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Attacchi di panico: 10 consigli dello psicoterapeuta da mettere in pratica subito | Ogliastra - Vistanet
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Attacchi di panico: 10 consigli dello psicoterapeuta da mettere in pratica subito

Attacchi di panico: 10 consigli dello psicoterapeuta da mettere in pratica subito

Attacchi di panico: 10 consigli dello psicoterapeuta da mettere in pratica subito

“Sono attimi che sembrano millenni e si vive nella paura che ritornino. Ma c’è speranza, è una delle patologie da cui si guarisce più facilmente in pochi mesi, serve impegno e, spesso, un aiuto esterno. Una persona su tre li

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16 Febbraio 2017 10:36 La Redazione

“Sono attimi che sembrano millenni e si vive nella paura che ritornino. Ma c’è speranza, è una delle patologie da cui si guarisce più facilmente in pochi mesi, serve impegno e, spesso, un aiuto esterno. Una persona su tre li sperimenta almeno una volta nella vita”, spiega Giovanni Porta, psicologo e psicoterapeuta. Cosa fare subito per avere un poco di sollievo?

La paura arriva all’improvviso, quando il panico entra nella nostra vita non siamo mai pronti. È normale che sia così. Entra nelle nostre giornate stravolgendole e cambiandole per sempre, o così crediamo, perché, in realtà, con l’aiuto di un esperto si può guarire in pochi mesi. La forza di cui abbiamo bisogno è dentro di noi. “Di solito, gli attacchi di panico iniziano con qualche sintomo fisico – spiega lo psicoterapeuta – Il cuore si mette a battere forte, si ha la sensazione di non riuscire a respirare a sufficienza, di stare per soffocare; ci si sente strani, quasi non se stessi, gli arti possono essere intorpiditi e si può sentire dolore al petto. Più i sintomi fisici si intensificano più l’angoscia e la paura crescono, diventando autentico terrore: si teme di morire, di impazzire o di non tornare mai più alla normalità. Sono attimi che durano millenni, e che lasciano profondi segni anche una volta passati. Infatti, chi soffre di attacchi di panico spesso comincia a vivere nel terrore che ritornino, alimentando un circolo vizioso di “paura della paura” che fa rintanare sempre più la persona in situazione protette, note, conosciute, sicure (almeno in teoria)”.

Ne soffre il 3,5% nella popolazione mondiale. Nel corso della propria vita un individuo su tre ha sperimentato almeno un episodio di panico o ansia sotto forma di attacco senza che vi sia stata, successivamente, un cronicizzazione. E’ una patologia molto diffusa, secondo i sondaggi più recenti quasi 10 milioni di italiani ne soffrono in maniera sistematica. Le donne sono maggiormente a rischio, ma anche gli uomini non ne sono esenti e, purtroppo anche gli adolescenti si ritrovano sempre più spesso a fare i conti con questo male. In un 30-40% delle persone sparisce spontaneamente. In un altro 30% si ha la remissione con la terapia specifica, ma ci possono essere ricadute. Per un altro 30% circa occorre una terapia più prolungata.

Perché il mondo di chi soffre di attacchi di panico diventa sempre più piccolo?

Chi ne soffre inizialmente mette di atto delle strategie di autodifesa per non incorrere più nella paura. Si inizia ad evitare i luoghi dove si sono verificati, complicandosi la vita all’inverosimile. I comportamenti di evitamento sono uno dei sintomi più comuni: per esempio se l’attacco è arrivato quando stavamo mangiando una certa cosa la eviteremo, oppure, non si andrà più in metropolitana se il primo episodio è accaduto lì, a casa di un amico, se non siamo stati beni in quell’occasione, o al cinema, a teatro, o…. fino a quando la paura entra in casa e a questo punto non si sa più cosa fare. Capita a molti che al mattino si facciano la lista immaginaria di ciò che è meglio evitare, non fare; qualche evento al quale non partecipare, amici da non vedere e bugie da inventare per proteggere questo grande segreto.Ci si sente sempre più soli.Costruiamo dei muri tutto attorno a noi per difenderci, fino a soffocarci, e diamo per scontato che sia giusto così, che quei muri siano necessari per preservare il nostro equilibrio. Abbiamo paura che gli attacchi di panico ritornino. L’attesa diventa un inferno. La paura ci fa tornare bambini: ci sentiamo fragili, indifesi.

