Iniziano i festeggiamenti per San Gemiliano. Oggi S’Imbidu

Sapevate che appena fuori dalle antiche mura di Sassari si nasconde una meraviglia che da secoli racconta il tempo che passa? È la Fontana di Rosello, considerata da molti il vero simbolo della città, un gioiello che non ha eguali in tutta la Sardegna.
Incastonata al centro della verde Valle del Rosello, sotto l’omonimo ponte che la guarda dall’alto, questa fontana tardo-rinascimentale fu realizzata da maestranze genovesi tra il 1603 e il 1606, grazie a una tassa popolare di mille scudi. Ma non è solo una bella struttura d’altri tempi: con le sue dodici bocche — chiamate “Cantaros” — e le quattro statue delle stagioni, è una vera e propria allegoria del ciclo della vita.
Non tutto però è rimasto intatto: tre delle statue originali furono distrutte durante i moti popolari del 1795 e tutte e quattro vennero sostituite nel 1828. L’unica superstite del Seicento è oggi conservata al sicuro nel Palazzo di Città.
Ma le sorprese non finiscono qui. La fontana sorge esattamente sopra l’antica sorgente di Gurusele, che già in epoca romana riforniva d’acqua l’acquedotto per Turris Libisonis, l’attuale Porto Torres. Per secoli è stata punto di ristoro per viandanti, luogo di lavoro per le massaie e snodo vitale per gli acquaioli che, con i loro asini, trasportavano l’acqua verso la città.