I Fuochi Sacri dei nostri Padri, promossa a pieni voti la quarta edizione dell’evento, tra Jerzu e Ulassai
Circa 250 persone si sono presentate all’appuntamento fissato alle 16 dello scorso sabato in località Sant’Antonio a Jerzu per partecipare alla quarta edizione della manifestazione storico-culturale “I Fuochi Sacri dei nostri Padri”, rassegna volta a rievocare l’antico rituale dell’accensione di
Circa 250 persone si sono presentate all’appuntamento fissato alle 16 dello scorso sabato in località Sant’Antonio a Jerzu per partecipare alla quarta edizione della manifestazione storico-culturale “I Fuochi Sacri dei nostri Padri”, rassegna volta a rievocare l’antico rituale dell’accensione di fuochi come mezzo di comunicazione tra le varie postazioni nuragiche sparse nel territorio. Stavolta, per la prima volta in quattro anni, la manifestazione ha varcato i confini jerzesi coinvolgendo anche il comune di Ulassai.
La marea festante e allegra di persone, dopo veloci saluti, si è subito divisa in otto distinti gruppi ciascuno dei quali, guidato da un capogruppo, si è recato nei punti stabiliti per l’accensione di un fuoco. Così, per un pomeriggio, a distanza di secoli, Gedili, Gessidu, Corongiu Alto e Corongiu Basso, Erriu Pessiu, Tecodì, S’Omu ‘e s’Orcu e S’Ulimu di Ulassai, si sono accesi di un rosso sfavillante con una lunga scia fumante che ha permesso loro di individuarsi e vedersi reciprocamente per un’altra volta.
Il crepitio delle fiamme, in un paesaggio mozzafiato che accomuna tutti i punti prescelti, è stato accompagnato dai rituali più disparati, e così, persi nel verde della vegetazione e illuminati da un sole splendente, qualcuno ha ballato, altri hanno cantato, c’è chi ha accompagnato l’accensione del fuoco con il suono della fisarmonica e chi semplicemente ha preferito raccogliersi in silenzio e perdersi tra i propri pensieri e le proprie preghiere.
Dopo la discesa tra le ultime luci del giorno che lasciavano spazio al chiarore della luna, il gruppo si è nuovamente riunito per una cena al “Rifugio d’Ogliastra”. Qui, in un clima di festa, si è trascorsa una divertente serata tra balli sardi, canti e racconti. Lo staff organizzatore quest’anno ha deciso di dedicare la manifestazione a Francesco Melis, storica istituzione jerzese, scomparso questo inverno, senza dimenticare Natalina Carta e Luigi Salis, tenaci sostenitori della rassegna per i quali sono stati fatti volare in cielo dei palloncini.
Gli organizzatori della rassegna culturale, ceduto il passo a un grande senso di soddisfazione per la riuscita dell’evento, hanno ringraziato a più riprese tutti i presenti e in particolare chi è giunto a Jerzu da lontano, chi ha collaborato e la struttura che ha organizzato e servito la cena. L’aspettativa è che negli anni a venire “I Fuochi Sacri dei nostri Padri” continui ad allargarsi e coinvolgere altri paesi ogliastrini e non. Già ieri, è stato piantato il seme per nuove collaborazioni future con Ulassai e Osini, e, in ogni caso, chiunque abbia intenzione di avere ulteriori informazioni, può trovare i contatti degli organizzatori nell’omonima pagina Facebook “I Fuochi Sacri dei nostri Padri”.
La primavera a Jerzu è appena iniziata e le iniziative non sembrano mancare, archiviato il successo di questa originale rassegna storico-culturale, si guarda all’immediato con l’associazione “Il Vento dei Tacchi” che lavora per la riuscita della rassegna enogastronomica “Calici di Pasqua” che si terrà i prossimi 16 e 17 aprile in coincidenza con le feste pasquali e che vedrà protagonisti il Cannonau e i piatti tipici del paese della Valle dei Tacchi, in un percorso tutto da assaporare.
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