Continua a vincere il Cardedu. Colpo di coda del Triei. Il Perdas ferma la capolista. Tra Idolo e Jerzu vince il vento.

Un punto nelle ultime cinque gare di campionato, apre ufficialmente la crisi in casa Lanusei. Nella prima giornata di ritorno della serie D, al Lixius passa per 2 a 0 la Nuorese. Ospiti ben messi in campo, primo tempo di marca verdeazzurra, ripresa meglio la squadra di Francesco Loi ma non basta per strappare almeno un pareggio, forse meritato. Non è stata un partita spettacolare e particolarmente bella, ma intensa. Decidono il match Cadau e Verachi, autori delle due segnature, e il portiere Frasca che neutralizza un rigore ad Angheleddu.
Prima di ritorno anche in Eccellenza dove il Tortolì, con Giorgio Todde in panchina, torna da Selargius con una vittoria importantissima (3-4) e supera proprio i selargini in classifica arrivando a quota 18 punti, a -2 dal Tonara. Partita tosta e ben giocata quella dei rossoblu. Le reti portano la firme di reti di Ankudinovas (doppietta), Nieddu e Secci.
In Promozione, altra sconfitta per il Girasole (2-1 ad Arbus) e altri due rossi. La squadra di Senes rientra dalla trasferta in campidano con le ossa rotte. Ancora decisioni arbitrali che fanno discutere e altri due giocatori che salteranno il prossimo match per squalifica. Prima frazione che si è chiusa 2 a 0 per i granata con l’uomo in più, al 65′ Alessandro Murreli accorcia su punizione. Ospiti che finiscono in 9.
Si è giocato anche in Prima, ultima di andata. L’impresa di giornata appartiene al Perdasdefogu con lo 0 a 0 imposto alla capolista Ovodda del capocannoniere Gino Noli. Ottima prova dei ragazzi di Cabitza che soffrono ma conquistano un punto d’oro contro la capolista. Migliore in campo Maicol Piroddi che con i suoi interventi sul bomber Noli ha salvato in più occasioni il risultato. Gara tutto cuore e grinta dei foghesini che dimostrano di essere vivi e di credere nella salvezza. Standing ovation per il rientro in campo del fantasista Casella. Un punto e quota 9 in classifica che significano ultima posizione, dopo il sorpasso del Triei. L’Ovodda sale a quota 35. Accorcia le distanze il Bari Sardo (32) che espugna il Planedda (0-1) grazie all’ennesimo gol pesante di Pistis. La squadra di Mereu ora è al secondo posto a -3 dalla vetta e a +1 dal Seulo, terzo. La Baunese resta a 14 punti, a + 4 dal terzultimo posto occupato dal Triei che ha superato in casa il Desulo (1-0) grazie al gol pesantissimo del solito Pierluca Murru. Il portiere locale Caussi blinda il successo parando un rigore. Altro rigore parato in Cardedu-Villagrande (2-1) dove è Farinola che dice di no a Erik Scudu. Locali a segno con Giuseppe Mura e Jurado; dimezza lo svantaggio Mario Yepes Natali.  La squadra di Boi continua a vincere, salendo a quota 24 in classifica, quinto posto solitario e domenica arriva l’Ovodda. Per il Villagrande di Demurtas, 16 punti in classifica. Sconfitta casalinga per il Seui di Ghiani contro l’Aritzo (1-2). Gli ogliastrini restano in terzultima posizione a +2 dal Triei. A nulla è servito il gol di Walter Laconi, decide per gli ospiti la doppietta di Sambou. Rinviato causa maltempo l’altro derby di giornata tra Idolo e Cannonau Jerzu.

Tra i pendii aridi e ventosi dell’Ogliastra, là dove il maestrale modella la vegetazione e il profumo delle erbe pervade l’aria, cresce una pianta che racconta la Sardegna più autentica: il timo sardo (Thymus herba-barona). Presenza discreta ma preziosa delle montagne isolane, cresce con forza in particolare sulla cima di Monte Armidda, al confine tra Lanusei e Gairo — un luogo che ne porta persino il nome nel toponimo (“Armidda”, in sardo, significa proprio timo).

Il timo sardo, specie endemica di Sardegna e Corsica, sboccia tra maggio e settembre, colorando l’estate mediterranea. Cresce tra gli 800 e i 2000 metri di altitudine, creando tappeti profumati che resistono alla siccità e al vento. La sua fragranza intensa e balsamica lo rende una pianta molto apprezzata, tanto che dal suo nettare nasce un miele monoflora dal profumo unico, simbolo della macchia montana sarda.

Nella medicina popolare della Sardegna, il timo era considerato un dono prezioso della natura. Raccolto nei mesi estivi, veniva impiegato per le sue molteplici virtù curative: come sedativo e diaforetico, per calmare e favorire la sudorazione; come antielmintico, per combattere i parassiti intestinali; come decongestionante delle vie respiratorie, utile nei raffreddori e nelle tosse persistenti; e persino come rimedio contro la dissenteria e i disturbi gastrici.

L’infuso o il decotto di timo era un rimedio semplice ma efficace, tramandato di generazione in generazione, parte integrante del sapere erboristico isolano. Il timo di Monte Armidda non è solo una pianta aromatica: è un frammento di identità sarda, un legame tra natura, cultura e memoria. Il suo profumo racconta di pascoli assolati, di antichi rimedi, di una conoscenza del territorio che ancora oggi sopravvive nelle mani di chi custodisce i saperi della tradizione.