Il maxi processo a Bancali. Il sindaco Ferreli: “Questa decisione avvilisce un territorio intero, quello dell’Ogliastra”

La sede del procedimento penale contro la banda dei portavalori è stata individuata. E non sarà Lanusei. Il maxi processo, infatti, si terrà a Bancali, in un bunker realizzato all’interno del moderno penitenziario sassarese. Un boccone amaro per gli amministratori
La sede del procedimento penale contro la banda dei portavalori è stata individuata. E non sarà Lanusei. Il maxi processo, infatti, si terrà a Bancali, in un bunker realizzato all’interno del moderno penitenziario sassarese. Un boccone amaro per gli amministratori e gli avvocati ogliastrini, che in questi giorni a più riprese e a vario titolo hanno rivendicato il diritto del territorio ad amministrazione la giustizia.
L’opinione di Davide Ferreli, sindaco di Lanusei, non è tardata ad arrivare. «Io non concordo. Non concordo perché è una prova che il sistema sardo dei tribunali non è adeguato a svolgere all’interno delle proprie strutture tutti i processi, anche quelli più complessi. Come invece dovrebbe essere» sostiene con fermezza Ferreli sui social «Ma allora, a non essere sicuro è tutto sistema dei tribunali, non solo quello di Lanusei. Eppure anche Lanusei, come Sassari, ha anche un carcere. Ma forse ci si dimentica che esistono progetti di investimento, in sicurezza e in strutture, in capo alla procura Generale. Ma sono fermi, ormai da troppo tempo».
«Ci raccontano che anche le strade dell’Ogliastra hanno la loro colpa, ritenute tortuose e troppo pericolose. Eppure, quando si parla di sanità, ai malati ogliastrini si chiede di spostarsi verso altri ospedali su quelle stesse strade, per l’occasione stranamente percorribili» conclude il primo cittadino «La decisione penalizza senz’altro tutto il sistema dei tribunali e delle carceri sarde, ma in modo diretto avvilisce un territorio intero, quello dell’Ogliastra. Un’Ogliastra che non solo perde ogni potenziale beneficio in termini di immagine e di ricaduta economica sul territorio, ma che soprattutto viene privata della possibilità di esercitare un diritto fondamentale: il diritto alla legalità.
Questo spostamento è più grave di quello che appare. Per questo non sono d’accordo».

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L’Ogliastra ha la sua referente per il Tribunale del Malato e per l’A.V.O. Intervista alla Prof.ssa Francesca Maxia

Ci sono esperienze che regalano emozioni difficilmente descrivibili a parole: una di queste è senza dubbio il volontariato. E questo lo sa molto bene Francesca Maxia, che dall’ esordio a Telefono Amico avvenuto dopo la laurea, non ha più abbandonato il mondo del volontariato fino a diventare, dal 2015, referente per l’ Ogliastra dell’ A.V.O. (Associazione Volontari Ospedalieri), associata all’ A.V.O. di Cagliari, che opera al Nostra Signora della Mercede di Lanusei.
Francesca, nata a Cagliari, barbaricina d’ origine, lanuseina d’adozione da sempre, consegue la Laurea in Lettere presso l’ Università di Sassari e attualmente insegna Italiano e Storia all’ ITI di Tortolì. <<A Sassari, finiti gli studi universitari, iniziai a collaborare con Telefono Amico, da quella primissima esperienza capii che per poter fare bene la volontaria, non ci si poteva improvvisare, con consapevolezza decisi di frequentare dei corsi tenuti da degli psicologi sull’ ascolto attivo>>.
Finita l’esperienza sassarese, il ritorno a casa, <<Tornata in Ogliastra, una mia collega mi chiese se volessi far parte dell’ Associazione Volontari Ospedalieri, la mia risposta fu si e frequentai il corso di preparazione A.V.O>>.
Ma qual è l’iter da seguire per diventare volontari? Per prendere consapevolezza del ruolo fondamentale che riveste un volontario ospedaliero, prima che si possa entrare in un reparto si deve frequentare un corso di preparazione, e solo se si è idonei, si può “esercitare” il volontariato.
Un’occupazione per la quale serve molta preparazione, proprio per questo, come spiega la Prof.ssa Maxia, nessuno può improvvisarsi. <<Il volontario è depositario di confidenze, paure, lamentele, quindi nessuno può improvvisarsi>> ci tiene a sottolineare nuovamente <<Il dialogo è la base di tutto>> , spiega la Prof.ssa Maxia, << con la condivisione del dolore e l’ ascolto attivo, si crea un’empatia col malato, che porta ad un sollievo, anche se talune volte solo momentaneo, delle sofferenze personali>>.
Allo stesso modo, continua << il volontario deve mantenere un sano distacco nei confronti del malato, affinché possa operare al meglio. Qualora il volontario non riesca in questo, deve valutare seriamente l’idea di non essere idoneo a questo delicatissimo ruolo sociale>>.
Dal 2015, la Prof.ssa Maxia è anche rappresentante per l’ Ogliastra di Cittadinanza Attiva – Tribunale dei Diritti del Malato, un altro importante ruolo per il contesto ogliastrino. Proprio in funzione del suo ruolo di referente del Tribunale dei Diritti del Malato di recente è stata fatta alla Prof.ssa Maxia un’altra importante richiesta << i disabili ogliastrini, mi hanno chiesto, in qualità di referente di Cittadinanza Attiva, di intercedere con i nuovi dirigenti dell’ ARST, affinchè anche i pullman ogliastrini siano dotati di pedane per le sedie a rotelle>> e con entusiasmo ci svela <<per poter affrontare questo delicato problema che coinvolge tanti cittadini, i dirigenti si sono dimostrati disponibili al dialogo, a breve spero in un incontro>>.
In questo periodo si stanno raccogliendo i nominativi per attivare il corso di preparazione per diventare “Volontario Ospedaliero”: chi sentisse di voler intraprendere in modo consapevole e serio, questo tipo di esperienza, può contattare per qualsiasi informazione in merito la Prof.ssa Maxia alla mail: [email protected] indirizzo di riferimento anche per segnalazioni inerenti i propri diritti “di malato”, i diritti di un proprio caro, o per semplici informazioni
(Articolo di Giuseppe Piras Loi)

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