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Il cambiamento climatico non è solo una previsione futura, ma un fenomeno che trova riscontri evidenti anche nella storia geologica della Sardegna. A raccontarlo è il geologo Luigi Sanciu, che da anni studia le trasformazioni dell’isola.
“Circa 125 mila anni fa, durante un periodo interglaciale molto caldo, il livello del mare si alzò di 5-6 metri rispetto all’attuale”, spiega Sanciu. “Ma lungo alcune aree della costa orientale, come Cala Luna, il livello fossile del mare è visibile anche a +10 metri. Un’anomalia che molto probabilmente è dovuta a un successivo sollevamento tettonico del territorio”.
Le testimonianze sono scolpite nelle rocce calcaree: linee di erosione marina, terrazze e antiche cavità scavate dalle onde, tutte ben sopra il livello attuale del mare. “Si tratta di prove inconfutabili di un riscaldamento globale passato, che provocò la fusione di grandi masse glaciali”, sottolinea il geologo. “E non parliamo di milioni di anni fa, ma di un’epoca geologica recente, un battito di ciglia se rapportato all’età della Terra”.
Un monito, più che una curiosità. “Queste evidenze ci ricordano che l’innalzamento dei mari non è uno scenario ipotetico, ma un fatto già accaduto nella storia del pianeta. Se non interveniamo oggi, potremmo rivivere quegli eventi in tempi molto più rapidi e con conseguenze drammatiche per le nostre coste e comunità”, avverte Sanciu.