Questa è la storia di un artigiano, un artista e un designer e del giorno in cui si incontrarono. L’artigiano creava con le sue mani oggetti unici, l’artista ideava forme nuove e il designer cercava di percorrere la via della tradizione tenendo per mano l‘evoluzione tecnica e creativa. Quando queste tre figure si trovarono riunite fu magia: nacque l’artigianato artistico di design. Dove ogni manufatto conserva il gusto per le cose uniche e originali e mantiene viva la memoria storica locale. Dove arte e mestiere si incontrano. E i loro figli sono di una bellezza unica.

Il marchio JOIAS, in collaborazione con la designer isolana Stefania Spanu e la Cooperativa tessile Su Marmuri, racconta da anni in Ogliastra proprio questa storia meravigliosa e lo fa ancora una volta con un tappeto, MELODIE, che dà vita a un modo nuovo di concepire l’abitazione e l’arredamento stesso.

In questo straordinario tappeto, il passato della nostra terra si trasforma in linee essenziali e i grafismi della Spanu, con un design equilibrato e colori che catturano lo sguardo, lo rendono unico nel panorama dell’home decor.

La creativa di Sorso ha cercato di ricreare nel tappeto MELODIE i suoni della Sardegna, abbinandoli alla ipnotica melodia del telaio. «Ho trovato ispirazione nel vento che sferza la vegetazione sarda e accarezza le rocce» spiega la designer di Sorso Stefania Spanu «Le rocce e le pietre sono molto significative nella nostra storia e nella nostra cultura, sono un tema che si ripresenta. Da loro, ho chiaramente preso spunto per le scelte cromatiche. Le tessitrici ulassesi, con i loro telai, hanno poi dato ritmo e vita a questa idea che racconta di una Sardegna ancestrale, magica e affascinante».

Ma quando si parla di tappeti sardi il design non può fare a meno della tradizione. Melodie è un tappeto realizzato con le tecniche di una volta. Joias, per la lavorazione di questo tappeto, non ha stravolto nulla, per il semplice fatto che non esistono tecniche migliori di quelle tramandate dalle nostre nonne. Pura lana e tessuto intrecciati tra loro utilizzando il telaio tradizionale, per un lavoro fatto interamente a mano secondo l’antica e rinomata tecnica “a pibiones”, che in sardo significa acini d’uva. E i filati in questo speciale tappeto si intrecciano proprio come se fossero i tralci dell’uva.

JOIAS reinventa per stupire, trasforma il passato per valorizzarlo. Linee semplici ed eleganti, lavorate con l’antica tecnica “a pibionis” delle tessitrici della Cooperativa ulassese, mani fatate che hanno saputo tessere il paradosso dei suoni visivi. Un tappeto che non potrà che rendere unica la vostra casa e che sarà protagonista indiscusso di ogni ambiente. Rinnovare per innovare, interpretando il passato per sorprendere con tocchi di originalità e magia: questo è quello che riesce a fare sempre il marchio JOIAS. Con MELODIE la missione è compiuta, ancora una volta. 

Sembra umile, rannicchiato al suolo come per difendersi dal vento, ma il Ginepro nano è un autentico sopravvissuto. La sua corteccia bruno-rossastra racconta storie di inverni gelidi e di sole impietoso, mentre i rami, contorti e intricati, sembrano il frutto di una lenta danza con gli elementi.

Foto Forestas

I giovani germogli, glabri e angolosi, portano foglie aghiformi lunghe appena un centimetro, rigide e pungenti, con una sottile banda glauca sulla pagina superiore. Quelle più vicine alla punta dei rami si piegano verso il legno, come se volessero proteggerlo.

Foto Forestas

Pianta dioica, nasconde i suoi fiori all’ascella delle foglie. I frutti, i caratteristici galbuli sferici dal colore bluastro, maturano lentamente: ci vogliono oltre dodici mesi, da aprile-maggio, quando fiorisce, fino al settembre-ottobre dell’anno successivo. All’interno custodiscono due o tre semi, promesse di nuove piante pronte ad affrontare le stesse sfide.

Il Ginepro nano ha radici antiche. Diffuso sulle montagne europee e persino a basse quote dell’emisfero settentrionale, in Sardegna trova il suo regno nel Supramonte di Orgosolo e sul massiccio del Gennargentu. Vive dove pochi osano: nella fascia sopramontana, oltre il limite degli alberi. Ama la luce piena, resiste al vento e al gelo, e non fa distinzioni sul terreno che lo ospita.

È una lezione di resilienza vegetale, un simbolo silenzioso delle nostre montagne, che insegna come anche le forme più piccole possano essere straordinariamente forti.