Per la prima volta a Tortolì, in un contesto di grande pregio e fascino come la Torre San Miguel di Arbatax, in esposizione le opere dell’artista lanuseina Stefania Lai, che per l’occasione ha selezionato le opere grafiche e pittoriche degli ultimi tre anni. “La selezione comprende la ricerca sul tema figurativo legato inevitabilmente all’introspezione” spiega l’artista “L’io è sempre uno, unico, ma anche due, diverso. Uno e due, ma anche uno è due. L’io diviso, di viso, una sorta di diario di bordo al femminile, un approdo alla costa, all’isola, a sé stessi, dopo una salvifica apnea”. La mostra, intitolata non a caso “UNO e DUE, L’io diViso” avrà luogo dal 22 luglio all’11 agosto e vede la preziosa collaborazione di Carlo Coppelli e Loredana Rosa.

In seno alla mostra personale dell’artista sarà possibile partecipare anche a due laboratori di arte terapia  a cura del docente, arte-terapeuta e formatore Carlo Coppelli, il 25 luglio e il 1 agosto. I laboratori sono aperti a tutti e prevedono la partecipazione di ognuno secondo i ritmi e al livello che più gli sono congeniali. Non è richiesta un’abilità specifica di tipo artistico, solo la voglia di mettersi in gioco.

Tra i pendii aridi e ventosi dell’Ogliastra, là dove il maestrale modella la vegetazione e il profumo delle erbe pervade l’aria, cresce una pianta che racconta la Sardegna più autentica: il timo sardo (Thymus herba-barona). Presenza discreta ma preziosa delle montagne isolane, cresce con forza in particolare sulla cima di Monte Armidda, al confine tra Lanusei e Gairo — un luogo che ne porta persino il nome nel toponimo (“Armidda”, in sardo, significa proprio timo).

Il timo sardo, specie endemica di Sardegna e Corsica, sboccia tra maggio e settembre, colorando l’estate mediterranea. Cresce tra gli 800 e i 2000 metri di altitudine, creando tappeti profumati che resistono alla siccità e al vento. La sua fragranza intensa e balsamica lo rende una pianta molto apprezzata, tanto che dal suo nettare nasce un miele monoflora dal profumo unico, simbolo della macchia montana sarda.

Nella medicina popolare della Sardegna, il timo era considerato un dono prezioso della natura. Raccolto nei mesi estivi, veniva impiegato per le sue molteplici virtù curative: come sedativo e diaforetico, per calmare e favorire la sudorazione; come antielmintico, per combattere i parassiti intestinali; come decongestionante delle vie respiratorie, utile nei raffreddori e nelle tosse persistenti; e persino come rimedio contro la dissenteria e i disturbi gastrici.

L’infuso o il decotto di timo era un rimedio semplice ma efficace, tramandato di generazione in generazione, parte integrante del sapere erboristico isolano. Il timo di Monte Armidda non è solo una pianta aromatica: è un frammento di identità sarda, un legame tra natura, cultura e memoria. Il suo profumo racconta di pascoli assolati, di antichi rimedi, di una conoscenza del territorio che ancora oggi sopravvive nelle mani di chi custodisce i saperi della tradizione.