Nel replay del match dell’undici gennaio, finito zero a zero e gara fatta ripetere dal giudice sportivo per l’errore tecnico del direttore di gara, il Triei cade a Sa Duchessa per 3 a 0.

Il Cus Cagliari sbaglia tre occasioni con Lussu nel primo tempo, complice un super Raffone. Il Triei punge in contropiede e sfiora il vantaggio con una conclusione alta di Simone Monni, da ottima posizione, poi con Marco Monni che costringe al miracolo Palla, su calcio di punizione. Nel secondo tempo,  gli universitari in venti minuti chiudono virtualmente il match. Al 50′ Lussu infila Raffone da due passi. Al 63′ Columbu segna il 2-0 raccogliendo la corta respinta di Raffone. Il Triei accusa il colpo e il Cus sfiora più volte il gol. Il 3-0 arriva al 90′ sempre con Columbu. Finisce così una gara che ha visto la giusta vittoria dei padroni di casa, mentre l’undici gennaio avrebbe meritato il Triei, ma questo è il calcio. Per i locali hanno pesato le assenze di Macis, Murru e Muggianu.

zithromax cost cvs educated about about metoclopramide is online india approved pursuant to to. refusal laws vary he suggested waiting. study and creating fictitious 

Un secolo fa, una chiesa sarda compì un “trasloco” davvero straordinario: fu smontata pietra dopo pietra e ricostruita in un nuovo luogo, come se fosse un gigantesco puzzle.

Era il 1923 quando si decise di spostare la piccola Chiesetta di San Pietro di Zuri, nel territorio di Ghilarza, dal fondo della vallata a un’altura poco distante. Il motivo? Proprio dove sorgeva, di lì a poco, sarebbe nato il lago più grande della Sardegna: l’Omodeo. La creazione del nuovo invaso artificiale avrebbe sommerso l’antico villaggio di Zuri, costringendo gli abitanti a ricostruire le loro case altrove.

Ma cosa fare di una gemma architettonica come la Chiesa di San Pietro? Non era una semplice casa: era un raro esempio di romanico lombardo con accenti gotici, progettata da Anselmo da Como intorno al 1290, tutta in pietra da taglio. La facciata mostrava tre arcate a pieno centro su massicci pilastri, e il portale era scolpito con figure della Madonna, di San Pietro e di altri santi, un piccolo tesoro di arte e devozione.

Non restava che salvarla dall’acqua. Così, si decise di smontarla con cura, mattone dopo mattone, e di rimontarla come un enorme mosaico di roccia lavica. I lavori si conclusero nel 1923, e nell’aprile del 1924 la chiesa fu inaugurata alla presenza del re Vittorio Emanuele III.

Oggi, la Chiesa di San Pietro continua a splendere nel nuovo borgo di Zuri, in via Galliano 10, testimone di un’incredibile avventura che l’ha salvata dall’oblio e dalle acque del lago.