Approda in Sardegna il Festival della canzone in lingua minoritaria.

Un tempo erano piccoli tesori per i bambini: nei cortili, tra i sentieri o sotto le querce, bastava cercare tra le foglie secche per trovarle. Le chiamavano ladderas nel Mejlogu, bacchiccas a Orgosolo, ma ogni angolo della Sardegna aveva un suo nome per queste curiose “palline legnose”. Sembravano biglie, ed è proprio così che venivano usate: per giocare, scambiarsi sfide, inventare storie. Ma cosa sono in realtà?
Oggi ve le raccontiamo con l’aiuto dell’Agenzia Regionale Forestas, che ci ha fornito anche le immagini e le informazioni scientifiche. Quelle che in tanti ricordano come biglie di legno sono in realtà galle, particolari escrescenze che si formano su alcune piante – tra cui la Roverella, una delle querce più diffuse in Sardegna.
Le galle nascono da un’interazione sorprendente tra la pianta e un piccolo insetto, il cinipide: una specie di imenottero (come le vespe), assolutamente innocuo. La femmina depone le uova nei tessuti della pianta e, in risposta, la Roverella reagisce facendo crescere attorno all’uovo un tessuto vegetale anomalo. È proprio così che nasce la galla: una “casa” che protegge e nutre la larva durante il suo sviluppo.
All’inizio verde, morbida e piena di vita, la galla con il tempo si indurisce, diventa legnosa e assume colorazioni più scure. Quando l’insetto al suo interno è maturo, scava un piccolo foro ed esce nel mondo. A quel punto, la galla resta vuota e può diventare rifugio per altri inquilini: formiche, altri insetti o anche semplici esploratori curiosi.
Le galle non danneggiano le querce: questi alberi hanno imparato a convivere con la loro presenza e, anzi, sono parte di un piccolo ecosistema che favorisce la biodiversità. Alcuni insetti si sviluppano dentro le pareti della galla, altri arrivano dopo, quando è già stata svuotata. Un microcosmo che racconta l’equilibrio della natura.
Eppure, per tanti sardi, le galle non sono solo un fatto botanico: sono ricordi, giochi, infanzie passate all’ombra delle querce. Chissà come le chiamavate voi, nel vostro paese?
Se vi capita di trovarne una durante una passeggiata, guardatela con attenzione: magari ha ancora il piccolo foro dell’insetto che è uscito… oppure è solo lì, pronta per diventare di nuovo una biglia, una laddera, una bacchicca – un piccolo frammento di Sardegna da raccontare.