I giovani ogliastrini e il “ritorno alla terra”. La storia di Salvatore Marongiu e Nicola Angioi, i principi dello zafferano
Due anni di studi e ricerche, di interrogativi e dubbi, di entusiasmo e voglia di fare. Questo il percorso che ha condotto due giovani di Girasole, Salvatore Marongiu e Nicola Angioi, alla creazione di una cooperativa agricola dedita alla produzione
Due anni di studi e ricerche, di interrogativi e dubbi, di entusiasmo e voglia di fare. Questo il percorso che ha condotto due giovani di Girasole, Salvatore Marongiu e Nicola Angioi, alla creazione di una cooperativa agricola dedita alla produzione di una spezia dai mille effetti benefici: lo zafferano.
Per molto tempo i due ragazzi ( di 29 e 28 anni) si sono chiesti, in questo periodo di incertezza economica, su cosa potessero scommettere per crearsi un futuro in Ogliastra. E la risposta è arrivata: creare una nuova realtà che cresca e cooperi con quelle già esistenti in modo da portare benessere a tutto il territorio, senza fare concorrenza a quelle già presenti, che spesso “arrancano” a causa della crisi.
Volenterosi e pieni di idee, Salvatore e Nicola, amici da una vita e da qualche anno anche compari, hanno visto molti coetanei fare le valigie e partire per le più svariate mete in cerca di un lavoro. Determinati a non farsi intimorire dalla crisi e soprattutto a non abbandonare l’amata Ogliastra, hanno deciso di abbracciare la filosofia del “ritorno alla terra”. Così si sono messi in gioco, anche rischiando, con la voglia matta di non stare a guardare, di diventare artefici del proprio destino.
Nel 2017 nascerà così la cooperativa “Terra e Abba”. «Abbiamo scelto la formula della cooperativa perché vogliamo scrollarci di dosso lo stereotipo che noi sardi non possiamo lavorare assieme con democrazia e profitto” spiegano i due giovani imprenditori “Speriamo nel tempo di costituire una realtà solida che possa creare profitti per il nostro paese e che sia in grado, almeno in piccola parte, di interrompere la fuga dei giovani dall’Ogliastra. Come tutte le grandi querce che sono nate da un piccolo seme».
«Siamo convintissimi che l’agricoltura sia la strada giusta da percorrere. La nostra terra è ancora incontaminata e le nostre falde acquifere pure. Il sole nella nostra Isola splende tutto l’anno perciò alle nostre colture serviranno solamente terra, acqua e molte attenzioni. Da qui la scelta del nome della cooperativa – spiega Salvatore Marongiu – Ultimamente si sono uniti a noi altri soci interessati, come Maurizio e Pierpaolo. Puntiamo a tenere i terreni della cooperativa sempre in ordine in modo che sia piacevole anche solo andarci a fare una passeggiata».
Vorrebbero creare un’ azienda a porte aperte, nella loro ottica il modo migliore per instaurare un rapporto di fiducia con i potenziali clienti. Nel calderone d’idee dei due ogliastrini anche altri progetti, come quelli dedicati alle erbe aromatiche e officinali, al Giardino Zen, allo Yoga nei campi, alla Fattoria Didattica e agli orti sinergici condivisi.
Per questi giovani rampanti il 2017 sarà però l’annata dello zafferano. Salvatore e Nicola hanno studiato a lungo la spezia e scelto i migliori crochi di zafferano coltivati in Sardegna, premurandosi di acquistare solo prodotti biologici al cento per cento. Hanno fatto diverse prove, sia di terreno che di tecnica di impianto. «Nei mesi passati abbiamo osservato ogni minima cosa stesse accadendo attorno ai bulbi, che silenziosi crescevano sotto la crosta di argilla che caratterizza le terre del nostro paese – aggiunge Nicola Angioi- A ottobre le prime gemme sono venute fuori. Ci siamo alzati presto la mattina per raccogliere con grande emozione i bellissimi fiori viola, profumatissimi e delicati. E’ stata un’ esperienza sensoriale meravigliosa, che ci ha convinti del fatto che è proprio questo il tipo di coltura che cercavamo”.
«Mangiare sano e diventato sempre più importante – concludono i due girasolesi di Terra e Abba – Così da qualche anno abbiamo intrapreso anche il viaggio alla riscoperta dei grani antichi, che già dall’800 venivano coltivati in Sardegna e che poi furono abbandonati con l’avvento delle grosse industrie. Noi faremo parte dei promotori di questi ottimi grani».
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