Pomeriggio di vacanza conclusosi al pronto soccorso quello dei due turisti russi che qualche giorno fa si stavano recando per un bagno alla spiaggia di San Gemiliano.  I centauri, sono stati vittima delle innumerevoli buche che costellano via Gabriele d’Annunzio, la strada che dalla via principale porta direttamente al mare e all’ingresso di tante abitazioni.

Da vent’anni gli abitanti del rione lamentano i disagi creati dal fatto che la strada non sia mai stata asfaltata: d’inverno con la pioggia la via diventa un pantano di fango e buche, d’estate fossi e polvere la fanno da padrone. Sono andati più volte a bussare in comune per chiedere aiuto ma nessuno ancora è riuscito a fare qualcosa di concreto. “Non chiediamo l’impossibile” spiega A.D. residente a San Gemiliano “Vorremmo per la prossima estate riuscire ad attraversare via Gabriele d’Annunzio senza danneggiare abitazioni e macchine e soprattutto evitando che le persone si facciano male, come è successo ai due malcapitati turisti russi. Speriamo che la giunta Cannas possa fare qualcosa in merito: siamo intenzionati ad unirci per portare la questione all’attenzione del sindaco”.

Una colonna di fumo nero, visibile a grande distanza, ha guidato i Carabinieri della Compagnia di Macomer verso un grave episodio di inquinamento ambientale nella zona industriale di Tossilo. Sul posto, i militari hanno sorpreso due uomini di 54 e 51 anni e una donna di 46, intenti a bruciare un ingente cumulo di rifiuti di ogni tipo, compresi materiali pericolosi.

Tra i rifiuti dati alle fiamme sono stati trovati frigoriferi, cucine a gas, plastica, legno, vetro e altri scarti potenzialmente nocivi. L’intervento è scattato quando l’Aliquota Radiomobile ha notato l’imponente nube scura innalzarsi dall’area industriale.

Immediato l’arrivo dei Vigili del Fuoco, che hanno provveduto a domare il rogo e mettere in sicurezza la zona, successivamente posta sotto sequestro dai Carabinieri. Per i tre fermati è scattato l’arresto in flagranza con l’accusa di combustione illecita di rifiuti, aggravata dall’inasprimento delle pene introdotto dal cosiddetto “decreto Terra dei Fuochi”.