In attesa della prossima prova valevole per le finali di Saint Vincent nel prossimo giugno, il 17 gennaio a Macomer si è svolta la terza prova del campionato provinciale di biliardo a stecca di 5 birilli.

Quattro villagrandesi in gara per le rispettive categorie: Mercello Peddiu, Giuseppe Nieddu, Angelo Melis e Paolo Scudu. La finale della 1^Categoria se la è aggiudicata Daniele Dettori mentre è uscito al primo turno il campione Marcello Peddiu. Per il giocatore ogliastrino è salva comunque la prima posizione in classifica generale di categoria.

Finale tutta villagrandese in 2^Categoria dove la finale se la sono giocata Angelo Melis e Paolo Scudu: match combattuto che si è concluso con la vittoria di Melis. Rinviata la gara valevole per la 3^Categoria al 23 gennaio.

Appuntamento per la quarta prova, il 7 febbraio, sempre a Macomer. Poi ne mancherà soltanto un’altra per stabilire chi andrà alle finali nazionali di Saint Vincent per misurarsi con i migliori di questa affascinante disciplina.

Chiunque abbia passeggiato lungo le affascinanti scogliere granitiche di Orrì, in Ogliastra, avrà notato quelle linee più chiare che attraversano le rocce come delle vere e proprie venature. Si tratta dei cosiddetti filoni aplitici, un fenomeno geologico affascinante, testimonianza di antichi processi magmatici avvenuti milioni di anni fa.

Foto di La Monica nel gruppo GEOsiti della Sardegna

Questi corpi rocciosi filoniani di natura granitica si sono formati quando il magma residuo, ancora fuso, ha trovato spazio per infiltrarsi nelle fessure delle rocce circostanti – fenditure spesso create dal raffreddamento del granito stesso o da movimenti tettonici.

Si tratta di intrusioni magmatiche secondarie, che si inseriscono in fratture della roccia preesistente. Nel caso dei filoni aplitici, queste fratture si sono verificate in rocce granitiche già consolidate, probabilmente in concomitanza con grandi eventi geologici come la roto-traslazione che ha portato la Sardegna dalla sua originaria posizione presso i Pirenei a quella attuale nel Mediterraneo.

I filoni aplitici si distinguono per la loro struttura microgranulare: i cristalli che li compongono sono molto piccoli, al punto da risultare difficili da osservare a occhio nudo. La loro composizione è tipicamente ricca di quarzo, feldspati (ortoclasio e plagioclasio) e mica, con una presenza minima di minerali femici (quelli contenenti ferro e magnesio).

In alcuni casi, questi filoni si presentano come vere e proprie intrusioni di quarzo, depositatosi all’interno delle diaclasi – le spaccature nella roccia granitica – rendendo ancora più evidente il contrasto tra il colore chiaro del quarzo e il granito circostante.