Tortolì, parola ai turisti: “più servizi pubblici, meno degrado nelle zone periferiche”

Da sempre Tortolì e le sue spiagge incantevoli sono meta nel periodo estivo di turisti provenienti da varie città d’Italia e del mondo. L’acqua cristallina e i paesaggi incontaminati sono elementi di forte attrazione. Nonostante ciò, molto spesso, questa zona
Da sempre Tortolì e le sue spiagge incantevoli sono meta nel periodo estivo di turisti provenienti da varie città d’Italia e del mondo. L’acqua cristallina e i paesaggi incontaminati sono elementi di forte attrazione. Nonostante ciò, molto spesso, questa zona è oggetto di forti critiche, come testimoniano alcune dichiarazioni fatte da turisti intervistati in villeggiatura a Tortolì.
“Abbiamo preso in affitto una casetta nel mezzo della macchia mediterranea che anticipa la spiaggia di Foxilioni – racconta Massimo, giovane papà in vacanza con la sua famiglia a Tortolì da Brescia – ci troviamo bene, abbiamo trovato la tranquillità che cercavamo, però trovo che alcuni chioschi siano troppo cari in rapporto a quello che offrono: i cappuccini nel bar della spiaggia di Foxilioni, ad esempio, vengono serviti in bicchieri di plastica, e costano 1 euro e 50, idem le paste! Non va bene – aggiunge- ok che siamo in Sardegna, però migliorare il rapporto qualità prezzo in questo caso sarebbe necessario.”
Non sono mancate le lamentele in merito alla pulizia della città, “Tortolì” dice Susanna, in vacanza da Lecco “mi è sembrata pulita, anche se non posso dire altrettanto riguardo la zona periferica: sono anni che vengo qua in vacanza e in tutto questo tempo non ho visto un grande cambiamento. Mi riferisco ad esempio alla zona dello svincolo per Lotzorai: credo sia necessario migliorarne le condizioni affinchè non solo il centro ma anche ciò che si trova intorno sia pulito e presentabile”.

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Lo sapevate? La Sardegna è la regione d’Italia con la maggior presenza di Alberi Monumentali censiti

Ad oggi in Italia si contano oltre 3600 alberi Monumentali, che il Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste (MASAF) ha mappato online.
La Sardegna ha un tesoro poco conosciuto: una distribuzione di “monumenti verdi” certificati a livello nazionale, che danno alla nostra Isola un altro primato. Un patrimonio naturale, ma anche storico-culturale e collettivo, di grande valore identitario. La Sardegna è la regione con la maggior presenza di “Alberi Monumentali” censiti in tutta Italia (oltre il 12% sul totale). Secondo l’aggiornamento 2021 sono 410 gli esemplari sardi censiti (in crescita rispetto al dato 2019 che era di 397).
“Gli Alberi monumentali sono piante notevoli per le dimensioni (altezza, diametro, circonferenza), il portamento, proiezione della chioma, e l’età presunta in rapporto alle caratteristiche delle singole specie forestali. Concorrono a determinarne lo stato di albero monumentale anche la localizzazione indipendentemente da altri aspetti (alberi su roccia, su nuraghi) quando contribuiscono a caratterizzare e dare suggestione ai luoghi.” [Definizione riportata nel glossario della relazione generale del Piano Paesaggistico Regionale].
Quelli recensiti sono distribuiti in tutta la regione, ma l’area geografica più ricca è l’Ogliastra che conta ben oltre 130 alberi monumentali, e la Barbagia di Seulo con oltre 30 esemplari solo in un comune (Seui). Tra le aree a maggiore distribuzione seguono il sassarese (una sessantina) Nuoro (quasi 50) la Città metropolitana di Cagliari (prevalentemente nel Parco di Gutturu Mannu ma anche numerosi esemplari urbani nel capoluogo) e l’oristanese (una quarantina ciascuno) e poi a seguire il Medio Campidano (una trentina) Sud Sardegna e Sulcis (una ventina ciascuno) e infine la Gallura.
Il leccio è la specie con più monumenti verdi nell’Isola, seguito dalla Roverella (Quercus pubescens Willd) e dalla Sughera. Molti patriarchi sono tra gli olivi e gli olivastri, e poi ancora tassi, ginepri e corbezzoli. Particolari degni di nota sono il caso della sequoia gigante di Vallicciola (Tempio Pausania, limbara nord), il mirto di San Vito (nel Sarrabus, il fusto arriva a una circonferenza di quasi un metro e mezzo, il castagno di Tonara (Nuoro), con i suoi 5,40 metri di circonferenza, e ancora l’unica vite selvatica monumentale a Urzulei. Non mancano gli alberi monumentali ‘cittadini’, come la grande jacaranda che si trova nei Giardini pubblici di Cagliari e sempre nel capoluogo il fico magnolioide della centralissima piazza Matteotti che con i suoi 12 metri ha il record per la circonferenza del fusto.
Il censimento è realizzato in base ai criteri stabiliti dalla definizione giuridica di albero monumentale applicata in tutto il territorio nazionale. I censimenti regionali popolano un elenco nazionale di alberi o gruppi di alberi a cui è riconosciuta una speciale tutela per il raro pregio naturalistico, scientifico, storico o culturale di cui sono testimoni viventi.
Il compito di censire gli alberi monumentali presenti nel proprio territorio è affidato alle Amministrazioni comunali coordinate dalle Regioni. Le norme riconoscono inoltre un importante ruolo di coordinamento ai vari Corpi forestali delle Regioni e Provincie a statuto autonomo. Anche i cittadini e le associazioni possono dare il loro apporto attraverso la compilazione dell’apposita scheda di segnalazione che deve essere consegnata al Comune competente per il territorio in cui si trova l’albero.
In Sardegna, la Giunta regionale ha incaricato il Corpo forestale e di vigilanza ambientale e l’Agenzia FORESTAS (per i territori di competenza) di coordinare e supportare i Comuni, nonché di elaborare l’elenco regionale degli alberi monumentali verificando, attraverso un’istruttoria tecnica, che gli esemplari individuati possiedano i requisiti per essere iscritti nell’elenco. L’elenco regionale degli alberi monumentali viene trasmesso annualmente, entro il 31 dicembre, per l’inserimento nell’elenco nazionale.

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