Genitori d’Ogliastra. La battaglia per la vita di Mirko Deiana e dei genitori Genny e Giuseppe

«E’ nato a sole 26 settimane. Pesava poco meno di un chilo. Ma dopo un coma e tantissime difficoltà, ce l’ha fatta ed oggi è un ragazzo d’oro ed un eccellente artista». Mamma Genny esordisce così, nel raccontare la storia

La famiglia Deiana al completo
«E’ nato a sole 26 settimane. Pesava poco meno di un chilo. Ma dopo un coma e tantissime difficoltà, ce l’ha fatta ed oggi è un ragazzo d’oro ed un eccellente artista». Mamma Genny esordisce così, nel raccontare la storia del figlio Mirko Deiana.
Mirko è nato a Nuoro nell’ottobre del 2000, pesava 950 grammi ed era lungo 25 centimetri. Uno scricciolo. Non aveva i polmoni sviluppati, era diabetico e il suo cuore e i suoi reni erano molto deboli. I medici non diedero grandi speranze ai genitori, entrambi ogliastrini. Da qual momento fu un valzer di infezioni, medicine, ospedali e operazioni. Il piccolo Mirko entrò persino in coma. Si pensi che la mamma riuscì a tenerlo tra le braccia solo dopo quattro, lunghi mesi.
«Dopo pochi mesi gli venne una grave infezione ai polmoni e finì in coma» racconta la madre «I medici ci dissero che non c’era molto da fare, il suo cuoricino stava cedendo. Ci rivelarono che probabilmente non sarebbe sopravvissuto e che nel caso avesse superato il momento difficile, sarebbe rimasto gravemente disabile. Fu terribile per noi, era il nostro primo figlio ed eravamo molto giovani. Certamente non pronti ad affrontare tutto quello che stava capitando al nostro piccolo. Ma, si sa, l’amore per i propri figli permette di tirare fuori una positività e una forza incredibili».
Ma, per fortuna, il destino per Mirko aveva altri progetti. Il bimbo, risvegliatosi dal coma, si è presto ripreso e grazie all’amore dei genitori Genny e Giuseppe ( lei di Girasole, lui di Ilbono) piano piano ha recuperato le forze e la salute. «Non è stato facile, nei primi anni i progressi sono andati a rilento. Ha iniziato a camminare a due anni, ha tolto il panno a quattro. Ma Mirko si è rivelato fin da subito un vero guerriero e passo dopo passo ha riconquistato la normalità» spiega la madre.

Uno dei disegni di Mirko
Oggi è un bellissimo ragazzo di 16 anni, che è stato appena promosso al quarto anno del liceo artistico Leonardo da Vinci di Lanusei e che vive sereno a Ilbono insieme ai genitori e al fratellino Nicolas, di 12 anni.
La sua più grande passione è il disegno. Da quando era piccolo ha impugnato con entusiasmo matite e colori, dimostrando di avere un incredibile talento. E di disegnare non ha mai smesso. Il suo sogno infatti è quello di frequentare, dopo il liceo, una scuola di fumetto. «Abbiamo sempre cercato di incoraggiarlo. I materiali che usa sono molto costosi ma lui cerca di auto-finanziarsi vendendo qualche ritratto. Speriamo che questa sua passione possa diventare un lavoro, più avanti: Mirko si merita il meglio» conclude mamma Genny.

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La storia di Teresa Doa, autista di pullman e mamma di cinque figli

Teresa Doa non si fa intimorire dal detto “donna al volante, pericolo costante”. « Non mi turba, anzi, non mi tocca proprio, gli incoscienti e indisciplinati alla guida sono equamente distribuiti in entrambi i sessi» sostiene con decisione Teresa.
Classe 1973, originaria di Arzana ma residente a Girasole, Teresa è una mamma ogliastrina e tra le pochissime autiste sarde che lavorano nell’ARST. Il suo percorso all’interno della principale azienda di trasporto pubblico in Sardegna, è iniziato col superamento del concorso indetto nel 2011.
«Lavoro all ARST da sei anni – racconta Teresa – è un lavoro che ho scelto di fare perché adoro guidare e adoro ancora di più spostarmi godendo nel frattempo dei nostri panorami. Altro elemento fondamentale, è il fatto che non sfuggo dal contatto con le persone. Mi piace molto, e il mio mestiere da questo punto di vista mi offre ogni giorno nuove opportunità: tra le curve della nostra Ogliastra, incontro gente di ogni tipo, e ognuno di loro mi arricchisce».
Unica donna autista in Ogliastra, Teresa ha iniziato il suo percorso nel deposito di San Vito. «Qui – spiega – ho trovato dei colleghi che mi hanno insegnato il mestiere. In generale sono poche le donne ma mi piace ricordare che allora, la prima in graduatoria di quel concorso fu una donna, Stefania Marras, un’amica ora impiegata nel deposito di Olbia».
Prima di essere autista però, Teresa è mamma. «Ho cinque meravigliosi figli – racconta – Sandra, nata nel ’97, ora matricola universitaria; Angela del ’99, Luigi del 2000, Gabriele e Simone nel 2001, gli ultimi quattro tutti alle superiori. Soprattutto i miei figli maschi a volte mi ripetono la famosa battuta del “donne al volante, pericolo costante”, e io in risposta, anche se so che scherzano, a volte li lascio a piedi sul serio».
Il mestiere di autista, secondo l’ideologia errata spesso presente nella nostra società, che vede mestieri per “donne” e mestieri per “uomini”, se intrapreso da una mamma come Teresa, può suscitare atteggiamenti ostili. «Ho ricevuto delle critiche sia dentro che fuori dal mondo lavorativo per questa mia scelta – spiega Teresa – ma credo che il mio stato di servizio parli chiaro. Metto passione nel mio lavoro, ed è questo il segreto che inoltre mi permette di conciliare l’essere mamma di cinque figli e lavoratrice . Questo doppio mestiere è indubbiamente faticoso, ma la fatica e gli sforzi per svolgerli entrambi vengono facilmente ripagati se si fa un lavoro che piace, e io adoro entrambi i miei ruoli».
«Consiglio vivamente a tutti i genitori – conclude Teresa – di non mettere paletti mentali ai propri figli, perché non esistono mestieri da o per soli maschi o sole femmine. La dolcezza e la femminilità possiamo abbinare ad una donna, o il senso di protezione che tanto possiamo amare in un uomo, non dipendono da ciò che svolge come professione».

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