Scarpe lasciate a terra, un salto deciso su una sedia e lo sguardo incollato a una tela antica. Nel 2017, Vittorio Sgarbi ha regalato alla comunità di Seui una scena che ancora oggi viene raccontata: la sua visita, del tutto inaspettata, alla Sala consiliare del paese, trasformata per qualche istante in un palcoscenico d’arte e passione.
Lì, appesa in silenzio tra le mura istituzionali, si trova una tela che ha attirato l’attenzione del celebre critico ferrarese più di ogni altra: un ritratto di San Girolamo, opera intensa, carica di ombre e spiritualità. Non una tela qualsiasi. L’opera, secondo alcuni esperti, è attribuita allo Spagnoletto (Jusepe de Ribera), allievo e continuatore della potenza drammatica di Caravaggio.
Sgarbi, fedele alla sua cifra teatrale e alla sua sete di dettagli, non si è accontentato di un’occhiata da terra. Si è tolto le scarpe – in segno di rispetto, ha spiegato – ed è salito in piedi su una sedia, avvicinandosi quanto più possibile alla pittura per coglierne da vicino le pennellate, le lacrime, le pieghe del tempo. “Bisogna guardare l’anima delle opere – avrebbe poi commentato – e per farlo serve stare alla loro altezza, anche fisica”.
Per Seui, non è stato solo un episodio inconsueto. È stato il riconoscimento inaspettato di un tesoro nascosto, uno di quelli che spesso riposano nell’ombra delle piccole comunità, ma che sanno accendere l’entusiasmo anche nei più celebri conoscitori d’arte.
Una visita breve, certo, ma sufficiente a lasciare un segno: quello di un uomo scalzo su una sedia, rapito dalla luce fioca di un San Girolamo seicentesco.