A Villagrande Strisaili si è celebrata la festa nazionale della Romania
A Villagrande Strisaili si festeggia la Romania. Una sessantina di cittadini rumeni, venerdì scorso, si sono dati appuntamento in un ristorante del centro ogliastrino per celebrare al loro festa nazionale. Uomini e (soprattutto) donne provenienti dall’Ogliastra e dal nuorese che
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A Villagrande Strisaili si festeggia la Romania. Una sessantina di cittadini rumeni, venerdì scorso, si sono dati appuntamento in un ristorante del centro ogliastrino per celebrare al loro festa nazionale.
Uomini e (soprattutto) donne provenienti dall’Ogliastra e dal nuorese che in Sardegna hanno trovato lavoro, e qualche volta anche l’amore, si sono incontrati grazie all’iniziativa promossa dalla loro connazionale attivista della Cgil della Camera del lavoro di Tortolì Cristina Tanco.
Non sono mancati momenti di commozione e di allegria tra danze tradizionali, canti popolari e costumi della Romania. «Questa è la nostra seconda casa ma non dimentichiamo le nostre origini» spiega Cristina, da anni impegnata nel sindacato a tutela dei lavoratori stranieri. Con i rumeni anche tanti italiani e i vertici ogliastrini dell’organizzazione sindacale.
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A fine 2015 la svolta: «La voglia di cambiare aria e la fine della stagione mi hanno portato alla decisione, presa dall’oggi al domani, di mollare tutto e andare a Melbourne, dall’altra parte del mondo.»
Trova lavoro in un ristorante italiano come aiuto cuoco. «L’impatto con la lingua non è stato dei migliori e poi l’inglese australiano cambia leggermente rispetto all’inglese britannico: hanno un accento diverso, sembra che si mangino le parole, e poi lo “slang”! Non capivo nulla e così, un mesetto dopo, tramite un’agenzia italiana, mi sono iscritto per due mesi a scuola. Lì ho iniziato a fare le prime amicizie e a conoscere ragazzi e ragazze provenienti da varie parti del mondo: Spagna, Colombia, Brasile, Korea e Giappone.»
«Atterrato a Melbourne, trovai piena estate e una temperatura di poco inferiore ai 40 gradi. Mi sono sentito nuovamente a casa, una seconda casa, infatti le buone conoscenze mi hanno consentito di non dover cercare nuovamente una stanza e di trovare lavoro in poco tempo. Così, dopo pochi giorni, ho iniziato a lavorare al ristorante Woodstock, situato all’interno del centro commerciale più grande in Australia. Tuttora lavoro in questo ristorante come secondo chef. Qui ho trovato una seconda famiglia, ho incontrato tante splendide persone e uno chef che – strano ma vero! – è molto calmo e paziente (cosa rara da trovare in una cucina che vende anche più di 1000 pasti al giorno tra ristorante e pizzeria).»