10 consigli da mettere in pratica subito per chi soffre di attacchi di panico:

  1. Imparare a conoscerli, divenire consapevoli delle varie fasi (insorgenza, apice, decrescita) e del fatto che non sono mortali né infiniti. Imparare ad osservarli come si osserva un temporale fastidioso, sapendo che finirà e, grazie a questa convinzione, provare a conviverci. Per migliorare la capacità di osservare le proprie sensazioni con un po’ di distacco, può risultare utile apprendere le basi della meditazione. Ci sono persone che ne hanno anche molti al giorno. E’ essenziale in questi casi imparare a riconoscerli e a lasciarli passare.

  2. Comprendere che gli attacchi di panico sono solo un sintomo, e dunque non costituiscono il vero problema. Il vero problema è ciò che li causa, cioè la propria insoddisfazione esistenziale. Agire su di essa costruendo degli obiettivi raggiungibili. Chiedere, se serve l’aiuto di un professionista.

  3. Quando si percepisce che stanno per insorgere degli attacchi di panico, invece di subire passivamente le sensazioni fisiche spiacevoli che si stanno provando, fare qualcosa di concreto: muoversi, camminare, oppure raccontare a un amico ciò che si sta vivendo, mettere in atto delle tecniche di rilassamento e non farsi troppe paranoie mentali.

  4. Dedicarsi ad attività artistico-espressive: teatro, canto, pittura, movimento, scrittura. Qualsiasi cosa permetta di dare voce ai propri vissuti interiori. Molto utili in questo senso le principali artiterapie, in particolare – a mio avviso – la teatroterapia, perché permette di sperimentare in un gruppo protetto nuovi modi di comportarsi.

  5. Trovare il coraggio mandare a quel paese chi lo merita.

  6. Definire amici solo le persone di cui ci si può realmente fidare.

  7. Condividere con gli amici le proprie problematiche, e chiedere loro aiuto in caso di bisogno.

  8. Imparare a convivere con la propria paura e a fare figuracce, se sono funzionali al raggiungimento di qualcosa che davvero si desidera

  9. Parlare con persone che hanno avuto attacchi di panico e che li hanno risolti

  10. Diventare consapevoli che gli attacchi di panico guariscono.

 

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Rete Ciclabile della Sardegna, il Comune di Tortolì fra i 24 itinerari prioritari



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16 Febbraio 2017 10:06 Michela Girardi

La Sardegna da percorrere interamente in bicicletta. Una rete ciclabile che colleghi l’Isola da Nord a Sud, da Est a Ovest. E’ l’ambizioso progetto dell’Assessorato Regionale ai Lavori Pubblici che sta prendendo forma e che coinvolge  209 enti locali fra i quali anche il comune di Tortolì.

Dopo un anno e mezzo dal percorso di progettazione dal basso, la Giunta regionale ha recentemente approvato lo studio preliminare predisposto dall’Arst in collaborazione con l’Università di Cagliari, per la realizzazione dei primi cinque itinerari ciclabili che connetteranno da subito circuiti extraurbani con circuiti urbani. Sono stati stanziati 15 milioni di euro e, come ha sottolineato l’Assessore Paolo Maninchedda, andranno a gara entro l’anno.

Lo studio punta a utilizzare il più possibile i tracciati della rete ferroviaria dismessa e garantire il maggior livello di sicurezza e il minor impatto ambientale possibili. La rete complessiva si sviluppa per circa 2000 km lungo i cinque itinerari previsti dall’Atlante Ciclistico della Sardegna (Itinerario Sud, Itinerario Ovest, Itinerario Nord Ovest, Itinerario Nord Est, Itinerario Est); in particolare è prevista una rete principale (costituita da tre dorsali: centrale 300 km, costiera occidentale 630 km, costiera orientale 580 km) e una rete secondaria per 1200 km.

Sono stati individuati 42 itinerari, fra i 24 prioritari che coprono il 57,5% (103 km) della rete complessiva, il  comune di Tortolì rientra a pieno titolo fra i primi 16 interventi in programma. Nello specifico si tratta del tracciato di 78,32 chilometri che parte da Tortolì-Arbatax e arriva a Villaputzu, al quale si è data priorità anche per la connessione della nostra Città ai gate di porti e aeroporti, e l’ interconnessione con parchi e ambiti di interesse naturalistico.

“L’Amministrazione Comunale sposa pienamente l’ambizioso progetto promosso dalla Regione che punta alla mobilità sostenibile” commenta l’assessore ai Lavori Pubblici Fausto Mascia. Crediamo fortemente nella rete ciclabile della Sardegna e siamo convinti che possa portare a una reale ricaduta economica anche sul nostro territorio.”

 

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