarita e il Nas è stato incaricato di farlo: i carabinieri sono andati in ospedali pubblici, cliniche private e studi ginecologici per cercare di capire se la madre abbia cercato assistenza. Le ricerche sono compiute in Alto Adige ed in Trentino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA