Cina. Festival della carne di cane: abbattuti diecimila animali

Missile disperso al largo del Poligono di Quirra: un episodio inquietante che solleva molte domande.
Un missile, ancora carico e potenzialmente pericoloso, si trova disperso al largo della costa del Poligono di Quirra, nel cuore del Salto di Quirra, in Sardegna.
La notizia ha immediatamente attirato l’attenzione delle autorità marittime e di sicurezza, che hanno emesso un avviso di pericolosità e hanno ordinato a chi si trovi nelle vicinanze di mantenere una distanza di almeno 150 metri dal punto di presunta caduta. L’avviso è stato diffuso dall’ufficio circondariale marittimo di Arbatax, che ha sottolineato come non ci siano rischi immediati per i bagnanti, grazie alla posizione della zona interessata, distante dalla riva. Tuttavia, la presenza di un missile disperso a circa 602 metri di profondità nel mare davanti alla costa rappresenta una realtà molto diversa da quella descritta nelle comunicazioni ufficiali delle forze armate, che a fine maggio avevano riferito di esercitazioni e test militari nel poligono.
L’oggetto in questione è un missile Aster 30, un sistema avanzato di difesa missilistica che fa parte del più ampio programma di riarmo europeo e che viene ancora trasportato e testato in campo operativo. Questo missile, di colore bianco, lungo circa 4,2 metri e con un diametro di poco meno di 20 centimetri, è un’arma complessa e potente, capace di esplodere e di colpire obiettivi aerei e missilistici a lunga gittata. Secondo un rapporto dell’Institut français des relations internationales, il suo costo si aggira intorno ai 2 milioni di euro, un investimento considerevole che sottolinea l’importanza strategica di questo armamento per le forze militari italiane ed europee. La presenza di un missile ancora carico, disperso al largo di un’area militare sensibile come il Poligono di Quirra, solleva interrogativi sulla gestione e sulla sicurezza delle esercitazioni, che spesso vengono descritte come simulazioni al computer o test controllati.
Le esercitazioni recenti, tuttavia, hanno coinvolto prove di fuoco del sistema di difesa italiano, con l’obiettivo di verificare le procedure di sorveglianza dello spazio aereo contro le minacce moderne, come i missili a pilotaggio remoto o droni avanzati. Durante queste operazioni, sono stati sparati due missili Aster 30 utilizzando il sistema Samp-T, un’arma combinata che permette di intercettare e neutralizzare attacchi aerei di diversa natura, tra cui i radiobersagli Mirach-40. Questi ultimi sono aeromobili a pilotaggio remoto progettati per simulare attacchi aerei complessi e testare le capacità di difesa delle forze armate italiane e europee. È proprio in questo contesto che si inserisce il mistero del missile disperso, un residuo di un’operazione di grande portata che si è conclusa con l’oggetto in fondo al mare.
Il Poligono di Quirra, situato in una delle zone più inaccessibili e controllate della Sardegna, rappresenta un’area strategica di test militari, dove vengono condotte esercitazioni di alto livello per verificare le capacità di risposta alle minacce più avanzate. La presenza di un missile ancora carico e disperso, inoltre, evidenzia i rischi legati alla gestione di armi di così elevata potenza e complessità. Le autorità continuano a monitorare la situazione, garantendo che non ci siano pericoli immediati per l’ambiente e le persone, ma resta il fatto che questa vicenda mette in luce le criticità di un’attività militare spesso avvolta nel segreto e nella segnalazione ufficiale di semplici esercitazioni. La Sardegna, con il suo mare e le sue coste incontaminate, si trova nel mezzo di un’operazione di sicurezza e difesa che, seppur necessaria, porta con sé il peso di rischi nascosti e di un mistero ancora da chiarire completamente.