Il Natale d’Ogliastra. Cosa augurare alla nostra terra mentre l’anno muore

L’anno si chiude e un altro ciclo nel ripetersi delle cose poggia un velo di polvere sulla nostra terra. L’Ogliastra più di altri luoghi è sospesa tra la bellezza di un Eden selvaggio e una modernità che, rispetto alla generazione
L’anno si chiude e un altro ciclo nel ripetersi delle cose poggia un velo di polvere sulla nostra terra. L’Ogliastra più di altri luoghi è sospesa tra la bellezza di un Eden selvaggio e una modernità che, rispetto alla generazione dei nostri nonni, ha cambiato le nostre vite. Da questo connubio, a volte burrascoso, nascono fascino e contraddizioni del territorio.
È innegabile l’isolamento, geografico e infrastrutturale, dei nostri territori. Senza dubbio gli indici economici e statistici non sono clementi con noi, sia pure con un un lieve ma confortante miglioramento rispetto agli anni scorsi: disoccupazione giovanile, spopolamento, dispersione scolastica sono endemiche nel territorio.
Eppure in questi giorni in cui sembra si possa sfiorare il tempo che passa sembra più facile riporre aspettative e desideri per questo Natale. Sotto l’albero, immagino, desideriamo trovare le stesse cose.
Un primo pensiero va ai nostri giovani. La rubrica “Ogliastrini nel Mondo” ci riempie d’orgoglio: intraprendenza, spirito d’avventura, resistenza, capacità e caparbietà non mancano ai nostri ragazzi. Ma ogni loro storia letta ci fa venire un dubbio: stiamo dissanguando, poco alla volta, le migliori energie del nostro territorio? Ecco il primo pacco, in una carta regalo color mirto che profumi di cisto e corbezzolo: che possano invertire questa tendenza e non recidano il legame con la loro terra.
Come ogni anno, un pensiero va a chi non lavora. E un augurio, perché la ripresa dell’Ogliastra non può non passare da chi ha le forze per sostenerla.
Tutti noi desidereremmo un potenziamento delle infrastrutture: qualcosa si è fatto negli ultimi mesi, come la posa dei cavi della fibra ottica, che speriamo possa far recuperare alle nostre imprese qualche anno nella gara contro la nostra perifericità geografica.
Infine, tutti noi speriamo che questo nostro essere periferia, che pure fa parte della nostra specificità culturale, non si tramuti in ristagno: anche anche l’Ogliastra grazie ai suoi studenti, ai suoi artisti e ai suoi intellettuali possa essere luogo di produzione e arricchimento.

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