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Da oltre trent’anni Paola Cucca vive il diritto come un territorio in costante trasformazione. Avvocata civilista e amministratrice pubblica, oggi assessora al Benessere Sociale, al Benessere Animale e allo Sport del Comune di Elmas, incarna una rara capacità: muoversi tra professione e politica senza perdere il senso profondo della propria missione. Ripensando ai primi anni nel foro, racconta di un tempo in cui gli avvocati si sentivano quasi invincibili e confidavano pienamente nella giustizia, per poi scoprire che i processi sono interminabili e che applicare una norma non significa sempre rendere giustizia. Ciò che però non è mai cambiato è il suo impegno nel far comprendere a ogni persona di essere portatrice di diritti e dei corrispondenti doveri e nella necessità di difenderli con consapevolezza e coraggio.
Nel suo percorso non c’è mai stata una frattura tra toga e politica ma una coesistenza naturale: da una parte lo studio rigoroso e l’aggiornamento continuo, dall’altra il confronto democratico e la responsabilità verso un’intera comunità, non solo verso chi l’ha votata. L’impegno istituzionale le ha fatto incontrare fragilità spesso invisibili: povertà educativa, solitudini silenziose, risorse che non bastano, richieste sincere di riscatto che non sempre è possibile soddisfare. Eppure anche un piccolo passo, afferma, può cambiare una vita. Ricorda con orgoglio il lavoro svolto nei servizi sociali, il sostegno agli anziani attraverso l’assistenza domiciliare, la vivacità delle associazioni sportive di Elmas e il progetto della Carta dei Diritti degli Animali, segno di una visione che riconosce ogni essere vivente come parte di un unico universo.
Il suo sguardo amministrativo è profondamente radicato nelle origini ogliastrine. «Sono arrivata a Cagliari con una valigia piena a metà», racconta, «e ci ho aggiunto tutto ciò che ho incontrato strada facendo». Nuove amicizie, nuove case, nuovi cibi e nuovi approcci hanno plasmato una visione fondata sull’autonomia delle scelte, sulla responsabilità personale e sulla consapevolezza che gli errori, se non grandi, possono essere preziosi maestri. Dopo dieci anni nel Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati, riconosce che la mentalità patriarcale rimane una struttura resistente e pervasiva. Dalla medicina di genere inesistente alle disparità nelle professioni scientifiche, dal peso familiare che grava ancora quasi interamente sulle donne alle difficoltà di accesso ai ruoli apicali, la strada è lunga e passa da una rivoluzione culturale profonda, non da un ribaltamento dei ruoli.

Paola Cucca
Per Cucca le fragilità familiari nascono spesso dall’infanzia e richiedono politiche mirate, capaci di sostenere le famiglie ed educare alla solidarietà, al rispetto e alla condivisione. Dodici anni fa ideò un percorso civile di preparazione alla vita di coppia, un vero e proprio “prematrimoniale laico” fondato sull’educazione ai diritti e ai doveri reciproci. Un progetto accolto con interesse ma mai realizzato per mancanza di fondi e che oggi lei rilancia, convinta che rappresenterebbe un investimento culturale decisivo.
Per quanto la giustizia sia lenta, Paola Cucca rivendica che la politica debba dare risposte rapide, perché questo è il suo compito fondamentale. Ritiene anche che spesso i cittadini fraintendano il ruolo dei servizi sociali, scambiando il Comune per un luogo in cui ottenere lavoro o casa, quando invece l’ente può solo segnalare e sostenere le situazioni di reale bisogno. E quando lo Stato scarica sui Comuni responsabilità enormi, come l’amministrazione di sostegno, sono le amministrazioni locali a doversi far carico di gravami complessi e spesso insostenibili.
Se potesse riformare un solo aspetto della giustizia civile, non avrebbe dubbi: l’istituzione immediata del Tribunale della Famiglia, previsto dalle norme ma ancora non attuato per mancanza di mezzi e personale, una carenza che pesa su migliaia di situazioni quotidiane. Guardando al suo percorso, Cucca individua nella capacità di ascoltare, riflettere e agire in autonomia la chiave di tutto. Ma soprattutto nella fantasia: affrontare i problemi come se fossero un pezzo di stoffa da cui immaginare mille soluzioni possibili, un’immagine che le appartiene profondamente, avendo frequentato una sartoria da ragazza.
Quanto al riconoscimento delle donne nella società e nelle istituzioni, Cucca non sa se sia davvero una donna rispettata e ascoltata, ma sa che si rispetta e si ascolta. E invita le altre donne a fare lo stesso, guardando sempre l’orizzonte e coltivando quel “cuore pazzo di curiosità” che lei considera il vero motore di ogni cambiamento.
La sua storia ricorda che la politica non è un palcoscenico, ma un impegno concreto, quotidiano, spesso silenzioso. Il suo lavoro, fatto di ascolto, responsabilità, coraggio e visione, restituisce alla collettività la dimensione più autentica dell’amministrare: prendersi cura delle persone, dei loro diritti, dei loro bisogni e delle loro fragilità.

Paola Cucca
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