Riforma ospedaliera, l’ex sindaco di Lanusei Davide Ferreli: “Cari cittadini sardi dobbiamo lottare”

L’ex sindaco di Lanusei Davide Ferreli ribadisce la sua contrarietà alla riforma ospedaliera. L’ex amministratore lanuseino ha affidato le sue riflessioni a un post sul suo profilo Facebook, nel quale ha ribadito le ragioni della sua lotta al fianco dei
L’ex sindaco di Lanusei Davide Ferreli ribadisce la sua contrarietà alla riforma ospedaliera. L’ex amministratore lanuseino ha affidato le sue riflessioni a un post sul suo profilo Facebook, nel quale ha ribadito le ragioni della sua lotta al fianco dei cittadini ogliastrini. Di fondamentale importanza il riconoscimento del primo livello al Nostra Signora della Mercede.
Scrive Ferreli “Maledettamente contro questa riforma della rete ospedaliera. Ho lottato, ho lottato tanto, ho lottato col buon senso, ho usato toni istituzionalmente corretti, convocato consigli comunali in ospedale all’indomani della prima bozza della riforma ospedaliera per dire da subito che era sbagliata nella sua essenza e per la direzione che voleva prendere, ho cercato di dar voce alla protesta della gente d’Ogliastra e dei territori marginalizzati dell’isola…ma non è bastato.
Insieme a tanti cittadini ho alzato il tono della protesta, lottato per l’emodinamica a Lanusei, per il punto nascite, scritto e deliberato documenti come amministratore comunale e come componente della conferenza socio sanitaria poi presentati in Regione. Ma non è bastato.
Ho portato avanti iniziative eclatanti, ho lottato guardando negli occhi rappresentanti politici e assessori regionali, talvolta pensando di non essere all’altezza di rappresentare la mia comunità, ho dato il mio sostegno a chi lottava più forte di me mentre io rifiatavo …ma non è bastato.
Ho detto da subito che ottenere il primo livello per il nostro ospedale, era, è e sarà l’unico modo per garantire ai servizi oggi esistenti di perdurare nel tempo, per lungo tempo e di migliorare.Ho detto con forza che per permettere di vivere ai territori più marginali della Sardegna serve dare certezze e presenza delle istituzioni, e non dare i numeri col pallottoliere della politica dei tagli.Pena la morte che inesorabile arriva nei territori abbandonati e privi di certezze. Quelle certezze amici miei, che la politica della giunta regionale ha minato e distrutto negli ultimi anni, perché dice di credere nelle periferie e nei territori ma non ci crede. Non crede in una Sardegna abitata fin nel più isolato dei nostri villaggi sempre più simili a riserve indiane.
Abitata non per vizio, ma per storia, libertà, identità orgoglio e preservazione. Una giunta regionale, una commissione sanità che propongono una riforma offensiva, cercando il risparmio o il taglio di sprechi che non arriveranno mai, ma già da ora preoccupa e spaventa le madri in dolce attesa, i pazienti e i bisognosi di cure. Insieme alla alla ASL unica poi…
Abbiamo lottato ma non è bastato, perché la politica dello stordimento e del “tranquilli i servizi saranno mantenuti” durante l’estate al caldo… colpisce come ha colpito.
Quel monitoraggio poi…è la certificazione allo smantellamento.
Cari consiglieri regionali, con mano sulla coscienza, non approvate questa riforma perché la gente non la vuole.
Con mano sul cuore non approvate questa riforma perché creerà disagi alla gente scaricando i fantomatici rispiarmi sulle spalle dei cittadini.
Cari cittadini sardi dobbiamo lottare. Per me lottare significa pensare che abbiamo dei figli a cui dobbiamo consegnare un mondo migliore.Lottare per me significa metterci il cervello, l’anima ed il cuore.
E continuerò a farlo, non più da sindaco ma da cittadino. Io ci sono!”

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