Usi e costumi. Lo studente delle superiori in Ogliastra negli anni ’90

Oggi è difficile da credere, eppure c’è stato un periodo in cui il porto di Arbatax era una delle mete preferite dagli ogliastrini ad ogni ora del giorno.
Per i bambini era il luogo ideale per scivolare con i propri pattini a rotelle, pensiero che riporta a un altro ricordo di circa un ventennio fa, quando molti piccoli tortoliesi frequentavano la scuola di pattinaggio artistico.
Se non erano i pattini era lo skate, se non era lo skate erano le gambette che rincorrevano il pallone o che saltavano una corda a suon di musica.
Già, la musica. Quella che gli stessi genitori accendevano come sottofondo per le proprie chiacchierate fronte mare, pilotina e cartiera o quella dei ragazzi che passavano per fare il giro della torretta a ritmo di Hit Mania Dance 94, 95 o giù di lì.
Il porto aperto a tutti, quello in cui accompagnavi i tuoi cari in partenza per il continente, direttamente alla scaletta. E a volte li accompagnavi pure su, fino al portellone, perché la valigia pesava.
I muretti poi, palcoscenico non troppo discreto dei ragazzi alle prese con le prime sigarette o i primi baci, anche questi con vista mare, isolotto, Cartiera e capo Bellavista.
E poi i fuochi di Stella Maris, dagli scogli, dai muretti, dal muraglione. E i murales ancora intatti, la Tirrenia che attraccava e il mare calmo da ammirare oppure le onde che scavalcavano il muraglione e ti bagnavano.
Questo era il porto di Arbatax. Solo un porto? No, per tanti luogo di ricordi ed emozioni indelebili.