Lo sapevate? Eleonora d’Arborea, la regina guerriera sarda, aveva doti magiche

Le imprese di Eleonora d'Arborea passarono presto alla storia: i sudditi la consideravano un'eroina senza precedenti, capace di imprese assai difficili. Proprio per questa sua forza si raccontava che la regina sapesse dominare le arti magiche di cui si serviva per le missioni più ardue, come la conquista dei castelli.
Tra le figure più affascinanti della storia sarda, spicca indubbiamente quella di Eleonora d’Arborea, la leggendaria giudicessa che governò durante la seconda metà del XIV secolo. Eleonora non fu solo una delle poche donne a detenere un ruolo di potere in quel periodo, ma anche una riformatrice illuminata, grazie all’aggiornamento della Carta de Logu, una raccolta di leggi che ha segnato profondamente la storia giuridica dei Giudicati sardi.
Eleonora, spesso ricordata come la “regina guerriera”, aveva un obiettivo ambizioso: unificare l’intera Sardegna, all’epoca divisa e parzialmente sotto il controllo aragonese. La sua leadership e il suo spirito combattivo le valsero l’ammirazione dei suoi sudditi, che la vedevano come un’eroina capace di sfidare ogni ostacolo.
Secondo le leggende popolari, Eleonora non nacque in Catalogna, come riportano i documenti storici, ma sarebbe venuta alla luce in circostanze molto più suggestive. Si racconta che, quando il re di Tharros fu costretto a fuggire dai Saraceni che devastavano le coste, si rifugiò nei pressi di Cabras. Il suo giovane figlio, impaziente di esplorare il mondo, disobbedì agli avvertimenti paterni e venne catturato dai Saraceni, finendo schiavo in terre lontane. Dopo molti anni, riuscì a farsi restituire ai genitori e tornò in Sardegna con una sposa turca. I due, per sfuggire alle incursioni, fondarono una nuova città, Oristano, dove nacque Eleonora. La leggenda narra che un’aquila si posò sul tetto della casa durante la sua nascita, e una cometa attraversò il cielo: segni profetici del suo glorioso destino.
Eleonora d’Arborea passò alla storia non solo per le sue abilità politiche, ma anche per le leggende che narrano dei suoi poteri magici. Si diceva che, grazie a una spada diabolica trovata nel castello di Montiferro, fosse invincibile in battaglia. La spada, appartenuta a re Mastino e forgiata con l’aiuto di forze oscure, le avrebbe garantito la vittoria in ogni scontro.
Tuttavia, la regina guerriera non usava la magia solo per la guerra. Le storie popolari raccontano di come Eleonora intervenisse anche per aiutare il suo popolo. In una di queste narrazioni, si dice che ridiede la vita a un branco di mucche colpite dalla peste, salvando un contadino dalla rovina. Eleonora lanciò chicchi di grano sugli animali, che miracolosamente si ripresero e ripresero a pascolare, restituendo speranza al loro proprietario.
Questi racconti leggendari, tramandati nei secoli, arricchiscono il mito di Eleonora d’Arborea, figura che continua a ispirare storici e appassionati. Le sue avventure si possono leggere in testi come il Bullettino Bibliografico Sardo di P. Lutzu e in Leggende e racconti popolari della Sardegna di Dolores Turchi, opere che offrono una finestra sul fascino eterno di questa straordinaria regina.

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