Affitta case non sue e ruba le caparre. Arrestato 27enne a Quartu

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Cristian Mascia, originario dell’Ogliastra, vive a Gairo Taquisara con la moglie Betty e la figlia Letizia. Anni fa ha affrontato con coraggio la dura battaglia contro un grave tumore del sangue, trasformando l’esperienza del dolore in una grande forza vitale. Lavora per Forestas e porta avanti le sue passioni: la montagna e la fotografia. È conosciutissimo in Ogliastra per le sue foto naturalistiche e per la profonda conoscenza dei luoghi, che ama e racconta con passione.
Cristian è una persona di grande forza, un esempio per tutti. Abitualmente, a livello locale, si mette a disposizione del prossimo con generosità e dedizione: quest’anno ha portato la stessa disponibilità anche su scala nazionale, partecipando al Blood Cancer Summit 2025, un’iniziativa dedicata all’ematologia e all’oncologia ematologica che unisce ricerca scientifica, innovazione e testimonianze umane.
Cristian ha approcciato il progetto con molta emozione, superando le difficoltà iniziali sapendo che la sua testimonianza, immortalata anche attraverso la fotografia, sarebbe stata utile a chi oggi sta facendo i conti con una diagnosi di tumore.
A coinvolgerlo nel progetto è stata l’associazione La Lampada di Aladino, che ha voluto affiancare all’evento le espressioni artistiche di chi ha conosciuto da vicino la malattia. Cosa sta cambiando nella ricerca scientifica e nelle tecnologie per curare i tumori del sangue? Quali barriere restano da superare nell’assistenza quotidiana, nell’organizzazione dei servizi, nella qualità della vita dei pazienti? E, soprattutto, cosa conta davvero per chi vive la malattia?
In occasione del Blood Cancer Summit 2025, è stata infatti inaugurata la mostra fotografica “Io sono qui”, realizzata da Barbara Santoro con Azzurra Primavera, dove Cristian Mascia è ritratto come protagonista. In un contesto dominato da numeri, protocolli e metriche, l’arte restituisce voce, corpo ed emozione all’esperienza umana della malattia. Non è un’aggiunta accessoria, ma una dimensione strutturale del Summit, pensata per tradurre in linguaggi universali ciò che le parole scientifiche da sole non riescono a dire.
L’arte intercetta quella zona grigia tra diagnosi e vissuto, tra il sapere medico e il sentire profondo. In questa prospettiva, la mostra fotografica e la video-danza artistica nascono non come elementi collaterali, ma come strumenti di esplorazione, cura e comunicazione. Queste produzioni artistiche attraversano un viaggio che parte dal dolore e dallo smarrimento per giungere – attraverso dati scientifici e risultati clinici – a un messaggio di progresso e speranza.
Il Blood Cancer Summit è nato proprio con l’obiettivo di rispondere a domande cruciali sulla ricerca scientifica, le tecnologie per curare i tumori del sangue e le sfide ancora aperte nell’assistenza quotidiana. L’iniziativa rappresenta un punto di incontro tra medici, ricercatori, istituzioni, manager sanitari, industria, pazienti e caregiver, creando una piattaforma multidisciplinare e inclusiva. Grazie a un approccio che unisce scienza e narrazione umana, il Summit dà voce ai protagonisti della cura, promuovendo dialogo, innovazione e speranza.
Durante l’evento, Cristian Mascia ha portato la sua esperienza personale, trasformandola in un messaggio universale di speranza e responsabilità condivisa. “Parlare di tumori del sangue oggi significa parlare di futuro – e della speranza come scelta concreta di trasformazione”, sottolineano gli organizzatori.
Cristian Mascia al Blood Cancer Summit
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